Quando dico che le diadi sono ponte di passaggio tra mondo materiale e mondo mentale, non intendo dire che qualsiasi coppia di opposti complementari abbia un piede nella realtà concreta, percepibile e materiale, e un piede nel mondo mentale. No, ci sono diadi che influenzano il mondo materiale, ma che non hanno un piede nella materia (Dio/Satana). E ci sono diadi che hanno effettivamente un piede nella realtà, perché sono verificabili e tangibili (maschio/femmina). La distinzione è basilare: Dio e Satana non sono tangibili; maschio e femmina sono tangibili.
Perché questa distinzione è così basilare? Perché tali diadi hanno veramente un piede nella realtà tangibile e un piede nella realtà mentale. Sono come un ponte che ha un pilone in un paese e un altro pilone in un altro paese. Sono come un programma informatico che abbia una versione in un sistema operativo e un' altra versione in un altro sistema operativo; il programma è lo stesso, ma gira su due sistemi operativi.
Oppure sono come quegli uomini bigami che hanno due famiglie: l' uomo è lo stesso, ma le famiglie sono diverse. Lo stesso uomo "opera" per così dire in due famiglie.
Oppure sono come quelle macchine che hanno due versioni: l' una a benzina e l' altra elettrica. La macchina esteriormente è la stessa, ma sotto il motore ha due motori diversi.
Insomma, avrete capito: una diade ha due polarità e quindi ha due modi di operare o due mondi in cui operare.
Comunque, le due polarità sono la stessa cosa in due stati, come l' onda e la particella nella meccanica quantistica. In origine l' elettrone o il fotone sono gli stessi, ma possono presentarsi in due forme o versioni diverse.
Ma che cosa provoca questo doppio stato? I fisici dicono che è l' atto stesso di misurarli che provoca un' interazione che "collassa" l' elettrone o il fotone in uno dei due stati.
Leggiamo una descrizione del fenomeno. E chiediamoci: nel contesto del dualismo onda particella, che cosa provoca l' interazione trasformativa o decisiva?
***
Nel contesto del dualismo onda-particella, l'interazione trasformativa o decisiva è tipicamente provocata dal **processo di misurazione**. Questo fenomeno è un concetto fondamentale della meccanica quantistica e viene spesso descritto attraverso l'interpretazione di Copenaghen. Ecco una spiegazione dettagliata:
1. **Funzione d'onda**: Prima della misurazione, una particella quantistica esiste in uno stato di sovrapposizione, descritto da una funzione d'onda che include tutte le possibili posizioni e stati della particella. In questo stato, la particella può comportarsi sia come onda che come particella.
2. **Misurazione**: Quando si esegue una misurazione, "collassa" la funzione d'onda, determinando una delle possibili configurazioni della particella. Questo processo è trasformativo poiché cambia lo stato della particella da una sovrapposizione di stati a uno stato ben definito. È in questo momento che la particella "sceglie" se comportarsi come un'onda o come una particella a seconda dell'esperimento condotto.
3. **Esperimento della doppia fenditura**: Un esempio classico è l'esperimento della doppia fenditura. Quando gli elettroni passano attraverso le fessure senza essere osservati, formano un pattern di interferenza tipico delle onde. Tuttavia, se si misura quale fenditura attraversano, gli elettroni si comportano come particelle e il pattern di interferenza scompare.
4. **Principio di complementarità**: Secondo il principio di complementarità di Niels Bohr, le proprietà ondulatorie e particellari sono complementari, nel senso che non possono essere osservate simultaneamente ma sono entrambe necessarie per una descrizione completa della realtà quantistica.
5. **Implicazioni filosofiche**: Questo processo solleva importanti questioni filosofiche sulla natura della realtà e il ruolo dell'osservatore. Implica che la realtà quantistica non è determinata fino a quando non viene osservata, e l'atto stesso di osservare modifica lo stato del sistema quantistico.
In sintesi, l'interazione trasformativa nel dualismo onda-particella è provocata dalla misurazione, che determina il comportamento della particella come onda o particella e collassa la funzione d'onda in un determinato stato. Questo principio è alla base di molte delle meraviglie e dei misteri della meccanica quantistica.
***
Ma ora chiediamoci: il processo di misurazione da chi o da che cosa è attivato? Ci deve essere un "osservatore" o un "misuratore"... sotto che forma?
***
Il concetto di "osservatore" nella meccanica quantistica è un tema affascinante e complesso. Secondo l'interpretazione di Copenaghen, il processo di misurazione richiede un'interazione tra il sistema quantistico e l'ambiente esterno, che comprende l'osservatore. Tuttavia, la natura precisa dell'osservatore e la sua necessità non sono completamente chiarite e sono oggetto di dibattito.
Ecco alcune delle principali prospettive e teorie su cosa costituisce un "osservatore":
1. **Interazione con l'apparato di misurazione**: Secondo una visione tradizionale, l'osservatore può essere rappresentato dall'apparato di misurazione stesso. Quando un sistema quantistico interagisce con un dispositivo di misurazione, questa interazione provoca il collasso della funzione d'onda. In questo senso, l'apparato di misurazione agisce come l'osservatore.
2. **Ruolo della coscienza**: Alcuni teorici, come Eugene Wigner e John von Neumann, hanno suggerito che la coscienza umana potrebbe essere necessaria per il collasso della funzione d'onda. Questo implica che un osservatore cosciente sia essenziale per determinare lo stato finale del sistema quantistico. Tuttavia, questa idea è controversa e non è universalmente accettata nella comunità scientifica.
3. **Decoerenza**: Un'altra interpretazione si basa sul concetto di decoerenza, che descrive come la funzione d'onda di un sistema quantistico interagisca con l'ambiente circostante in modo tale che le possibilità multiple si riducano a uno stato osservabile. In questa visione, l'osservatore non è necessariamente un essere cosciente, ma piuttosto qualsiasi interazione con l'ambiente che porta a un risultato osservabile.
4. **Interpretazioni alternative**: Esistono anche interpretazioni della meccanica quantistica che non richiedono un osservatore nel senso tradizionale. Ad esempio, nell'interpretazione a molti mondi (Many-Worlds Interpretation) di Hugh Everett, tutte le possibili esiti di una misurazione quantistica si realizzano in mondi paralleli, e quindi non c'è bisogno di un collasso della funzione d'onda.
In conclusione, l'idea di un "osservatore" in meccanica quantistica può variare da apparati di misurazione a esseri coscienti, a interazioni ambientali. Il tema continua a essere oggetto di ricerca e dibattito, e rimane una delle questioni più intriganti della fisica moderna.
***
Insomma non è ben chiaro. L'unica cosa chiara è che ci deve essere una qualche interazione. Le cose, se le lasci stare (meglio, se sono lasciate stare), non cambiano, non si trasformano, non collassano. Il che mi ricorda un principio della fisica classica che afferma che in uno stato di inerzia nulla cambia. Questo principio è noto come **Primo Principio della Dinamica** o **Legge di Inerzia**, formulato da Isaac Newton.
**La Legge di Inerzia** afferma:
> Un corpo rimane nel suo stato di quiete o di moto rettilineo uniforme a meno che non venga applicata una forza esterna.
In altre parole, se un oggetto è in stato di riposo (fermo) o si muove con una velocità costante lungo una linea retta, continuerà a farlo indefinitamente finché non agisce su di esso una forza esterna. Questo significa che, in assenza di forze esterne, non ci sarà alcun cambiamento nello stato di moto dell'oggetto. La legge di inerzia è uno dei fondamenti della meccanica classica e sottolinea l'importanza delle forze nel determinare i cambiamenti nel moto degli oggetti.
**Esempi di applicazione**:
- Un libro su un tavolo rimane fermo finché non viene spinto.
- Un'auto in movimento continua a muoversi a velocità costante su una strada diritta finché non si preme il freno o si gira il volante.
Questo principio di inerzia ci aiuta a capire che il cambiamento di moto richiede un'azione (forza) e che, senza questa azione, nulla cambierà.
Del resto, una "forza" in fisica è proprio un' interazione capace di modificare lo stato di moto di un oggetto.
***
In parole molto semplici, se lasciate le cose in pace, se non intervenite, se non rompete le scatole, se niente interferisce... le cose non si sognano di cambiare o di trasformarsi.
Sembra un principio taoista: il non-fare, il lasciar essere, il non intromettersi. "Se non fai, non c'è niente che non venga fatto." Se vuoi che le cose stiano in pace, non interferire con la pretesa di cambiarle.
Questo è il vero "peccato originale"!
Ma, a quanto pare, il mondo non è "fatto" per stare in pace. Pensate che secondo la teoria quantistica dei campi, anche il vuoto dello spazio ha una certa quantità di energia, nota come energia del punto zero. Insomma, c' è sempre qualcuno o qualcosa che vuole "fare", cambiare, intervenire - a partire da Dio che è il grande interventista (il grande scocciatore!). Se avesse lasciato tutto così com'era, nel nulla, tutto sarebbe stato quasi perfetto. Dico "quasi" perché i fisici sostengono, come ho detto, che anche il vuoto ha una certa quantità di energia. Si salvi chi può.
Il fatto stesso che ci siano delle "forze", significa che le cose non possono stare a riposo, quiete: devono agire. E Newton non si immaginava che anche lo spaziotempo si contorcesse e dunque che non si potesse andare indefinitamente in linea retta.
(Il buon vecchio Newton aveva capito tutto. Solo non aveva capito che le sue leggi si applicavano in tutti i campi, non solo in quello della fisica. Già lo avevamo notato con la terza legge sull'azione e reazione, che avevamo esteso anche alla mente.)
Ma tutto questo cosa c' entra con le mie diadi, con la dualità complementare e con il fatto di essere o comparire in due stati contemporaneamente? Sembra un fenomeno di bilocazione! Del resto, non è così che si può descrivere il fenomeno dell' entanglement? O un fenomeno di simmetria?
Ho paura che la dualità, la simmetria, la forza, il movimento, il "non lasciare in pace" siano proprio il segno distintivo di questo universo. Il che è confermato dalle strutture a diadi da me osservate.
Le cose cambiano perché questo è il mondo della trasformazione (come conferma il principio di Lavoisier). E, alla fine, ritorna su se stesso con un movimento di simmetria inversa o distorta.
Nessun commento:
Posta un commento