È vero che spesso i pensieri sembrano emergere spontaneamente, al di fuori del nostro controllo consapevole. Questa osservazione è supportata da studi di neuroscienza che mostrano come molte delle nostre attività mentali siano automatiche e influenzate da processi inconsci.
La descrizione di un "estraneo" dentro di noi che pensa e sente richiama il concetto di mente divisa. In psicologia, questo è noto come il modello del "sé osservatore" e del "sé vissuto", dove una parte di noi osserva e riflette sui pensieri e le emozioni che sorgono.
I sentimenti e le emozioni spesso nascono da processi inconsci. L'inconscio può essere visto come una fonte di pensieri e sensazioni che non possiamo controllare direttamente.
E' evidente che noi non siamo mai uno ma almeno due, e che questa dualità è essenziale per la coscienza. Infatti, la nostra consapevolezza dipende dall'interazione tra diverse parti del nostro cervello e del nostro essere, creando una sorta di dialogo interno.
Il fatto è che abbiamo due menti perché nasciamo da due genitori. Dobbiamo vedere bene l' origine più profonda della nostra costituzione genetica e psicologica. Il dualismo della coscienza è un riflesso della struttura duale del cervello fisico e delle influenze genetiche e ambientali che modellano la nostra personalità e il nostro modo di pensare.
Possiamo comprendere meglio noi stessi attraverso la consapevolezza di queste dualità interne ed esterne, fisiche e mentali.
Non ci sarebbe coscienza... se non fossimo due in uno.
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