Riproduco questo articolo, con la poesia di Pessoa, perché mette in evidenza come la vita questo mondo non dia mai una felicità completa e duratura. Che bisogna cercare sempre in un luogo immaginario.
Se invece vi piace soffrire, siete proprio nel luogo giusto.
E' la struttura stessa dell' universo che non può né dare equilibrio né dare pace. Se le cose si sviluppano attraverso una dialettica degli opposti, la gioia non può che dare l' avvio al dolore e alla scontentezza. Incessantemente, necessariamente.
Ovviamente non tutti siamo uguali, e ugualmente sensibili, ma tutti dobbiamo soffrire... a modo nostro. E' per questo che più un individuo o un popolo diventano consapevoli, meno mettono al mondo dei figli... altri che dovranno soffrire. Necessariamente.
“Altrove” (1917) la poesia di Fernando Pessoa dedicata a chi cerca un nuovo amore vero
di Saro Trovato
"Altrove' di Fernando Pessoa
Andiamo via, creatura mia,
Verso l’Altrove.
Là i giorni sono sempre miti
E i campi sono sempre belli.
La luna che splende su chi
Vaga felice e libero
Ha intessuto la sua luce e la sua oscurità
Di immortalità.
Vedere le cose lì è semplice,
Raccontare storie dolci come non raccontate,
Lì si cantano vere canzoni da sogno
Da labbra che possiamo contemplare.
Andiamo via, creatura mia,
Via verso l’Altrove.
Là i giorni sono sempre miti
E i campi sono sempre belli.
Il tempo è un momento di beatitudine,
La vita è una sete che si placa,
L’amore come in un bacio
Quando quel bacio è il primo.
Non abbiamo bisogno di una barca, creatura mia,
Ma le nostre speranze, quando sono ancora belle
Non ci sono rematori, ma fantasie selvagge
Oh, noi andiamo a cercare l’Altrove!
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Elsewhere, Fernando Pessoa
Let us away my child,
Away to Elsewhere.
There days are ever mild
And fields are ever fair.
The moon that shines on whom
There wanders happy and free
Hath woven its light and gloom
Of immortality.
Seeing things there is young,
Told tales sweet as untold,
There real dream-songs are sung
By lips we may behold.
Let us away my child,
Away to Elsewhere.
There days are ever mild
And fields are ever fair.
Time there’s a moment’s bliss,
Life a being-slaked thirst,
Love like that in a kiss
When that kiss is the first.
We need no boat, my child,
But our hopes while still fair
No rowers but fancies wild
O let we seek Elsewhere!
L’Altrove è liberarsi dalle impurità umane per trovare la felicità
Altrove è una poesia di Fernando Pessoa in cui il poeta guarda ad un metafisico mondo ideale, sovraumano.
Pessoa vuole uscire fuori dalla realtà che lo circonda. Pessoa mirava al misticismo e praticava l’esoterismo, la Cabbala era la sua passione e il suo credo. Era un poeta-alchimista alla ricerca di un mondo “non contaminato” dal reale e dal materialismo filosofico che prendeva il sopravvento nella società portoghese e in Europa.
In Altrove il poeta è come se volesse accompagnare la sua creatura, un fanciullo o una fanciulla , alla scoperta di un mondo diverso, migliore. Molto probabilmente il poeta rivolge questo canto a sé stesso, costruendo la poesia come un dialogo in cui l’ipotetico “padre” accompagna il figlio a vivere un’esperienza felice.
Pessoa viveva una depressione, l’aveva denunciata all’amico poeta Mário de Sá-Carneiro, altro poeta maledetto, già il 14 marzo del 1916, tramite una lettera d”aiuto” in cui gli confessa la grave sofferenza interiore. Mário de Sá-Carneiro, grande amico di Pessoa, morì suicida il 26 aprile del 1916.
Pessoa mal viveva il contemporaneo in cui era immerso e guarda caso inizia la sua Elsewhere, il titolo originale della poesia, con “Andiamo via, creatura mia, Verso l’Altrove. ”
Il desiderio di fuga è esplicito e la conferma del suo malessere contestuale emerge negli ultimi due versi della prima strofa,
Là i giorni sono sempre miti
E i campi sono sempre belli.
Nell'”Altrove” quindi rispetto a dove era costretto a vivere il poeta la vita è più accogliente.
Nella seconda strofa, il poeta vira sul desiderio di essere libero dal contesto che lo circonda. Vivere fuori dai condizionamenti esteriori rende “immortali” e “illuminati”. Il simbolismo è chiaro ed evidente nei versi della seconda strofa. È felice solo chi è libero. Questi riceverà vita eterna.
Sia chiaro non c’è senso religioso nelle parole di Fernando Pessoa. Lui è un esoterico e come tale l’altrove è qualcosa di più intimo e meno trascendentale. Pessoa era un Cristiano gnostico che non si riconosceva nella Chiesa di Roma e seguiva il cammino massonico. Quindi, è la ricerca di una stato di benessere mentale e interiore, l’altrove della poesia.
Nella terza strofa, Pessoa esprime alla sua creatura, ovvero sé stesso, i vantaggi di superare il materiale e vivere l'”Altrove”. Tutto in quel contenitore ideale è più semplice e spontaneo. C’è verità e appartenenza. Ci sono persone oneste che meritano di ricevere massima attenzione. L’attacco è chiaro al mondo ipocrita e alla falsità del mondo in cui è costretto a vivere.
Nella quarta strofa emergono le qualità di questo “luogo metafisico”. La beatitudine e l’amore vero, quello che cambia come il “primo bacio”, regnano incontrastati all’interno di questa esistenza superiore.
Non c’è bisogno di essere guidati da nessuno, non serve la religione, non c’è bisogno di condottieri o carismatici. Se si vive il proprio credo in modo convinto e positivo, non serve nessuna sovruttura sociale, politica e religiosa per trovare la felicità. Servono “fantasie selvagge”, quindi libere da condizionamenti impuri per poter vivere in questo mondo meraviglioso che è “l’Altrove”.
Il canto di un poeta che non accetta il mondo materiale
Il percorso esoterico di Fernando Pessoa è chiaro ed evidente ed è accertato dalle diverse biografie dedicate all’autore. Ma, Elsewhere va letta distaccandosi dai preconcetti ideologici e immergendosi nelle difficoltà che un intellettuale, un artista, un poeta vive nel suo interiore.
La strada della scoperta e della conoscenza possono molte volte creare l’effetto contrario rispetto allo stare bene. Anche perché quando “vivi studiando” il mondo che ti appare è decisamente diverso rispetto a quello reale che ti circonda.
La conoscenza inevitabilmente mette in evidenza le contraddizioni del vivere reale, esaltandone le negatività.
Diventa difficile poter accettare il “male”, le “falsità”, l'”odio”, la “violenza”, la “prevaricazione”.
Molte volte lo studio conduce verso uno “stato d’amore” che tende a non comprendere più la “stupidità” degli umani.
Fernando Pessoa queste contraddizioni li viveva in modo forte e si ammalò di depressione. La vita che lo circondava era una sofferenza. Non si riconosceva in quel mondo così lontano dagli ideali in cui credeva. La guerra mondiale in quel 1917 condizionava i disagi in chi era predisposto al sensibile.
Ecco quindi, che l’esigenza di dover trovare a tutti i costi l'”Altrove” diventa una necessità per poter guarire dal male e trovare la felicità eterna.
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LIBRERIAMO – La piazza digitale per chi ama i libri e la cultura. - Testata giornalistica Aut. Trib.di Milano n° 168 del 30/03/2012.
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