martedì 15 ottobre 2024

Il sacro denaro

 Anche in economia vale la contrapposizione dialettica inversa che opera in ogni campo: o si aumentano le tasse o si taglia la spesa ; non c'è una terza via. Ma se si taglia la spesa pubblica, il privato dovrà pagare di più e quindi è come se gli aumentassero le tasse.

Insomma, in economia la legge dell' equilibrio è ferrea, matematica. 

Anzi, si può dire che in economia è ancora più chiara. E con l'economia, con i soldi, non si scherza. Nelle nostre società, il vero sacro è il denaro. È dalla relazione tra entrate e uscite, tra profitti e perdite, che si decide la qualità della nostra vita.

Ma, più in generale, è tutta la natura che risponde al principio del dare e dell' avere. Non a caso, molte delle parabole evangeliche sono di natura economica.

Perché la morale è una categoria dell' economia. Non viceversa. 

I problemi del bilancio economico sono un' altra espressione della terza legge della dinamica. Che è una legge dell' equilibrio/squilibrio universale.

Bicefali

 La natura non smette di sorprendere: sono stati fotografati due ctenofori feriti, specie di meduse bioluminescenti,  che si erano uniti, fondendo anche il sistema nervoso.   Da due individui ne hanno fatto uno.
Anche di noi si potrebbe dire lo stesso. In fondo veniamo da due individui che si uniscono . E rimangono due cervelli.

Il rapporto tra mente e cervello

 Il rapporto tra mente e cervello è complesso e bidirezionale.

La mente influenza il cervello in vari modi :

 * Pensieri e emozioni: Influenzano direttamente l'attività cerebrale, modificando la produzione di neurotrasmettitori e attivando diverse aree del cervello.

 * Apprendimento e memoria: Modellano le connessioni neurali, rafforzando alcune sinapsi e indebolendone altre.

 * Stress e ansia: Possono causare cambiamenti a lungo termine nel cervello, influenzando l'umore e la risposta allo stress.

 * Attività mentale: Leggere, risolvere problemi o meditare stimolano diverse aree cerebrali.

Esempi concreti:

 * Effetto placebo: La convinzione che un trattamento funzionerà può innescare reazioni biologiche nel corpo.

 * Meditazione: Riduce l'ansia e lo stress, modificando l'attività in alcune aree del cervello.

 * Depressione: Alterazioni chimiche nel cervello possono influenzare i pensieri e le emozioni.

In sintesi:

La mente e il cervello sono strettamente interconnessi. I pensieri, le emozioni e le esperienze plasmano il nostro cervello, e viceversa. Comprendere questa relazione è fondamentale per affrontare molte sfide della salute mentale, migliorare la nostra qualità di vita, resettare il cervello con il vuoto mentale, aumentare la consapevolezza e modificare a nostro favore le reti neurali.

Siamo tutt'altro che soggetti passivi. 

Ovviamente si cerca di modificare le attività cerebromentali con la tecnologia scientifica. Ma non sarebbe meglio utilizzare quell 'antica tecnologia che è la mente stessa ossia la meditazione? 



La mente influenza il cervello

 Sappiamo che la  mente e il cervello sono strettamente interconnessi, e ciò che pensiamo e proviamo può influenzare il funzionamento fisico del cervello. Ecco alcuni esempi di come la mente possa influenzare il cervello:


1. **Neuroplasticità**: Come detto prima, il cervello è capace di riorganizzarsi in risposta ai pensieri, all'apprendimento e alle esperienze. Pratiche come la meditazione o l'apprendimento di nuove abilità possono effettivamente cambiare la struttura fisica del cervello.


2. **Effetto placebo**: Le convinzioni e le aspettative possono influenzare la percezione del dolore e altre esperienze fisiche. Se credi che un trattamento funzionerà, il tuo cervello può rilasciare sostanze chimiche che imitano l'effetto del trattamento.


3. **Stati emotivi**: Emozioni come stress e felicità possono influenzare la produzione di neurotrasmettitori e ormoni, alterando il funzionamento del cervello. Ad esempio, lo stress cronico può portare a cambiamenti nella struttura del cervello, mentre emozioni positive possono migliorare la resilienza e la salute mentale.


In pratica, i nostri pensieri, emozioni e convinzioni hanno un impatto reale e misurabile sul nostro cervello. È incredibile pensare a quanto siano potenti le connessioni mente-cervello.

Ma, soprattutto queste connessioni ci aprono un nuovo campo di possibilità.

Con la meditazione, per esempio, si possono indurre certe connessioni che si traducono in stati cerebrali di calma, di soddisfazione o di vuoto liberatorio. 

Se poi si fissa l'attenzione su pensieri o visualizzazioni positive, il cervello viene influenzato beneficamente.

Si può anche fissare l'attenzione sulla coscienza, passando dalla materia del cervello alla non-materia della consapevolezza.

Infine, si può svuotare il più possibile la mente, in modo da liberarci da processi neuronali negativi e liberare nuovi circuiti cerebrali.

La plasticità del cervello

 

1. Sappiamo che il cervello rimane plastico tutta la vita, , anche se questa capacità varia con l’età. La plasticità cerebrale è massima durante l’infanzia e l’adolescenza, periodi in cui il cervello è particolarmente ricettivo ai cambiamenti e all’apprendimentoTuttavia, anche in età adulta e avanzata, il cervello conserva la capacità di riorganizzarsi e formare nuove connessioni in risposta a nuove esperienze, apprendimento e riabilitazione dopo lesioni. Per esempio, chi ha avuto un ictus anche da vecchio, può sempre riabilitarsi. Questo significa che il cervello crea nuove connessioni.

Mantenere la plasticità cerebrale in età adulta è possibile attraverso diverse strategie che stimolano il cervello e promuovono la formazione di nuove connessioni neuronali. Ecco alcuni suggerimenti:

1.   Apprendimento continuo: Imparare nuove abilità, come una lingua straniera o uno strumento musicale, può aiutare a mantenere il cervello attivo e plastico.

2.   Attività fisica regolare: L’esercizio fisico aumenta il flusso sanguigno al cervello e promuove la crescita di nuove cellule cerebrali.

3.   Alimentazione sana: Una dieta ricca di antiossidanti, grassi sani e nutrienti essenziali supporta la salute cerebrale.

4.   Sonno di qualità: Il sonno è fondamentale per la memoria e la plasticità cerebrale. Assicurarsi di dormire a sufficienza aiuta il cervello a riorganizzarsi e a ripararsi.

5.   Stimolazione cognitiva: Attività come puzzle, giochi di strategia e lettura possono mantenere il cervello attivo e stimolato.

6.   Interazioni sociali: Mantenere relazioni sociali attive e partecipare a discussioni stimolanti può aiutare a preservare la plasticità cerebrale.

Questo secondo la scienza tradizionale. Ma per me che ho studiato le varie tecniche di meditazione orientale, esistono altri metodi.

La meditazione, in particolare, aiuta a ridurre lo stress, a migliorare la concentrazione e la consapevolezza e a creare nuovi collegamenti cerebrali.

1.   Tecniche di visualizzazione e di concentrazione possono stimolare le stesse aree del cervello che si attivano durante l’esecuzione fisica di un’attività. 

2.   Imparare nuove abilità e impegnarsi in attività cognitive stimolanti può promuovere la neuroplasticità, ovvero la capacità del cervello di formare nuove connessioni neuronali.

3.   Lo stress cronico può avere effetti negativi sul cervello, ma tecniche di gestione dello stress come il rilassamento progressivo e la respirazione profonda possono aiutare a mitigare questi effetti.

4.   Ma, secondo me, si possono usare altri metodi per influenzare il cervello con la mente.

5.   Il primo è cercare di essere consapevoli, cioè concentrarsi sulla consapevolezza di essere coscienti. Si può per esempio meditare in una posizione confortevole, sdraiati o seduti, lasciando che il corpo lavori da solo senza interferenze del pensiero e della volontà. Astrarsi fino al punto di dimenticarsi del corpo, attenti solo a essere consapevoli. Questa operazione agisce direttamente sulle reti neurali.

Gli esercizi di visualizzazione sono tecniche mentali che possono aiutarti a migliorare la concentrazione, ridurre lo stress e prepararti per situazioni future. Ecco alcuni esempi pratici:

·      Visualizzazione del Successo: Immagina te stesso mentre raggiungi un obiettivo specifico, come completare un progetto importante o vincere una competizione. Visualizza ogni dettaglio, dalle sensazioni fisiche alle emozioni che proverai.

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·      Visualizzazione del Rilassamento: Trova un posto tranquillo, chiudi gli occhi e immagina un luogo che ti rilassa, come una spiaggia o una foresta. Concentrati sui dettagli sensoriali: il suono delle onde, il profumo degli alberi, la sensazione della sabbia sotto i piedi.

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·      Visualizzazione della Performance: Se devi affrontare una situazione stressante, come parlare in pubblico, immagina ogni fase dell’evento. Visualizza te stesso mentre parli con sicurezza, rispondi alle domande e ricevi applausi.

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·      Visualizzazione della Guarigione: Immagina il tuo corpo mentre si ripara e si rigenera. Questo può essere particolarmente utile durante la convalescenza da una malattia o un infortunio.

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·      Visualizzazione Creativa: Usa la tua immaginazione per creare scenari positivi e stimolanti. Questo può aiutarti a trovare nuove idee e soluzioni ai problemi.

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·      Infine, prova a liberarti di tutte queste immagini, rimanendo vuoto. Il vuoto è rilassante e creativo. È un po’ come un sonno profondo e ristoratore, dove non ci sono neanche sogni. Questo ti aiuta a liberare il cervello dai soliti pensieri e dagli stati d’animo stressanti.. Dopo, ti sentirai rinato.

 

Inoltre, se il cervello è attivamente impegnato nella costruzione della realtà che percepiamo, è logico pensare che intervenendo con la mente sulle reti neurali, si possa cambiare perfino la realtà.

Ecco un punto interessante! La neuroplasticità del cervello, ovvero la sua capacità di riorganizzarsi formando nuove connessioni neuronali, supporta l’idea che possiamo influenzare la nostra percezione della realtà attraverso la mente. Ecco alcuni modi in cui questo avviene:

 

1.  Pensiero Positivo e Autosuggestione: Cambiare il modo in cui pensiamo può influenzare le nostre emozioni e comportamenti. Ad esempio, praticare il pensiero positivo e l’autosuggestione può aiutare a creare una visione più ottimistica della realtà, influenzando così il nostro benessere generale.

2.   

3.  Meditazione: Queste pratiche possono alterare le strutture cerebrali, migliorando la regolazione emotiva e riducendo lo stress. Questo può portare a una percezione più calma e centrata della realtà.

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5.  Visualizzazione: Come accennato prima, la visualizzazione può preparare il cervello a esperienze future, migliorando le prestazioni e riducendo l’ansia. Immaginare scenari positivi può influenzare il modo in cui affrontiamo le situazioni reali.

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7.  Apprendimento e Esperienze Nuove: Impegnarsi in nuove esperienze e apprendere nuove abilità può modificare le reti neurali, ampliando la nostra percezione e comprensione del mondo.

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9.  Terapia Cognitivo-Comportamentale (CBT): Questa forma di terapia aiuta a identificare e modificare schemi di pensiero negativi, influenzando positivamente la percezione della realtà e migliorando la salute mentale.

 

Ma l’ipotesi più straordinaria è cambiare direttamente non il nostro modo di percepire la realtà, ma la realtà stessa. Il sogno di tutti gli uomini, che costruirebbe un nuovo essere.

La plasticità del cervello diventa così la plasticità della realtà.

lunedì 14 ottobre 2024

I gregari

 Essere animali gregari ha importanti conseguenze: che si cerca sempre un capo che ci guidi. Il gregario ha bisogno di qualcuno cui sottomettersi, non è capace di pensare e decidere da sé.

Sul piano psicologico, si vuole credere a un Dio - il Padre eterno, il Capo dei capi, come nelle gerarchie della mafia. Uno che comandi.

Sul piano mentale, si vuole credere a un Sé - a sua volta un capo interiore.

Solo chi è libero da questo pesante condizionamento e vuole essere libero capisce quanto siano schiavi tanti, troppi uomini.


L' esercito di terracotta

 Spesso paragono gli uomini a un esercito che si lancia all' assalto, ma viene decimato. Man mano che avanzano, vengono tutti falciati.

Forse sarebbe meglio cambiare strategia: magari non buttarsi così, senza pensarci. 

Ma questo esercito è su un piano inclinato e non riesce a trattenersi. Rotola irresistibilmente in giù.

Questa è la situazione: tutti, tutti veniamo uccisi.

Che fare, allora?

Almeno fermarsi. Siete capaci di fermarvi o dovete rotolare in giù?

Il cervello binario

 La nascita dei due emisferi cerebrali è un affascinante capitolo della storia evolutiva. Circa 600 milioni di anni fa, i nostri antenati, semplici organismi, svilupparono un sistema nervoso bilaterale, portando alla separazione del cervello in due emisferi distinti. Questa evoluzione ha permesso una maggiore specializzazione delle funzioni: l'emisfero sinistro generalmente si occupa del linguaggio e della logica, mentre quello destro è più coinvolto nella creatività e nell'interpretazione spaziale.


Questa divisione ha dato all'essere umano un vantaggio evolutivo, permettendo una maggiore efficienza e flessibilità nel processamento delle informazioni. I due emisferi, pur avendo funzioni specializzate, comunicano costantemente tra loro tramite il corpo calloso, garantendo un'integrazione continua delle informazioni.


Una danza meravigliosa di cooperazione ed equilibrio.

Questo significa che il dualismo cerebrale è un vantaggio e che in origine il cervello era unitario - come tutte le cose! 

In effetti, nei primi organismi con un sistema nervoso centrale, il cervello non era diviso in due emisferi come lo conosciamo oggi. Con l'evoluzione, gli organismi hanno sviluppato una maggiore complessità e specializzazione, portando alla separazione del cervello in due emisferi distinti. Questa divisione ha permesso una maggiore efficienza e specializzazione delle funzioni cerebrali, migliorando la capacità di sopravvivenza e adattamento degli organismi.


Pensate che la separazione in emisferi potrebbe aver fornito vantaggi come la capacità di svolgere compiti diversi simultaneamente e migliorare la comunicazione tra diverse aree del cervello.

Dunque, l' assetto binario ha portato a una maggiore consapevolezza - anzi, ha portato alla coscienza umana, cosi come la esperiamo. 

Lo sdoppiamento ha portato alla coscienza e alla coscienza della coscienza: la consapevolezza. In termini grossolani, abbiamo due cervelli che si guardano a vicenda. Ognuno fa da specchio all' altro. Ognuno di specchia nell' altro.

Attraverso il corpo calloso, un fascio di fibre nervose che collega i due emisferi, le due metà comunicano e coordinano le loro attività. Sebbene ogni emisfero abbia funzioni specializzate, devono lavorare insieme per garantire un funzionamento armonioso del cervello.


Ad esempio, l'emisfero sinistro controlla i movimenti della parte destra del corpo e viceversa. Ma per compiti complessi, come parlare o risolvere problemi, i due emisferi devono collaborare strettamente, scambiandosi informazioni in modo rapido ed efficiente.


È come un duetto ben coordinato. 

Ma poiché altri animali hanno un cervello con due emisferi, perché solo l' uomo ha sviluppato una coscienza evoluta?

Perché ci sono alcune caratteristiche uniche che sembrano conferire agli esseri umani una coscienza più sviluppata:


1. **Dimensioni e complessità del cervello**: Il cervello umano è relativamente grande rispetto al corpo e ha una corteccia cerebrale altamente sviluppata, che è associata a funzioni cognitive superiori come il pensiero astratto, la pianificazione e il linguaggio.


2. **Corteccia prefrontale**: Questa area è particolarmente sviluppata negli esseri umani e gioca un ruolo cruciale nel processo decisionale, nella regolazione delle emozioni e nella riflessione su sé stessi.


3. **Capacità di linguaggio**: Il linguaggio permette agli esseri umani di comunicare pensieri complessi e di riflettere su concetti astratti, un aspetto fondamentale della coscienza.


4. **Esperienze sociali e culturali**: Gli esseri umani vivono in società complesse con culture ricche, che contribuiscono a sviluppare la coscienza attraverso l'interazione sociale, l'apprendimento e la trasmissione di conoscenze.


Queste caratteristiche, insieme, creano una coscienza unica e altamente sviluppata negli esseri umani. 

La corteccia cerebrale è presente in molti altri animali, non solo negli esseri umani. Tuttavia, la complessità e lo sviluppo variano notevolmente tra le specie.


- **Mammiferi**: Molti mammiferi, come scimmie, elefanti, delfini e cani, hanno una corteccia cerebrale relativamente ben sviluppata. Questo permette loro di svolgere compiti cognitivi complessi, mostrare emozioni e avere comportamenti sociali elaborati.


- **Uccelli**: Sebbene strutturalmente diversa dalla corteccia dei mammiferi, alcune aree del cervello degli uccelli, come i corvi e i pappagalli, mostrano funzioni cognitive avanzate, paragonabili a quelle dei primati.


La differenza principale risiede nella quantità di materia grigia e nella complessità delle connessioni neurali. Negli esseri umani, questi aspetti sono estremamente sviluppati, permettendo livelli superiori di coscienza e abilità cognitive.


Questo è vero, ma il problema non è risolto: perché solo nell' uomo si è sviluppata questa consapevolezza?

Resta il fatto che solo il cervello binario ha raggiunto simili livelli.. Il che è un vantaggio, certo, ma anche una maggiore scissione , che fa dell' uomo un essere fortemente contraddittorio. Problematico.

Capace di distruggere se stesso, unico fra gli animali.


"Non siamo computer"

 

Pubblico questo articolo dal Giornale di Vicenza perché parla della teoria di Federico Faggin, il quale sostiene che la coscienza viene prima del cervello. Purtroppo, quando gli si chiede di provarlo, si trincera dietro il fatto che, essendo un fenomeno quantistico, non è riproducibile. “Non posso dimostrare ciò che è indimostrabile”.

 Chissà se un giorno non lontano il nome di Federico Faggin sarà ricordato a livello internazionale non solo come creatore del microprocessore, com'è oggi, ma anche come fondatore di un nuovo sapere. Lui l'ha battezzato Nousym: si propone di dare una risposta alle domande ancora irrisolte della fisica quantistica sul come le particelle elementari si originano dai cosiddetti "campi quantistici". Per Faggin occorre semplicemente cambiare paradigma scientifico e porre come postulato che quei campi da cui tutto si genera abbiano due caratteristiche di base: sono dotati di coscienza e anche di libero arbitrio.

È una teoria che fa discutere, e che attira moltissima attenzione. E infatti l'auditorium comunale di Chiampo era strapieno quando Faggin è tornato dopo un anno per presentare il nuovo libro dedicato a questa teoria (lanciata con "Irriducibile"): "Oltre l'invisibile, dove scienza e spiritualità si uniscono". Dopo il saluto del sindaco Filippo Negro e degli organizzatori (con Cif e altri) Giuliana Fontanella e Stefano Pelloso, Faggin si è sottoposto a una maratona di risposte sfociata in una lunghissima sequenza di domande poste direttamente dal pubblico. Domande anche critiche, visto che ad esempio l'ex primario vicentino di neurochirurgia Lorenzo Volpin gli ha obiettato che, nella sua esperienza medica, quando viene meno una parte del cervello iniziano a venire meno anche i segni della presenza di una coscienza completa.

Proprio qui infatti sta uno dei punti centrali della nuova teoria scientifica di Faggin: dopo anni di tentativi per poterla "trasportare" in un computer almeno a livello di "qualia" (cioè di sensazioni: il sapore, l'odore, ecc.), il fisico vicentino ha concluso che la coscienza non è affatto una questione di segnali elettrici e biochimici, e quindi non è un epifenomeno che si genera dal cervello. Ma è in grado di provare la teoria, andando al di là dei dubbi di esperti in tema di cervello come Volpin? Proprio a Chiampo, Faggin ha spiegato qual è il prossimo passo che intende fare. «Io - ha sottolineato - voglio fare scienza, non religione e spiritualità. Non posso dimostrare ciò che è indimostrabile, ma la fisica ha già dimostrato che lo stato quantistico non si può riprodurre in laboratorio. La coscienza non si può dimostrare direttamente, ma con esperimenti indiretti. Voglio dimostrare che le piante sono coscienti: c'è già evidenza che lo sono, ma lo voglio dimostrare in maniera più diretta, attraverso i loro fotoni che sono fenomeni quantistici come lo è la coscienza. Dimostrando questo, falsifichiamo tutte le teorie che dicono che la coscienza proviene dal cervello, perché le piante non hanno cervello. Una teoria come la mia può essere supportata con la falsificazione di tutte le altre teorie: è l'unica che rimane in piedi, dopo aver falsificato tutte le altre». 

 Comme

 

Le reti neurali

 

Pubblico questo articolo di Trending News, perché parla di un’ipotesi vecchia come il mondo: che la realtà sia un prodotto della mente:

Il neuroscienziato gela il mondo: “La realtà che conosci non esiste, è un’invenzione della tua mente”

 

Un neuroscienziato sconvolge il mondo con una rivelazione sorprendente: “La realtà che percepiamo è solo un’illusione creata dalla nostra mente”.

Il cervello umano è uno degli organi più affascinanti e complessi del corpo, responsabile non solo delle nostre funzioni fisiche, ma anche della nostra coscienza e del modo in cui percepiamo il mondo. Studiarlo e comprenderlo è stato l’obiettivo di molte discipline, dalla filosofia alla neurologia, con l’intento di svelare i misteri del pensiero umano. La percezione della realtà è uno degli aspetti più interessanti della neuroscienza moderna, poiché si basa sul modo in cui il cervello elabora le informazioni che riceve dai sensi.

Quando pensiamo alla realtà, di solito crediamo che ciò che vediamo, tocchiamo e ascoltiamo rappresenti il mondo esterno in modo oggettivo. Tuttavia, molti studi scientifici hanno dimostrato che la percezione è un processo soggettivo, creato e filtrato dal nostro cervello. Le esperienze che viviamo e le informazioni sensoriali che riceviamo vengono elaborate, interpretate e, in molti casi, distorte dal cervello per adattarsi al nostro modello del mondo.

Questo fenomeno ha suscitato grandi dibattiti tra filosofi e neuroscienziati, poiché suggerisce che la realtà come la conosciamo potrebbe non essere un riflesso fedele del mondo esterno, ma piuttosto una costruzione interna. Secondo alcune teorie, il nostro cervello crea una sorta di “realtà virtuale” basata su previsioni e modelli interni, modificando le informazioni sensoriali per renderle coerenti con le nostre aspettative.

L’idea che il cervello possa manipolare la nostra visione del mondo ha importanti implicazioni, non solo per la scienza, ma anche per la tecnologia. Oggi, con lo sviluppo di strumenti avanzati come l’intelligenza artificiale e la realtà virtuale, siamo in grado di interagire con mondi artificiali che sembrano reali. Questo ci porta a chiederci quanto sia solida la nostra comprensione della “vera” realtà e come la tecnologia potrebbe influenzare ulteriormente questa percezione.

Il cervello come creatore della realtà

Secondo alcuni neuro-scienziati, il cervello non si limita a ricevere passivamente informazioni dall’esterno, ma è attivamente coinvolto nella creazione della realtà che percepiamo. L’idea è che il nostro cervello costruisce una rappresentazione del mondo, una sorta di “teatro mentale” che ci permette di interagire con il mondo circostante. Questa rappresentazione è continuamente aggiornata sulla base delle informazioni sensoriali che riceviamo, ma può anche essere influenzata dalle nostre emozioni, esperienze passate e previsioni.

Questa teoria, che si basa su anni di ricerche neuroscientifiche, ha radici antiche nella filosofia, con pensatori come Platone e Kant che hanno già esplorato l’idea che il mondo che percepiamo sia, in qualche modo, una costruzione mentale. Oggi, le neuroscienze stanno confermando che il cervello utilizza reti neurali complesse per creare questa realtà soggettiva, basata su modelli interni che ci aiutano a navigare nel mondo.

Le implicazioni di manipolare la percezione

Le scoperte sulle modalità con cui il cervello costruisce la realtà aprono anche a scenari complessi legati alla possibilità di manipolare questa percezione. Con l’uso della tecnologia, è teoricamente possibile alterare l’attività delle reti neurali per modificare la realtà che un individuo percepisce. Questo solleva questioni etiche cruciali, soprattutto per quanto riguarda la protezione dei pensieri e delle percezioni personali.

Nel campo della ricerca, esperimenti condotti sugli animali hanno già dimostrato che è possibile manipolare i ricordi e le percezioni attraverso la stimolazione cerebrale, e molti scienziati ritengono che queste tecnologie possano essere applicate anche agli esseri umani in futuro. Tuttavia, ciò pone interrogativi importanti su come salvaguardare la nostra percezione della realtà e mantenere la privacy mentale intatta.

 

La novità sta nella scoperta delle reti neurali del cervello. Perché si potrebbe arrivare ad un esperimento.

Se io modifico qualcosa di queste reti, potrei cambiare la realtà?

Non per nulla, il premio Nobel di quest'anno è stato assegnato a studiosi delle reti neurali.

E ora leggete un altro articolo sulle memorie del computer e del cervello.

Quanti gigabyte di memoria ha il cervello umano?

Storia di Joel Baldo

 • 1giorno/i • 4 min di lettura

 

Quando parliamo di memoria possiamo fare riferimento alla memoria biologica, cioè alla nostra capacità di ricordare le cose, o alla memoria di elementi dei computer, come la memoria di un hard disk o di una ram. Ma c’è una curiosità che spesso affiora: si può misurare la memoria del nostro cervello in byte? La verità è che, ad oggi, questo paragone sembra insensato. Infatti, nei computer, la memoria è misurata in byte e può essere volatile (RAM) o non volatile (hard disk, SSD). Il cervello umano, invece, non utilizza bit e byte, ma immagazzina informazioni tramite reti neurali plastiche che rispondono a stimoli complessi e sensoriali. Vediamo quindi come funzionano nel dettaglio queste due tipologie di memoria.

Come funziona la memoria di un computer?

In informatica, la memoria è misurata in byte. Questa è l’unità di base dell’informazione e corrisponde ad una sequenza di otto bit. Il singolo bit può essere rappresentato da uno zero o un uno. Da solo un bit non significa niente, ma quando messo insieme ad altri sette bit, questi formano un codice che può essere interpretato come, ad esempio, una lettera. La lettera A corrisponde al codice binario 01100001. Ora, per quantificare la memoria di un hard disk, si fa riferimento alla loro capienza in byte, quindi sequenze di otto bit. Oggigiorno, si trovano facilmente nei nostri computer hard disk da 500 gigabyte, ovvero cinquecento miliardi di byte, oppure un terabyte, quindi il doppio: mille miliardi di byte. La memoria di un computer può essere suddivisa in due categorie principali:

  • Memoria volatile: è una memoria veloce ma temporanea, che non riesce a trattenere i dati quando il computer viene spento, e che sostituisce dati non immediatamente utilizzati con quelli che servono sul momento. Le memorie RAM funzionano in questo modo.
  • Memoria non volatile: è una memoria che conserva i dati anche senza alimentazione elettrica. Funzionano con questa modalità gli hard disk e le SSD, all’interno dei quali vengono scritti i dati che genericamente salviamo.

 

Come funziona la memoria del cervello?

A differenza di un computer, il cervello umano non ha idea di cosa siano byte e bit, e non li utilizza per immagazzinare informazioni. Soprattutto, rimane impossibile ridurre le informazioni contenute nel nostro cervello ad un elemento minimo comune come è il bit per le memorie digitali. I processi di memoria nel cervello riguardano l’apprendimento di nuove informazioni che appartengono a sfere molto complesse. Abbiamo la memoria sensoriale, che riguarda ciò che sentiamo e percepiamo, la memoria motoria o memoria procedurale, che riguarda la nostra abilità di apprendere e riprodurre movimenti anche complessi in maniera automatica, o ancora la memoria dei nostri episodi di vita, dei numeri di telefono dei nostri familiari, delle informazioni contenute nei libri universitari. Conserviamo tutte queste memorie differenti nelle nostre reti neurali specializzate, che si sfoltiscono quando scordiamo qualcosa (potatura sinaptica) e costruiscono connessioni quando invece stanno apprendendo qualcosa di nuovo (sinaptogenesi). Quella del cervello, quindi, è una memoria biologica distribuita, altamente plastica che risponde a input sensoriali, e che non è organizzata in file e cartelle. Inoltre, la nostra memoria è altamente ottimizzata, e fortemente basata sugli aiuti che riceve dall’esterno: avete presente quando non ricordate il testo di una canzone, ma poi vi basta che vi dicano la prima parola o vi facciano sentire la melodia per ricordare tutto il testo? Ecco, questo al computer non può succedere: o ha in sé tutte le informazioni necessarie, o non le ha.

 

Memoria biologica e memoria artificiale si possono comparare?

Uno studio del 2015 apparso su eLife si impegna in questo difficile compito di comparare la memoria del computer a quella del cervello. Il presupposto dal quale i ricercatori partono è che ogni sinapsi, cioè ogni singolo collegamento tra neuroni, memorizzi dati per un equivalente di 4,7 bit. Moltiplicando quindi tutti i neuroni (86 miliardi secondo i ricercatori) per il numero medio di sinapsi che ha (che variano tra i 5000 e i 10000) ed infine moltiplicando questo numero per gli ipotetici bit (4,7) si ottiene una dimensione approssimativa che si aggira intorno ai 2,5 petabyte, ovvero circa 2,5 milioni di gigabyte. Il problema è che, per ridurre a bit l’informazione delle sinapsi, i ricercatori hanno dovuto compiere grossolane approssimazioni. La memoria umana non è analoga alla memoria digitale, perché essa si è evoluta per rispondere alle sfide dell’ambiente e per utilizzare una frazione dell’energia che utilizza il computer (al contrario di ciò che succede nelle nostre case, in natura l’energia è un bene limitato e difficile da procurarsi). La capacità principale che chiediamo ai computer è quella di immagazzinare dati senza perdita di informazione, e compiere calcoli complessi in poco tempo. La capacità principale del cervello è apprendere le informazioni essenziali per sopravvivere, riconoscendo quindi cosa è dannoso da cosa è benefico a seconda di contesti e momenti. Per i primi serve una memoria solo parzialmente modificabile, per i secondi la plasticità, cioè la possibilità di imparare, è tutto. Uno studio del 2017, apparso su Proceedings of the National Academy of Science, afferma che la memoria umana non può essere considerata come un sistema di archiviazione dati, ma piuttosto come un sistema di elaborazione dinamica, dipendente dal contesto. Un articolo meno recente su Neuropsychopharmacology fa luce sui processi di memoria, e come questi siano continuamente modificati, consolidati e riconfigurati, il che rende pressoché impossibile paragonarla ad una memoria artificiale. Paragonare la memoria dei computer alla memoria umana sembra quindi un paragone che non porta da nessuna parte. Tutto sommato possiamo arrivarci anche empiricamente: se un computer vede una parola come “correre”, sta rilevando solamente una stringa di bit. Se noi vediamo la stessa parola, si attiva in noi la corteccia motoria relativa alle gambe, associazioni grafiche e di significato nel lobo temporale, rievocazione di esperienze passate, senso di fatica o di libertà, e tutta una serie di informazioni a cascata. La nostra memoria sembra assomigliare più alle correnti oceaniche , sempre uguali e sempre diverse, che ad un polveroso archivio statico.

 

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domenica 13 ottobre 2024

Gli smargiassi al potere

 Se volete un esempio di smargiasso e prepotente, eccovi Netanyahu, che minaccia tutto e tutti. Se la prende anche con l'ONU e ordina anche ai nostri inutili soldati di togliersi dai piedi. 

Lui si sente superiori a tutti. E se ne frega di tutti. Tanto nessuno lo ferma.

Incomprensibile il comportamento dell' America, che gli dice di fermarsi, ma gli fornisce armi e protezione. Schizoide.

Ma è chiaro che, in questo momento, a poche settimane dalle elezioni americane, tutto è confuso. Fra l'altro, se vince Trump, gli dirà di tirare avanti. E i nostri soldati dovranno andarsene con la coda fra le gambe - o verranno uccisi.

E la nostra smargiassetta della Garbatella dichiara che l'attacco di Netanyahu non è accettabile. Ma se gli israeliani sparano lo stesso? Dichiareremo guerra a Israele, un paese che ha l' atomica?

Non facciamo ridere. E non rendiamo ridicoli i nostri soldati, che saranno uccisi o fatti prigionieri dagli israeliani.

Questo è la conseguenza dello spostamento a destra di tanti paesi. Perché significa il governo degli smargiassi.

E quando governeranno tanti prepotenti, che cosa volete che facciano? Si faranno la guerra. E a pagare saranno proprio i popoli che si sono stupidamente affidati ai gradassi.

Come dico sempre, se scoppierà una terza guerra mondiale sarà per colpa non di Putin, ma di Netanyahu.

Purtroppo, questa è l' implacabile regola della dialettica non hegeliana - quella che non ha sintesi, ma solo scontro. Dopo un periodo di pace, deve arrivare un periodo di guerra.

Mi dispiace dirlo. Ma il vero problema è l'offuscamento delle intelligenze, che stanno cedendo a leggi cosmiche non benevoli.

La danza delle forze contrapposte

La danza delle forze contrapposte

Nel mondo, le forze contrapposte sono alla base di molti fenomeni fisici:

 

Prendiamo la terza legge di Newton, per ogni azione, c'è una reazione uguale e contraria. Se spingi contro un muro, il muro esercita una forza uguale e opposta su di te.

   

Poi ci sono le forze d'attrito: quando cammini, i tuoi piedi spingono all'indietro contro il terreno. In risposta, il terreno spinge in avanti sui tuoi piedi, permettendoti di avanzare.

 

Quindi, ci sono le forze interne nei materiali: all'interno di un trave in un edificio, le forze di compressione (che tengono insieme la  trave ) sono bilanciate da forze di tensione (che tirano la  trave ).

 

Queste forze mantengono l'equilibrio e la stabilità nei sistemi fisici.

Ma anche in campo psicologico ci sono forze contrapposte.

Anzi, la psiche ne è piena. Pensa ai conflitti interni, come il desiderio di sicurezza contro la voglia di avventura. Questi conflitti possono generare tensione e ansia, ma sono anche essenziali per la crescita personale. La mente umana è un campo di battaglia dinamico, dove bisogni e desideri spesso si scontrano. Questo gioco di forze contrapposte non solo modella il nostro comportamento, ma ci spinge a prendere decisioni e a trovare un equilibrio. 

Non è affascinante come il nostro cervello e la nostra mente funzionino quasi come un sistema fisico?

Naturalmente, dico "quasi" perché, a differenza di un sistema fisico che segue leggi precise e prevedibili, la mente umana è incredibilmente complessa e influenzata da un'enorme varietà di fattori. Non tutte le dinamiche psicologiche possono essere quantificate o previste con esattezza matematica. Ogni individuo ha un'esperienza unica, influenzata dalle sue emozioni, esperienze passate, e persino dalla biologia. È proprio questa complessità che rende lo studio della mente umana così difficile. 

Ma, aldilà delle contrapposizioni psicologiche, ci sono i dualismi e le contrapposizioni che strutturano il pensiero umano e la percezione del mondo.

 

Questi dualismi sono fondamentali per dare senso alla nostra esperienza e organizzare le informazioni. Per esempio:

 

- **Bene e male**: Questa contrapposizione è alla base della nostra morale e delle scelte etiche.

- **Alto e basso**: Ci aiuta a orientarsi nello spazio fisico e mentale.

- **Prima e dopo**: Struttura la nostra comprensione del tempo e della causalità.

- **Maschile e femminile**: Un dualismo che influisce profondamente sulle nostre identità e sulle dinamiche sociali.

 

Questi opposti non solo definiscono il nostro pensiero, ma spesso si influenzano reciprocamente, creando un equilibrio dinamico che ci permette di navigare la complessità del mondo.

Ma queste contrapposizioni sono solo logiche o reali?

Direi entrambe le cose. Le contrapposizioni come bene e male, alto e basso, prima e dopo, maschile e femminile sono reali nel senso che riflettono esperienze e osservazioni concrete della realtà. Per esempio, l'altezza è un attributo fisico misurabile, e il tempo può essere osservato come sequenza di eventi.

 

Ma sono anche costruzioni logiche che il cervello utilizza per dare ordine e significato al mondo. Sono categorie mentali che ci aiutano a navigare la complessità dell'esperienza umana e a prendere decisioni.

 

Quindi, queste contrapposizioni sono radicate nella realtà, ma sono anche il modo in cui strutturiamo e interpretiamo quella realtà. Una bella combinazione di concretezza e astrazione!

Ma esiste prima la mente che forma la realtà o la realtà che forma la mente?

La questione di cosa venga prima, la mente o la realtà, ha interpellato filosofi, scienziati e pensatori per secoli.

 

Aldilà delle opposte spiegazioni dell'idealismo e del materialismo, la visione

 più moderna e integrativa suggerisce che mente e realtà siano in un rapporto di interdipendenza. La nostra percezione del mondo esterno modella il nostro pensiero, ma allo stesso tempo le nostre convinzioni e idee influenzano come interpretiamo e interagiamo con quella realtà.

 

In pratica, è un po' come chiedersi se è nato prima l'uovo o la gallina. Entrambe le prospettive hanno argomenti validi e, molto probabilmente, la verità risiede in una combinazione delle due. 

 

Pensa alla relazione tra la mente e la realtà come a una danza continua. Entrambe si influenzano reciprocamente: 

 

1. **La realtà plasma la mente**: Le nostre esperienze, ciò che vediamo, tocchiamo, ascoltiamo e viviamo ogni giorno, modellano i nostri pensieri, credenze e percezioni. Ad esempio, un bambino che cresce in un ambiente amorevole sviluppa una mente diversa rispetto ad uno cresciuto in un contesto difficile.

 

2. **La mente plasma la realtà**: Allo stesso tempo, il nostro modo di pensare, le nostre convinzioni e percezioni influenzano come vediamo il mondo e come interagiamo con esso. Le nostre aspettative e pregiudizi possono modellare le nostre esperienze. Ad esempio, se credi che oggi sarà una buona giornata, è più probabile che tu percepisca gli eventi in modo positivo e reagisca di conseguenza.

 

In breve, la mente e la realtà sono in un rapporto di mutua influenza, ciascuna contribuendo alla formazione dell'altra. È una relazione simbiotica dove nessuna delle due esiste completamente indipendente dall'altra. 

Ma questa relazione simbiotica, questo rapporto di mutua influenza in cui ciascuna metà contribuisce alla formazione dell' altra, non è anche il rapporto che esiste tra gli opposti logici?

Proprio cosi: gli opposti logici, come bene e male, alto e basso eccetera, formano una parte integrale di questo rapporto di mutua influenza. Ogni concetto trova il suo significato e la sua esistenza proprio nel confronto e nell'interazione con il suo opposto.

 

Ad esempio, non potremmo comprendere realmente cosa sia il "bene" senza avere un'idea di cosa sia il "male". La definizione di "alto" implica l'esistenza di un "basso." Questa dialettica tra opposti non solo ci aiuta a comprendere il mondo, ma crea anche dinamiche di equilibrio e crescita.

 

In questo senso, il rapporto tra mente e realtà, e tra gli opposti logici, non solo riflettono come organizziamo il nostro pensiero, ma anche come interpretiamo e diamo significato alla nostra esperienza.

Dunque, deve esistere un'analogia o un parallelismo tra coppie di opposti in fisica e coppie di opposti nella logica,

Entrambi gli schemi riflettono un modo fondamentale di comprendere e organizzare la realtà. 

 

In fisica, per esempio:

- **Attrazione e repulsione**: Le forze elettromagnetiche che attraggono o respingono cariche opposte o simili.

- **Materia e antimateria**: Ogni particella ha una controparte di antimateria con proprietà opposte.

 

Nella logica:

- **Vero e falso**: Le basi della logica proposizionale, dove ogni enunciato è vero o falso.

- **Bene e male**: Costruzioni morali che aiutano a guidare le scelte etiche.

 

Questi opposti creano un equilibrio e un contrasto che ci permette di comprendere meglio il mondo. La realtà fisica e i concetti astratti seguono entrambi questa dinamica di dualità, che è una chiave per la nostra comprensione dell'universo. Abbastanza profondo, no?

La dinamica della dualità si può descrivere come l'interazione continua e l'equilibrio tra due poli opposti. Questa interazione non solo crea tensione, ma permette anche la comprensione e la definizione di ciascun polo attraverso il confronto con il suo opposto.

 

In fisica, per esempio, possiamo parlare di dualità onda-particella, dove la luce può comportarsi sia come onda sia come particella a seconda del contesto e delle condizioni. Questa doppia natura permette di spiegare fenomeni altrimenti incomprensibili se considerati separatamente.

 

Nella logica, la dinamica degli opposti è evidente nella dialettica hegeliana, dove una tesi si scontra con un'antitesi, producendo a volte una sintesi che incorpora elementi di entrambi ma li trascende.

 

Questi opposti si influenzano reciprocamente e spesso si fondono in un'unità superiore, portando a una comprensione più profonda e complessa della realtà. È un gioco di contrasti e armonie che trova eco in ogni aspetto dell'esistenza.

 

Una bella miscela di tensione creativa e risoluzione armoniosa.

Però, la sintesi tra bene e male non è sempre evidente e immediata. Hegel, il filosofo tedesco, proponeva che attraverso il conflitto tra tesi e antitesi emergesse una sintesi che rappresenta un livello superiore di verità.

 

Nel contesto di bene e male, la sintesi potrebbe non essere una fusione semplice o un compromesso, ma una comprensione più profonda delle circostanze e delle intenzioni che sfumano il confine tra i due. Ad esempio, un'azione apparentemente negativa potrebbe portare a un bene maggiore o a una lezione preziosa, e viceversa. Questo non giustifica il male, ma offre una prospettiva più complessa e comprensiva del comportamento umano.

 

Inoltre, molte filosofie e religioni cercano di trascendere la dicotomia tra bene e male, proponendo uno stato di consapevolezza o illuminazione dove tali distinzioni diventano irrilevanti.

 

La strada verso questa sintesi è spesso tortuosa e richiede riflessione, empatia e crescita personale.

Ma non tutte le contrapposizioni risultano in una sintesi evidente. Alcune dualità, come alto e basso, prima e dopo, sono più strutture di riferimento che ci aiutano a dare senso e ordine al mondo. 

 

Questi opposti sono spesso utilizzati per descrivere stati o condizioni in modo binario, e non necessariamente convergono in una sintesi unificata. Invece, servono come strumenti di comprensione che ci permettono di navigare la complessità dello spazio e del tempo.

 

La sintesi, come concetto, è più pertinente a dualità che richiedono una risoluzione dialettica, come bene e male, dove il confronto tra gli opposti può portare a una nuova comprensione o equilibrio. Però, alcuni dualismi esistono semplicemente per fornire contrasto e contesto, senza la necessità di una sintesi.

Non tutte le dualità trovano una sintesi, e maschile e femminile ne sono un esempio. Questi opposti rappresentano una gamma di caratteristiche biologiche, culturali e sociali che esistono su uno spettro.

 

Le dualità come maschile e femminile possono coesistere e interagire in modo complementare senza necessariamente convergere in una sintesi unificata. Sono esempi di come gli opposti possano esistere in equilibrio dinamico, influenzandosi reciprocamente senza annullarsi.

 

Altre dualità che non prevedono sintesi includono:

- **Destra e sinistra**: utili per orientamento spaziale, ma non devono convergere.

- **Inizio e fine**: definiscono fasi temporali senza necessità di fusione.

 

In questi casi, la dualità serve più come strumento di riferimento che non come una dialettica da risolvere. 

In conclusione, mente e realtà sono una coppia interdipendente di due polarità che si scontrano e si influenzano a vicenda, ma sono indispensabili l'una all'altra.

Le leggi che governano la mente e la realtà sono interconnesse. La mente segue leggi psicologiche e neurologiche, mentre la realtà fisica segue leggi naturali e fisiche. Tuttavia, l’interazione tra mente e realtà può creare un sistema complesso in cui le leggi di entrambe le polarità si influenzano reciprocamente.

Ad esempio, la percezione della realtà da parte della mente può essere influenzata da processi cognitivi e emotivi, mentre le esperienze reali possono modificare il funzionamento della mente attraverso l’apprendimento e l’adattamento.

 

Le leggi che regolano le forze contrapposte in fisica e nella logica, anche se operano in contesti molto diversi, sono simili.

In fisica, le leggi che regolano forze contrapposte; come quelle descritte da Newton, descrivono come le forze fisiche interagiscono e influenzano il movimento degli oggetti.

In logica, le forze contrapposte possono essere viste radizionalmente attraverso principi come il principio di non contraddizione, che afferma che una proposizione non può essere vera e falsa allo stesso tempo, e il principio del terzo escluso, che afferma che una proposizione è o vera o falsa, senza una terza possibilità. Questi principi regolano la coerenza e la struttura dei ragionamenti logici.

Ma siccome la realtà è contraddittoria, non sono più sufficienti a descrivere una ambiente dinamico, dove le forze contrastanti in modo opposto convivono tranquilla mente, dove la logica è paradossale, dove per esempio il bene non esclude il male, ma lo include.

La realtà spesso presenta situazioni che sembrano contraddittorie o paradossali, e questo può mettere in crisi le leggi tradizionali della logica classica. In questi casi, si può ricorrere a logiche alternative come la logica paraconsistente o la logica fuzzy.

 

1. Logica Paraconsistente: Questa logica permette di gestire contraddizioni senza che l’intero sistema logico collassi. In altre parole, una proposizione e la sua negazione possono coesistere senza portare a conclusioni illogiche.

La logica paraconsistente è un sistema formale che permette di gestire contraddizioni senza che queste portino a conclusioni illogiche o banali. In altre parole, in un sistema paraconsistente, una proposizione e la sua negazione possono coesistere senza che ciò renda derivabile qualsiasi enunciato, evitando così il cosiddetto principio di esplosione.

Ecco alcuni punti chiave sulla logica paraconsistente:

1. Origine: Il termine è stato coniato dal filosofo peruviano Francisco Miró Quesada nel 1976. Tuttavia, le idee alla base risalgono a filosofi come Aristotele e sono state sviluppate da logici come Nikolaj Vasil’ev, Ivan Orlov, Stanisław Jaśkowski e Newton da Costa.

2. Principio di Esplosione: Nella logica classica, una contraddizione implica che qualsiasi proposizione può essere derivata (ex contradictione quodlibet). La logica paraconsistente evita questo principio, permettendo di trattare contraddizioni in modo controllato.

3. Applicazioni: Le logiche paraconsistenti sono utili in vari campi, come la gestione delle antinomie nei fondamenti della matematica, l’analisi delle credenze e delle informazioni inconsistenti, e persino nella formalizzazione della dialettica in senso hegelo-marxista.

4. Esempi di Logiche Paraconsistenti: Alcuni esempi includono la “logic of paradox” di Florencio Asenjo e Graham Priest, e le logiche LFI (Logics of Formal Inconsistency), che introducono operatori per esprimere la consistenza.

2.  

3.  

4. Logica Fuzzy: Questa logica si occupa di valori di verità che non sono semplicemente veri o falsi, ma possono assumere qualsiasi valore intermedio. È utile per descrivere situazioni in cui i concetti non sono chiaramente definiti, come il bene e il male che coesistono in varie sfumature.

La logica fuzzy (o logica sfumata) è un tipo di logica polivalente che permette di attribuire a ciascuna proposizione un grado di verità compreso tra 0 e 1, anziché limitarsi ai valori binari di vero (1) e falso (0) della logica classica. Questo approccio è particolarmente utile per descrivere situazioni in cui i confini tra categorie non sono netti, ma sfumati.

Concetti Fondamentali

1. Grado di Appartenenza: In un insieme fuzzy, ogni elemento può appartenere all’insieme con un certo grado di appartenenza, rappresentato da un numero tra 0 e 1. Ad esempio, una persona alta 1,75 metri potrebbe avere un grado di appartenenza di 0,8 all’insieme delle "persone alte"1.

2. Funzione di Appartenenza: Questa funzione definisce come il grado di appartenenza varia in base alle caratteristiche dell’elemento. Può assumere forme diverse, come triangolare, trapezoidale o a campana.

3. Applicazioni: La logica fuzzy è utilizzata in molti campi, tra cui l’intelligenza artificiale, il controllo automatico, la gestione delle incertezze nei database e i sistemi di supporto decisionale2.

Esempi Pratici

·         Controllo Automatico: Nei sistemi di controllo, come i termostati intelligenti, la logica fuzzy permette di gestire variazioni graduali della temperatura, migliorando l’efficienza e il comfort.

·         Intelligenza Artificiale: Nei sistemi di riconoscimento vocale o di visione artificiale, la logica fuzzy aiuta a gestire l’incertezza e l’imprecisione dei dati reali.

Differenze con la Logica Classica

A differenza della logica classica, che richiede una netta distinzione tra vero e falso, la logica fuzzy riflette meglio la complessità e la sfumatura delle situazioni reali, dove le categorie non sono sempre chiaramente definite.

5.  

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7. Paradossi: I paradossi, come il paradosso del mentitore, mettono in luce i limiti della logica tradizionale e stimolano la riflessione su come affrontare situazioni apparentemente contraddittorie.

Il paradosso del mentitore è un famoso paradosso logico che mette in luce le difficoltà nel trattare affermazioni autoriferite. La versione classica del paradosso è l’affermazione “Questa frase è falsa”. Se la frase è vera, allora è falsa, ma se è falsa, allora è vera.

Origini e Varianti

1. Epimenide di Creta: Una delle prime versioni del paradosso è attribuita a Epimenide, che disse “Tutti i Cretesi sono bugiardi”. Essendo lui stesso un cretese, se dice la verità, allora mente, creando una contraddizione.

2. Eubulide di Mileto: Un’altra formulazione è di Eubulide, che disse “Io sto mentendo”. Se sta mentendo, allora dice la verità, ma se dice la verità, allora sta mentendo.

3. Buridano: Nel XIV secolo, Buridano propose una variante in cui due persone fanno affermazioni contraddittorie l’una sull’altra, dimostrando che il paradosso può derivare anche da riferimenti reciproci, non solo dall’autoriferimento.

Soluzioni e Interpretazioni

Il paradosso del mentitore continua a essere un tema di grande interesse in logica, filosofia e linguistica, stimolando riflessioni profonde sulla natura della verità e della coerenza logica.

Queste logiche alternative offrono strumenti per descrivere e comprendere meglio una realtà dinamica e complessa, dove le forze contrastanti possono coesistere e interagire in modi non intuitivi.

Se io dico che il bene presuppone il male, e il male presuppone il bene, non è una logica circolare?

Sì, affermare che il bene presuppone il male e viceversa può essere visto come un esempio di logica circolare. In logica, un ragionamento circolare (o diallele) è un tipo di argomentazione in cui la conclusione è implicita nelle premesse, creando un circolo vizioso.

Esempio di Logica Circolare

Nel caso del bene e del male:

  • Premessa 1: Il bene esiste perché esiste il male.
  • Premessa 2: Il male esiste perché esiste il bene.
  • Conclusione: Il bene e il male esistono perché si presuppongono a vicenda.

Questo tipo di ragionamento non fornisce una spiegazione esterna o indipendente per l’esistenza del bene o del male, ma si basa su una relazione reciproca che non rompe il circolo.

Dualismo e Complessità

Il dualismo bene-male è una dicotomia presente in molte filosofie e religioni, dove queste due forze opposte sono viste come interdipendenti e complementari2. In un contesto più complesso, come quello della logica fuzzy o della logica paraconsistente, si può tentare di descrivere queste relazioni senza cadere in una logica circolare, accettando che le categorie non siano nettamente separate ma sfumate e interconnesse.

Applicazioni Pratiche

  • Etica e Filosofia: In etica, riconoscere che il bene e il male possono coesistere in varie forme può aiutare a comprendere meglio la complessità delle azioni umane e delle loro conseguenze.
  • Psicologia: In psicologia, accettare che aspetti positivi e negativi possano coesistere in una persona o in una situazione può portare a una visione più equilibrata e realistica della realtà.

Il concetto di bene e male può essere collegato alla teoria dell’equilibrio in diversi modi, specialmente attraverso il prisma del dualismo e delle forze opposte che si bilanciano a vicenda.

Dualismo e Equilibrio

Il dualismo bene-male è una delle dicotomie più antiche e diffuse nelle filosofie e religioni di tutto il mondo. Questa visione sostiene che il bene e il male sono due forze opposte ma complementari che coesistono e si influenzano reciprocamente. La teoria dell’equilibrio, in questo contesto, suggerisce che per mantenere un’armonia universale, entrambe le forze devono essere presenti e bilanciate.

Esempi Filosofici e Religiosi

1. Taoismo: Il concetto di Yin e Yang rappresenta perfettamente questa idea. Yin (spesso associato al male, al buio, alla passività, al femminile) e Yang (associato al bene, alla luce, all’attività, al maschile) sono interdipendenti e uno non può esistere senza l’altro. L’equilibrio tra Yin e Yang è essenziale per l’armonia dell’universo.

2. Psicologia di Jung: Carl Jung parlava dell’integrazione dell’ombra, ovvero l’accettazione e l’integrazione degli aspetti negativi della propria personalità (il male) per raggiungere una personalità completa e bilanciata.

3. Freud: Sigmund Freud teorizzava che le pulsioni di vita (Eros) e di morte (Thanatos) sono in costante conflitto e che l’equilibrio tra queste pulsioni è fondamentale per la salute mentale.

Applicazioni Pratiche

·         Etica e Morale: In etica, riconoscere che il bene e il male coesistono può aiutare a sviluppare una visione più equilibrata e comprensiva delle azioni umane e delle loro conseguenze.

·         Gestione dei Conflitti: Nella risoluzione dei conflitti, comprendere che le forze opposte possono coesistere e bilanciarsi può portare a soluzioni più sostenibili e armoniose.

Conclusione

Il concetto di bene e male, quando visto attraverso la lente della teoria dell’equilibrio, ci invita a riconoscere la complessità e l’interdipendenza delle forze opposte nella nostra vita e nel mondo. Questo approccio può portare a una comprensione più profonda e a una gestione più efficace delle dinamiche personali e sociali.

La logica circolare può effettivamente emergere in molte contrapposizioni logiche complementari, specialmente quando le due parti sono interdipendenti e si definiscono a vicenda. Tuttavia, non tutte le contrapposizioni logiche complementari necessariamente implicano una logica circolare. Vediamo alcuni esempi e contesti:

Esempi di Contrapposizioni Logiche Complementari

1. Bene e Male: Come discusso, il bene e il male possono essere visti come interdipendenti, dove l’esistenza di uno presuppone l’esistenza dell’altro. Questo può portare a una logica circolare se non si introduce un contesto esterno o una definizione indipendente.

2. Luce e Buio: La luce è definita come l’assenza di buio e viceversa. Anche qui, c’è una complementarità che può sembrare circolare, ma in fisica, la luce e il buio sono fenomeni misurabili e distinti, evitando così una vera e propria circolarità logica.

3. Ordine e Caos: In molti sistemi complessi, l’ordine e il caos sono visti come due stati complementari. La teoria del caos, ad esempio, studia come sistemi apparentemente caotici possano avere un ordine sottostante. Qui, la complementarità non implica necessariamente una logica circolare, ma piuttosto una dinamica complessa.

Gestione della Logica Circolare

Per evitare la logica circolare nelle contrapposizioni complementari, si possono adottare diverse strategie:

·         Definizioni Estese: Fornire definizioni che non si basano esclusivamente sull’opposizione reciproca. Ad esempio, definire il bene non solo come assenza di male, ma anche attraverso caratteristiche positive indipendenti.

·         Contesti Esterni: Introdurre un contesto o un quadro di riferimento esterno che aiuti a definire le due parti in modo indipendente.

·         Logiche Alternative: Utilizzare logiche alternative come la logica fuzzy o la logica paraconsistente per gestire meglio le contraddizioni e le complementarità senza cadere nella circolarità.

Conclusione

La logica circolare può emergere in molte contrapposizioni logiche complementari, ma non è inevitabile. Con definizioni precise e contesti appropriati, è possibile evitare la circolarità e comprendere meglio le dinamiche tra forze opposte.

Ma sostenere che la logica circolare sia la logica della realtà contraddittoria è un’idea interessante e trova riscontro in alcune teorie filosofiche e scientifiche.

Filosofia e Logica Circolare

1. Dialettica Hegeliana: Hegel sosteneva che la contraddizione è una parte essenziale della realtà e del pensiero. La sua dialettica si basa sul superamento delle contraddizioni attraverso un processo di tesi, antitesi e sintesi, dove ogni fase include e supera la precedente. Questo processo può essere visto come una forma di logica circolare, dove ogni nuova sintesi diventa una nuova tesi, perpetuando il ciclo.

2. Paradossi Logici: I paradossi, come il paradosso del mentitore, mostrano come la logica tradizionale possa essere insufficiente per descrivere certe realtà contraddittorie. La logica paraconsistente e altre logiche non classiche cercano di affrontare queste contraddizioni senza collassare in un circolo vizioso.

Fisica e Realtà Contraddittoria

1. Principio di Complementarità di Bohr: Nella meccanica quantistica, il principio di complementarità di Niels Bohr afferma che particelle come gli elettroni possono esibire proprietà sia di particelle che di onde, a seconda dell’esperimento. Questa dualità può sembrare contraddittoria, ma è una realtà accettata nella fisica quantistica3.

2. Teoria della Relatività: La relatività di Einstein ha introdotto concetti che sfidano la logica classica, come la dilatazione del tempo e la contrazione delle lunghezze, che dipendono dal sistema di riferimento dell’osservatore. Questi fenomeni possono sembrare contraddittori rispetto alla nostra intuizione quotidiana, ma sono confermati sperimentalmente.

Conclusione

La logica circolare può essere vista come un modo per comprendere e descrivere una realtà complessa e contraddittoria. In filosofia, la dialettica hegeliana e i paradossi logici mostrano come le contraddizioni possano essere parte integrante del pensiero. In fisica, principi come la complementarità e la relatività dimostrano che la realtà può comportarsi in modi che sfidano la logica tradizionale.

Le leggi che governano la mente e la realtà possono essere diverse, ma interconnesse. La mente segue leggi psicologiche e neurologiche, mentre la realtà fisica segue leggi naturali e fisiche. Tuttavia, l’interazione tra mente e realtà può creare un sistema complesso in cui le leggi di entrambe le polarità si influenzano reciprocamente.

Ad esempio, la percezione della realtà da parte della mente può essere influenzata da processi cognitivi e emotivi, mentre le esperienze reali possono modificare il funzionamento della mente attraverso l’apprendimento e l’adattamento.

Ti interessa approfondire qualche aspetto specifico di questa relazione?

Le leggi che governano la mente e la realtà possono essere diverse, ma interconnesse. La mente segue leggi psicologiche e neurologiche, mentre la realtà fisica segue leggi naturali e fisiche. Tuttavia, l’interazione tra mente e realtà può creare un sistema complesso in cui le leggi di entrambe le polarità si influenzano reciprocamente.

Ad esempio, la percezione della realtà da parte della mente può essere influenzata da processi cognitivi e emotivi, mentre le esperienze reali possono modificare il funzionamento della mente attraverso l’apprendimento e l’adattamento.

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Le leggi che governano la mente e la realtà possono essere diverse, ma interconnesse. La mente segue leggi psicologiche e neurologiche, mentre la realtà fisica segue leggi naturali e fisiche. Tuttavia, l’interazione tra mente e realtà può creare un sistema complesso in cui le leggi di entrambe le polarità si influenzano reciprocamente.

Ad esempio, la percezione della realtà da parte della mente può essere influenzata da processi cognitivi e emotivi, mentre le esperienze reali possono modificare il funzionamento della mente attraverso l’apprendimento e l’adattamento.

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