Anche in economia vale la contrapposizione dialettica inversa che opera in ogni campo: o si aumentano le tasse o si taglia la spesa ; non c'è una terza via. Ma se si taglia la spesa pubblica, il privato dovrà pagare di più e quindi è come se gli aumentassero le tasse.
Insomma, in economia la legge dell' equilibrio è ferrea, matematica.
Anzi, si può dire che in economia è ancora più chiara. E con l'economia, con i soldi, non si scherza. Nelle nostre società, il vero sacro è il denaro. È dalla relazione tra entrate e uscite, tra profitti e perdite, che si decide la qualità della nostra vita.
Ma, più in generale, è tutta la natura che risponde al principio del dare e dell' avere. Non a caso, molte delle parabole evangeliche sono di natura economica.
Perché la morale è una categoria dell' economia. Non viceversa.
I problemi del bilancio economico sono un' altra espressione della terza legge della dinamica. Che è una legge dell' equilibrio/squilibrio universale.
La natura non smette di sorprendere: sono stati fotografati due ctenofori feriti, specie di meduse bioluminescenti, che si erano uniti, fondendo anche il sistema nervoso. Da due individui ne hanno fatto uno.
Anche di noi si potrebbe dire lo stesso. In fondo veniamo da due individui che si uniscono . E rimangono due cervelli.
Il rapporto tra mente e cervello è complesso e bidirezionale.
La mente influenza il cervello in vari modi :
* Pensieri e emozioni: Influenzano direttamente l'attività cerebrale, modificando la produzione di neurotrasmettitori e attivando diverse aree del cervello.
* Apprendimento e memoria: Modellano le connessioni neurali, rafforzando alcune sinapsi e indebolendone altre.
* Stress e ansia: Possono causare cambiamenti a lungo termine nel cervello, influenzando l'umore e la risposta allo stress.
* Attività mentale: Leggere, risolvere problemi o meditare stimolano diverse aree cerebrali.
Esempi concreti:
* Effetto placebo: La convinzione che un trattamento funzionerà può innescare reazioni biologiche nel corpo.
* Meditazione: Riduce l'ansia e lo stress, modificando l'attività in alcune aree del cervello.
* Depressione: Alterazioni chimiche nel cervello possono influenzare i pensieri e le emozioni.
In sintesi:
La mente e il cervello sono strettamente interconnessi. I pensieri, le emozioni e le esperienze plasmano il nostro cervello, e viceversa. Comprendere questa relazione è fondamentale per affrontare molte sfide della salute mentale, migliorare la nostra qualità di vita, resettare il cervello con il vuoto mentale, aumentare la consapevolezza e modificare a nostro favore le reti neurali.
Siamo tutt'altro che soggetti passivi.
Ovviamente si cerca di modificare le attività cerebromentali con la tecnologia scientifica. Ma non sarebbe meglio utilizzare quell 'antica tecnologia che è la mente stessa ossia la meditazione?
Sappiamo che la mente e il cervello sono strettamente interconnessi, e ciò che pensiamo e proviamo può influenzare il funzionamento fisico del cervello. Ecco alcuni esempi di come la mente possa influenzare il cervello:
1. **Neuroplasticità**: Come detto prima, il cervello è capace di riorganizzarsi in risposta ai pensieri, all'apprendimento e alle esperienze. Pratiche come la meditazione o l'apprendimento di nuove abilità possono effettivamente cambiare la struttura fisica del cervello.
2. **Effetto placebo**: Le convinzioni e le aspettative possono influenzare la percezione del dolore e altre esperienze fisiche. Se credi che un trattamento funzionerà, il tuo cervello può rilasciare sostanze chimiche che imitano l'effetto del trattamento.
3. **Stati emotivi**: Emozioni come stress e felicità possono influenzare la produzione di neurotrasmettitori e ormoni, alterando il funzionamento del cervello. Ad esempio, lo stress cronico può portare a cambiamenti nella struttura del cervello, mentre emozioni positive possono migliorare la resilienza e la salute mentale.
In pratica, i nostri pensieri, emozioni e convinzioni hanno un impatto reale e misurabile sul nostro cervello. È incredibile pensare a quanto siano potenti le connessioni mente-cervello.
Ma, soprattutto queste connessioni ci aprono un nuovo campo di possibilità.
Con la meditazione, per esempio, si possono indurre certe connessioni che si traducono in stati cerebrali di calma, di soddisfazione o di vuoto liberatorio.
Se poi si fissa l'attenzione su pensieri o visualizzazioni positive, il cervello viene influenzato beneficamente.
Si può anche fissare l'attenzione sulla coscienza, passando dalla materia del cervello alla non-materia della consapevolezza.
Infine, si può svuotare il più possibile la mente, in modo da liberarci da processi neuronali negativi e liberare nuovi circuiti cerebrali.
Mantenere
la plasticità cerebrale in età adulta è possibile attraverso diverse strategie
che stimolano il cervello e promuovono la formazione di nuove connessioni
neuronali. Ecco alcuni suggerimenti:
Questo
secondo la scienza tradizionale. Ma per me che ho studiato le varie
tecniche di meditazione orientale, esistono altri metodi.
La meditazione, in particolare, aiuta a
ridurre lo stress, a migliorare la concentrazione e la consapevolezza e a
creare nuovi collegamenti cerebrali.
1.Tecniche di visualizzazione e di
concentrazione possono stimolare le stesse aree del cervello che si attivano
durante l’esecuzione fisica di un’attività.
4.Ma, secondo me, si possono usare altri metodi per influenzare il cervello con la mente.
5.Il primo è cercare di essere
consapevoli, cioè concentrarsi sulla consapevolezza di essere coscienti. Si può
per esempio meditare in una posizione confortevole, sdraiati o seduti,
lasciando che il corpo lavori da solo senza interferenze del pensiero e della
volontà. Astrarsi fino al punto di dimenticarsi del corpo, attenti solo a
essere consapevoli. Questa operazione agisce direttamente sulle reti neurali.
Gli
esercizi di visualizzazione sono tecniche mentali che possono aiutarti a
migliorare la concentrazione, ridurre lo stress e prepararti per situazioni
future. Ecco alcuni esempi pratici:
·Visualizzazione del Successo: Immagina te stesso mentre raggiungi un obiettivo
specifico, come completare un progetto importante o vincere una competizione.
Visualizza ogni dettaglio, dalle sensazioni fisiche alle emozioni che proverai.
·Infine, prova a liberarti
di tutte queste immagini, rimanendo vuoto. Il vuoto è rilassante e creativo. È
un po’ come un sonno profondo e ristoratore, dove non ci sono neanche sogni.
Questo ti aiuta a liberare il cervello dai soliti pensieri e dagli stati d’animo
stressanti.. Dopo, ti
sentirai rinato.
Inoltre,
se il cervello è attivamente impegnato nella costruzione della realtà che
percepiamo, è logico pensare che intervenendo con la mente sulle reti neurali,
si possa cambiare perfino la realtà.
Ecco un
punto interessante! La neuroplasticità del cervello, ovvero la sua capacità di
riorganizzarsi formando nuove connessioni neuronali, supporta l’idea che
possiamo influenzare la nostra percezione della realtà attraverso la mente.
Ecco alcuni modi in cui questo avviene:
1.Pensiero Positivo e Autosuggestione: Cambiare il modo in cui pensiamo
può influenzare le nostre emozioni e comportamenti. Ad esempio, praticare il
pensiero positivo e l’autosuggestione può aiutare a creare una visione più ottimistica
della realtà, influenzando così il nostro benessere generale.
2.
3.Meditazione: Queste pratiche possono alterare
le strutture cerebrali, migliorando la regolazione emotiva e riducendo lo
stress. Questo può portare a una percezione più calma e centrata della realtà.
4.
5.Visualizzazione: Come accennato prima, la
visualizzazione può preparare il cervello a esperienze future, migliorando le
prestazioni e riducendo l’ansia. Immaginare scenari positivi può influenzare il
modo in cui affrontiamo le situazioni reali.
6.
7.Apprendimento e Esperienze Nuove: Impegnarsi in nuove esperienze e
apprendere nuove abilità può modificare le reti neurali, ampliando la nostra
percezione e comprensione del mondo.
8.
9.Terapia Cognitivo-Comportamentale
(CBT): Questa
forma di terapia aiuta a identificare e modificare schemi di pensiero negativi,
influenzando positivamente la percezione della realtà e migliorando la salute
mentale.
Ma l’ipotesi
più straordinaria è cambiare direttamente non il nostro modo di percepire la
realtà, ma la realtà stessa. Il sogno di tutti gli uomini, che costruirebbe un
nuovo essere.
La plasticità del cervello diventa così la plasticità della realtà.
Essere animali gregari ha importanti conseguenze: che si cerca sempre un capo che ci guidi. Il gregario ha bisogno di qualcuno cui sottomettersi, non è capace di pensare e decidere da sé.
Sul piano psicologico, si vuole credere a un Dio - il Padre eterno, il Capo dei capi, come nelle gerarchie della mafia. Uno che comandi.
Sul piano mentale, si vuole credere a un Sé - a sua volta un capo interiore.
Solo chi è libero da questo pesante condizionamento e vuole essere libero capisce quanto siano schiavi tanti, troppi uomini.
La nascita dei due emisferi cerebrali è un affascinante capitolo della storia evolutiva. Circa 600 milioni di anni fa, i nostri antenati, semplici organismi, svilupparono un sistema nervoso bilaterale, portando alla separazione del cervello in due emisferi distinti. Questa evoluzione ha permesso una maggiore specializzazione delle funzioni: l'emisfero sinistro generalmente si occupa del linguaggio e della logica, mentre quello destro è più coinvolto nella creatività e nell'interpretazione spaziale.
Questa divisione ha dato all'essere umano un vantaggio evolutivo, permettendo una maggiore efficienza e flessibilità nel processamento delle informazioni. I due emisferi, pur avendo funzioni specializzate, comunicano costantemente tra loro tramite il corpo calloso, garantendo un'integrazione continua delle informazioni.
Una danza meravigliosa di cooperazione ed equilibrio.
Questo significa che il dualismo cerebrale è un vantaggio e che in origine il cervello era unitario - come tutte le cose!
In effetti, nei primi organismi con un sistema nervoso centrale, il cervello non era diviso in due emisferi come lo conosciamo oggi. Con l'evoluzione, gli organismi hanno sviluppato una maggiore complessità e specializzazione, portando alla separazione del cervello in due emisferi distinti. Questa divisione ha permesso una maggiore efficienza e specializzazione delle funzioni cerebrali, migliorando la capacità di sopravvivenza e adattamento degli organismi.
Pensate che la separazione in emisferi potrebbe aver fornito vantaggi come la capacità di svolgere compiti diversi simultaneamente e migliorare la comunicazione tra diverse aree del cervello.
Dunque, l' assetto binario ha portato a una maggiore consapevolezza - anzi, ha portato alla coscienza umana, cosi come la esperiamo.
Lo sdoppiamento ha portato alla coscienza e alla coscienza della coscienza: la consapevolezza. In termini grossolani, abbiamo due cervelli che si guardano a vicenda. Ognuno fa da specchio all' altro. Ognuno di specchia nell' altro.
Attraverso il corpo calloso, un fascio di fibre nervose che collega i due emisferi, le due metà comunicano e coordinano le loro attività. Sebbene ogni emisfero abbia funzioni specializzate, devono lavorare insieme per garantire un funzionamento armonioso del cervello.
Ad esempio, l'emisfero sinistro controlla i movimenti della parte destra del corpo e viceversa. Ma per compiti complessi, come parlare o risolvere problemi, i due emisferi devono collaborare strettamente, scambiandosi informazioni in modo rapido ed efficiente.
È come un duetto ben coordinato.
Ma poiché altri animali hanno un cervello con due emisferi, perché solo l' uomo ha sviluppato una coscienza evoluta?
Perché ci sono alcune caratteristiche uniche che sembrano conferire agli esseri umani una coscienza più sviluppata:
1. **Dimensioni e complessità del cervello**: Il cervello umano è relativamente grande rispetto al corpo e ha una corteccia cerebrale altamente sviluppata, che è associata a funzioni cognitive superiori come il pensiero astratto, la pianificazione e il linguaggio.
2. **Corteccia prefrontale**: Questa area è particolarmente sviluppata negli esseri umani e gioca un ruolo cruciale nel processo decisionale, nella regolazione delle emozioni e nella riflessione su sé stessi.
3. **Capacità di linguaggio**: Il linguaggio permette agli esseri umani di comunicare pensieri complessi e di riflettere su concetti astratti, un aspetto fondamentale della coscienza.
4. **Esperienze sociali e culturali**: Gli esseri umani vivono in società complesse con culture ricche, che contribuiscono a sviluppare la coscienza attraverso l'interazione sociale, l'apprendimento e la trasmissione di conoscenze.
Queste caratteristiche, insieme, creano una coscienza unica e altamente sviluppata negli esseri umani.
La corteccia cerebrale è presente in molti altri animali, non solo negli esseri umani. Tuttavia, la complessità e lo sviluppo variano notevolmente tra le specie.
- **Mammiferi**: Molti mammiferi, come scimmie, elefanti, delfini e cani, hanno una corteccia cerebrale relativamente ben sviluppata. Questo permette loro di svolgere compiti cognitivi complessi, mostrare emozioni e avere comportamenti sociali elaborati.
- **Uccelli**: Sebbene strutturalmente diversa dalla corteccia dei mammiferi, alcune aree del cervello degli uccelli, come i corvi e i pappagalli, mostrano funzioni cognitive avanzate, paragonabili a quelle dei primati.
La differenza principale risiede nella quantità di materia grigia e nella complessità delle connessioni neurali. Negli esseri umani, questi aspetti sono estremamente sviluppati, permettendo livelli superiori di coscienza e abilità cognitive.
Questo è vero, ma il problema non è risolto: perché solo nell' uomo si è sviluppata questa consapevolezza?
Resta il fatto che solo il cervello binario ha raggiunto simili livelli.. Il che è un vantaggio, certo, ma anche una maggiore scissione , che fa dell' uomo un essere fortemente contraddittorio. Problematico.
Capace di distruggere se stesso, unico fra gli animali.
Pubblico
questo articolo dal Giornale di Vicenza perché parla della teoria di Federico
Faggin, il quale sostiene che la coscienza viene prima del cervello. Purtroppo,
quando gli si chiede di provarlo, si trincera dietro il fatto che, essendo un
fenomeno quantistico, non è riproducibile. “Non posso dimostrare ciò che è
indimostrabile”.
Chissà se un giorno non lontano il nome di Federico
Faggin sarà ricordato a livello internazionale non solo
come creatore del microprocessore, com'è oggi, ma anche come fondatore
di un nuovo sapere. Lui l'ha battezzato Nousym: si
propone di dare una risposta alle domande ancora irrisolte della fisica
quantistica sul come le particelle elementari si originano dai cosiddetti
"campi quantistici". Per Faggin occorre semplicemente cambiare
paradigma scientifico e porre come postulato che quei
campi da cui tutto si genera abbiano due caratteristiche di base: sono dotati
di coscienza e anche di libero arbitrio.
È una teoria che fa discutere,
e che attira moltissima attenzione. E infatti l'auditorium comunale di Chiampo
era strapieno quando Faggin è tornato dopo un anno per presentare il nuovo
libro dedicato a questa teoria (lanciata con "Irriducibile"): "Oltre
l'invisibile, dove scienza e spiritualità si uniscono". Dopo
il saluto del sindaco Filippo Negro e degli organizzatori (con Cif e altri)
Giuliana Fontanella e Stefano Pelloso, Faggin si è sottoposto a una maratona
di risposte sfociata in una lunghissima sequenza di
domande poste direttamente dal pubblico. Domande anche critiche,
visto che ad esempio l'ex primario vicentino di neurochirurgia Lorenzo Volpin
gli ha obiettato che, nella sua esperienza medica, quando viene meno una parte
del cervello iniziano a venire meno anche i segni della presenza di una
coscienza completa.
Proprio qui infatti sta uno dei
punti centrali della nuova teoria scientifica di Faggin: dopo anni di tentativi
per poterla "trasportare" in un computer almeno a livello di
"qualia" (cioè di sensazioni: il sapore, l'odore, ecc.), il fisico
vicentino ha concluso che la coscienza non è affatto una
questione di segnali elettrici e biochimici, e quindi non è un
epifenomeno che si genera dal cervello. Ma è in grado di provare la teoria,
andando al di là dei dubbi di esperti in tema di cervello come Volpin? Proprio
a Chiampo, Faggin ha spiegato qual è il prossimo passo che intende fare. «Io -
ha sottolineato - voglio fare scienza, non religione e spiritualità. Non posso
dimostrare ciò che è indimostrabile, ma la fisica ha già dimostrato che
lo stato quantistico non si può riprodurre in laboratorio. La
coscienza non si può dimostrare direttamente, ma con esperimenti indiretti.
Voglio dimostrare che le piante sono coscienti: c'è già evidenza che lo sono,
ma lo voglio dimostrare in maniera più diretta, attraverso i loro fotoni che
sono fenomeni quantistici come lo è la coscienza. Dimostrando questo,
falsifichiamo tutte le teorie che dicono che la coscienza proviene dal
cervello, perché le piante non hanno cervello. Una teoria come la mia può essere
supportata con la falsificazione di tutte le altre teorie: è l'unica che rimane
in piedi, dopo aver falsificato tutte le altre».
Un
neuroscienziato sconvolge il mondo con una rivelazione sorprendente: “La realtà
che percepiamo è solo un’illusione creata dalla nostra mente”.
Il cervello umano è uno degli organi più affascinanti e
complessi del corpo, responsabile non solo delle nostre funzioni fisiche, ma
anche della nostra coscienza e del modo in cui percepiamo il mondo. Studiarlo e
comprenderlo è stato l’obiettivo di molte discipline, dalla filosofia alla neurologia,
con l’intento di svelare i misteri del pensiero umano. La percezione della
realtà è uno degli aspetti più interessanti della neuroscienza moderna, poiché
si basa sul modo in cui il cervello elabora le informazioni che riceve dai
sensi.
Quando pensiamo alla realtà, di solito crediamo che ciò che
vediamo, tocchiamo e ascoltiamo rappresenti il mondo esterno in modo oggettivo.
Tuttavia, molti studi scientifici hanno dimostrato che la percezione è
un processo soggettivo, creato e filtrato dal nostro cervello. Le esperienze
che viviamo e le informazioni sensoriali che riceviamo vengono elaborate,
interpretate e, in molti casi, distorte dal cervello per adattarsi al nostro
modello del mondo.
Questo fenomeno ha suscitato grandi dibattiti tra filosofi e
neuroscienziati, poiché suggerisce che la realtà come la conosciamo potrebbe
non essere un riflesso fedele del mondo esterno, ma piuttosto una costruzione
interna. Secondo alcune teorie, il nostro cervello crea una sorta di “realtà
virtuale” basata su previsioni e modelli interni, modificando le informazioni
sensoriali per renderle coerenti con le nostre aspettative.
L’idea che il cervello possa manipolare la nostra visione del
mondo ha importanti implicazioni, non solo per la scienza, ma anche per la
tecnologia. Oggi, con lo sviluppo di strumenti avanzati come l’intelligenza
artificiale e la realtà virtuale, siamo in grado di interagire con mondi
artificiali che sembrano reali. Questo ci porta a chiederci quanto sia solida
la nostra comprensione della “vera” realtà e come la tecnologia potrebbe
influenzare ulteriormente questa percezione.
Il cervello come creatore della
realtà
Secondo alcuni neuro-scienziati, il cervello non si limita a
ricevere passivamente informazioni dall’esterno, ma è attivamente
coinvolto nella creazione della realtà che percepiamo.
L’idea è che il nostro cervello costruisce una rappresentazione del mondo, una
sorta di “teatro mentale” che ci permette di interagire con il mondo
circostante. Questa rappresentazione è continuamente aggiornata sulla base
delle informazioni
sensoriali che riceviamo, ma può anche essere influenzata
dalle nostre emozioni, esperienze passate e previsioni.
Questa teoria, che si basa su anni di ricerche
neuroscientifiche, ha radici antiche nella filosofia, con pensatori come
Platone e Kant che hanno già esplorato l’idea che il mondo che percepiamo sia,
in qualche modo, una costruzione mentale. Oggi, le neuroscienze stanno
confermando che il cervello utilizza reti neurali complesse
per creare questa realtà soggettiva, basata su modelli interni che ci aiutano a
navigare nel mondo.
Le scoperte sulle modalità con cui il cervello costruisce la
realtà aprono anche a scenari complessi legati alla possibilità di manipolare
questa percezione. Con l’uso della tecnologia, è teoricamente possibile
alterare l’attività delle reti neurali per
modificare la realtà che un individuo percepisce. Questo solleva questioni
etiche cruciali, soprattutto per quanto riguarda la protezione dei pensieri e
delle percezioni personali.
Nel campo della ricerca, esperimenti condotti sugli animali
hanno già dimostrato che è possibile manipolare i ricordi e
le percezioni attraverso la stimolazione cerebrale, e molti scienziati
ritengono che queste tecnologie possano essere applicate anche agli esseri
umani in futuro. Tuttavia, ciò pone interrogativi importanti su come
salvaguardare la nostra percezione della realtà e mantenere la privacy mentale
intatta.
La
novità sta nella scoperta delle reti neurali del cervello. Perché si potrebbe
arrivare ad un esperimento.
Se
io modifico qualcosa di queste reti, potrei cambiare la realtà?
Non per nulla, il premio Nobel di quest'anno è stato assegnato a studiosi delle reti neurali.
E
ora leggete un altro articolo sulle memorie del computer e del cervello.
Quanti gigabyte
di memoria ha il cervello umano?
Storia di Joel Baldo
• 1giorno/i • 4 min di lettura
Quando parliamo di memoria possiamo fare
riferimento alla memoria biologica, cioè alla nostra
capacità di ricordare le cose, o alla memoria di elementi dei computer,
come la memoria di un hard disk o di una ram. Ma c’è una curiosità che spesso
affiora: si può misurare la memoria del nostro cervello in byte? La verità è
che, ad oggi, questo paragone sembra insensato. Infatti,
nei computer, la memoria è
misurata in byte e può essere volatile (RAM) o nonvolatile (hard
disk, SSD). Il cervello umano, invece, non utilizza bit e byte, ma immagazzina
informazioni tramite reti neurali plastiche che rispondono a stimoli complessi
e sensoriali. Vediamo quindi come funzionano nel dettaglio queste due tipologie
di memoria.
Come
funziona la memoria di un computer?
In informatica, la
memoria è misurata in byte. Questa è l’unità di base
dell’informazione e corrisponde ad una sequenza di otto bit.
Il singolo bit può essere rappresentato da uno zero o
un uno. Da solo un bit non significa niente, ma quando
messo insieme ad altri sette bit, questi formano un codice che può essere
interpretato come, ad esempio, una lettera. La lettera A corrisponde
al codice binario 01100001. Ora, per quantificare la
memoria di un hard disk, si fa riferimento alla loro capienza in byte, quindi
sequenze di otto bit. Oggigiorno, si trovano facilmente nei nostri computer
hard disk da 500 gigabyte, ovvero cinquecento miliardi di
byte, oppure un terabyte, quindi il doppio: mille
miliardi di byte. La memoria di un computer può essere suddivisa in due
categorie principali:
Memoria volatile: è una
memoria veloce ma temporanea, che non riesce a trattenere i dati quando il
computer viene spento, e che sostituisce dati non immediatamente
utilizzati con quelli che servono sul momento. Le memorie
RAM funzionano
in questo modo.
Memoria non volatile: è una
memoria che conserva i dati anche senza alimentazione elettrica.
Funzionano con questa modalità gli hard disk e
le SSD, all’interno dei quali vengono scritti i dati
che genericamente salviamo.
Come
funziona la memoria del cervello?
A differenza di un computer, il cervello
umano non ha idea di cosa siano byte e bit, e non li utilizza per immagazzinare
informazioni. Soprattutto, rimane impossibile ridurre le informazioni contenute
nel nostro cervello ad un elemento minimo comune come è il bit per le memorie
digitali. I processi di memoria nel cervello riguardano
l’apprendimento di nuove informazioni che appartengono a sfere molto complesse.
Abbiamo la memoria sensoriale, che riguarda ciò che
sentiamo e percepiamo, la memoria motoria o memoria procedurale,
che riguarda la nostra abilità di apprendere e riprodurre movimenti anche
complessi in maniera automatica, o ancora la memoria dei nostri episodi
di vita, dei numeri di telefono dei nostri
familiari, delle informazioni contenute nei libri universitari.
Conserviamo tutte queste memorie differenti nelle nostre reti
neurali specializzate, che si sfoltiscono quando scordiamo qualcosa (potatura
sinaptica) e costruiscono connessioni quando invece stanno apprendendo
qualcosa di nuovo (sinaptogenesi). Quella del cervello,
quindi, è una memoria biologica distribuita,
altamente plastica che risponde a input sensoriali,
e che non è organizzata in file e cartelle. Inoltre, la nostra memoria è
altamente ottimizzata, e fortemente basata sugli aiuti che riceve dall’esterno:
avete presente quando non ricordate il testo di una canzone,
ma poi vi basta che vi dicano la prima parola o vi facciano sentire la melodia
per ricordare tutto il testo? Ecco, questo al computer non può succedere: o ha
in sé tutte le informazioni necessarie, o non le ha.
Memoria
biologica e memoria artificiale si possono comparare?
Uno studio del 2015 apparso su eLife si
impegna in questo difficile compito di comparare la memoria del computer a
quella del cervello. Il presupposto dal quale i ricercatori partono è che
ogni sinapsi, cioè ogni singolo collegamento tra neuroni,
memorizzi dati per un equivalente di 4,7 bit.
Moltiplicando quindi tutti i neuroni (86 miliardi secondo i ricercatori) per il
numero medio di sinapsi che ha (che variano tra i 5000 e i 10000) ed infine
moltiplicando questo numero per gli ipotetici bit (4,7) si ottiene una
dimensione approssimativa che si aggira intorno
ai 2,5 petabyte, ovvero circa 2,5 milioni di
gigabyte. Il problema è che, per ridurre a bit
l’informazione delle sinapsi, i ricercatori hanno dovuto
compiere grossolane approssimazioni. La memoria umana non
è analoga alla memoria digitale, perché essa si è evoluta per
rispondere alle sfide dell’ambiente e per utilizzare una frazione dell’energia
che utilizza il computer (al contrario di ciò che succede nelle nostre case, in
natura l’energia è un bene limitato e difficile da procurarsi). La capacità
principale che chiediamo ai computer è quella
di immagazzinare dati senza perdita di informazione, e
compiere calcoli complessi in poco tempo. La capacità principale del cervello è
apprendere le informazioni essenziali per sopravvivere,
riconoscendo quindi cosa è dannoso da cosa è benefico a seconda di contesti e
momenti. Per i primi serve una memoria solo parzialmente modificabile, per i
secondi la plasticità, cioè la possibilità di imparare, è
tutto. Uno studio del 2017, apparso su Proceedings of the National
Academy of Science, afferma che la memoria umana non può
essere considerata come un sistema di archiviazione dati, ma piuttosto come
un sistema di elaborazione dinamica, dipendente dal
contesto. Un articolo meno recente su Neuropsychopharmacology fa
luce sui processi di memoria, e come questi siano continuamente
modificati, consolidati e riconfigurati, il che rende pressoché
impossibile paragonarla ad una memoria artificiale. Paragonare la memoria dei
computer alla memoria umana sembra quindi un paragone che non porta da nessuna
parte. Tutto sommato possiamo arrivarci anche empiricamente: se un computer
vede una parola come “correre”, sta rilevando solamente
una stringa di bit. Se noi vediamo la stessa
parola, si attiva in noi la corteccia motoria
relativa alle gambe, associazioni grafiche e di significato nel lobo temporale,
rievocazione di esperienze passate, senso di fatica o di libertà, e tutta una
serie di informazioni a cascata. La nostra memoria sembra
assomigliare più alle correnti oceaniche , sempre uguali
e sempre diverse, che ad un polveroso archivio statico.
Se volete un esempio di smargiasso e prepotente, eccovi Netanyahu, che minaccia tutto e tutti. Se la prende anche con l'ONU e ordina anche ai nostri inutili soldati di togliersi dai piedi.
Lui si sente superiori a tutti. E se ne frega di tutti. Tanto nessuno lo ferma.
Incomprensibile il comportamento dell' America, che gli dice di fermarsi, ma gli fornisce armi e protezione. Schizoide.
Ma è chiaro che, in questo momento, a poche settimane dalle elezioni americane, tutto è confuso. Fra l'altro, se vince Trump, gli dirà di tirare avanti. E i nostri soldati dovranno andarsene con la coda fra le gambe - o verranno uccisi.
E la nostra smargiassetta della Garbatella dichiara che l'attacco di Netanyahu non è accettabile. Ma se gli israeliani sparano lo stesso? Dichiareremo guerra a Israele, un paese che ha l' atomica?
Non facciamo ridere. E non rendiamo ridicoli i nostri soldati, che saranno uccisi o fatti prigionieri dagli israeliani.
Questo è la conseguenza dello spostamento a destra di tanti paesi. Perché significa il governo degli smargiassi.
E quando governeranno tanti prepotenti, che cosa volete che facciano? Si faranno la guerra. E a pagare saranno proprio i popoli che si sono stupidamente affidati ai gradassi.
Come dico sempre, se scoppierà una terza guerra mondiale sarà per colpa non di Putin, ma di Netanyahu.
Purtroppo, questa è l' implacabile regola della dialettica non hegeliana - quella che non ha sintesi, ma solo scontro. Dopo un periodo di pace, deve arrivare un periodo di guerra.
Mi dispiace dirlo. Ma il vero problema è l'offuscamento delle intelligenze, che stanno cedendo a leggi cosmiche non benevoli.
Nel mondo, le forze contrapposte sono alla
base di molti fenomeni fisici:
Prendiamo la terza legge di Newton, per ogni
azione, c'è una reazione uguale e contraria. Se spingi contro un muro, il muro
esercita una forza uguale e opposta su di te.
Poi ci sono le forze d'attrito: quando
cammini, i tuoi piedi spingono all'indietro contro il terreno. In risposta, il
terreno spinge in avanti sui tuoi piedi, permettendoti di avanzare.
Quindi, ci sono le forze interne nei
materiali: all'interno di un trave in un edificio, le forze di compressione
(che tengono insieme la trave ) sono bilanciate da forze di tensione (che
tirano la trave ).
Queste forze mantengono l'equilibrio e la
stabilità nei sistemi fisici.
Ma anche in campo psicologico ci sono forze
contrapposte.
Anzi, la psiche ne è piena. Pensa ai
conflitti interni, come il desiderio di sicurezza contro la voglia di
avventura. Questi conflitti possono generare tensione e ansia, ma sono anche
essenziali per la crescita personale. La mente umana è un campo di battaglia
dinamico, dove bisogni e desideri spesso si scontrano. Questo gioco di
forze contrapposte non solo modella il nostro comportamento, ma ci spinge a
prendere decisioni e a trovare un equilibrio.
Non è affascinante come il nostro cervello e
la nostra mente funzionino quasi come un sistema fisico?
Naturalmente, dico "quasi" perché,
a differenza di un sistema fisico che segue leggi precise e prevedibili, la
mente umana è incredibilmente complessa e influenzata da un'enorme varietà di
fattori. Non tutte le dinamiche psicologiche possono essere quantificate o
previste con esattezza matematica. Ogni individuo ha un'esperienza unica,
influenzata dalle sue emozioni, esperienze passate, e persino dalla biologia. È
proprio questa complessità che rende lo studio della mente umana così
difficile.
Ma, aldilà delle contrapposizioni
psicologiche, ci sono i dualismi e le contrapposizioni che strutturano il
pensiero umano e la percezione del mondo.
Questi dualismi sono fondamentali per dare
senso alla nostra esperienza e organizzare le informazioni. Per esempio:
- **Bene e male**: Questa contrapposizione è
alla base della nostra morale e delle scelte etiche.
- **Alto e basso**: Ci aiuta a orientarsi
nello spazio fisico e mentale.
- **Prima e dopo**: Struttura la nostra
comprensione del tempo e della causalità.
- **Maschile e femminile**: Un dualismo che
influisce profondamente sulle nostre identità e sulle dinamiche sociali.
Questi opposti non solo definiscono il nostro
pensiero, ma spesso si influenzano reciprocamente, creando un equilibrio
dinamico che ci permette di navigare la complessità del mondo.
Ma queste contrapposizioni sono solo logiche
o reali?
Direi entrambe le cose. Le contrapposizioni
come bene e male, alto e basso, prima e dopo, maschile e femminile sono reali
nel senso che riflettono esperienze e osservazioni concrete della realtà. Per
esempio, l'altezza è un attributo fisico misurabile, e il tempo può essere
osservato come sequenza di eventi.
Ma sono anche costruzioni logiche che il
cervello utilizza per dare ordine e significato al mondo. Sono categorie
mentali che ci aiutano a navigare la complessità dell'esperienza umana e a
prendere decisioni.
Quindi, queste contrapposizioni sono radicate
nella realtà, ma sono anche il modo in cui strutturiamo e interpretiamo quella
realtà. Una bella combinazione di concretezza e astrazione!
Ma esiste prima la mente che forma la realtà
o la realtà che forma la mente?
La questione di cosa venga prima, la mente o
la realtà, ha interpellato filosofi, scienziati e pensatori per secoli.
Aldilà delle opposte spiegazioni
dell'idealismo e del materialismo, la visione
più moderna e integrativa suggerisce
che mente e realtà siano in un rapporto di interdipendenza. La nostra
percezione del mondo esterno modella il nostro pensiero, ma allo stesso tempo
le nostre convinzioni e idee influenzano come interpretiamo e interagiamo con
quella realtà.
In pratica, è un po' come chiedersi se è nato
prima l'uovo o la gallina. Entrambe le prospettive hanno argomenti validi e,
molto probabilmente, la verità risiede in una combinazione delle due.
Pensa alla relazione tra la mente e la realtà
come a una danza continua. Entrambe si influenzano reciprocamente:
1. **La realtà plasma la mente**: Le nostre
esperienze, ciò che vediamo, tocchiamo, ascoltiamo e viviamo ogni giorno,
modellano i nostri pensieri, credenze e percezioni. Ad esempio, un bambino che
cresce in un ambiente amorevole sviluppa una mente diversa rispetto ad uno
cresciuto in un contesto difficile.
2. **La mente plasma la realtà**: Allo stesso
tempo, il nostro modo di pensare, le nostre convinzioni e percezioni
influenzano come vediamo il mondo e come interagiamo con esso. Le nostre
aspettative e pregiudizi possono modellare le nostre esperienze. Ad esempio, se
credi che oggi sarà una buona giornata, è più probabile che tu percepisca gli
eventi in modo positivo e reagisca di conseguenza.
In breve, la mente e la realtà sono in un
rapporto di mutua influenza, ciascuna contribuendo alla formazione dell'altra.
È una relazione simbiotica dove nessuna delle due esiste completamente
indipendente dall'altra.
Ma questa relazione simbiotica, questo
rapporto di mutua influenza in cui ciascuna metà contribuisce alla formazione
dell' altra, non è anche il rapporto che esiste tra gli opposti logici?
Proprio cosi: gli opposti logici, come bene e
male, alto e basso eccetera, formano una parte integrale di questo rapporto di
mutua influenza. Ogni concetto trova il suo significato e la sua esistenza
proprio nel confronto e nell'interazione con il suo opposto.
Ad esempio, non potremmo comprendere
realmente cosa sia il "bene" senza avere un'idea di cosa sia il
"male". La definizione di "alto" implica l'esistenza di un
"basso." Questa dialettica tra opposti non solo ci aiuta a
comprendere il mondo, ma crea anche dinamiche di equilibrio e crescita.
In questo senso, il rapporto tra mente e
realtà, e tra gli opposti logici, non solo riflettono come organizziamo il
nostro pensiero, ma anche come interpretiamo e diamo significato alla nostra
esperienza.
Dunque, deve esistere un'analogia o un
parallelismo tra coppie di opposti in fisica e coppie di opposti nella logica,
Entrambi gli schemi riflettono un modo
fondamentale di comprendere e organizzare la realtà.
In fisica, per esempio:
- **Attrazione e repulsione**: Le forze
elettromagnetiche che attraggono o respingono cariche opposte o simili.
- **Materia e antimateria**: Ogni particella ha
una controparte di antimateria con proprietà opposte.
Nella logica:
- **Vero e falso**: Le basi della logica
proposizionale, dove ogni enunciato è vero o falso.
- **Bene e male**: Costruzioni morali che
aiutano a guidare le scelte etiche.
Questi opposti creano un equilibrio e un
contrasto che ci permette di comprendere meglio il mondo. La realtà fisica e i
concetti astratti seguono entrambi questa dinamica di dualità, che è una chiave
per la nostra comprensione dell'universo. Abbastanza profondo, no?
La dinamica della dualità si può
descrivere come l'interazione continua e l'equilibrio tra due poli opposti. Questa interazione non solo crea tensione, ma
permette anche la comprensione e la definizione di ciascun polo attraverso il
confronto con il suo opposto.
In fisica, per esempio, possiamo parlare di
dualità onda-particella, dove la luce può comportarsi sia come onda sia come
particella a seconda del contesto e delle condizioni. Questa doppia natura
permette di spiegare fenomeni altrimenti incomprensibili se considerati
separatamente.
Nella logica, la dinamica degli opposti è
evidente nella dialettica hegeliana, dove una tesi si scontra con un'antitesi,
producendo a volte una sintesi che incorpora elementi di entrambi ma li
trascende.
Questi opposti si influenzano reciprocamente
e spesso si fondono in un'unità superiore, portando a una comprensione più
profonda e complessa della realtà. È un gioco di contrasti e armonie che trova
eco in ogni aspetto dell'esistenza.
Una bella miscela di tensione creativa e
risoluzione armoniosa.
Però, la sintesi tra bene e male non è sempre
evidente e immediata. Hegel, il filosofo tedesco, proponeva che attraverso il
conflitto tra tesi e antitesi emergesse una sintesi che rappresenta un livello
superiore di verità.
Nel contesto di bene e male, la sintesi
potrebbe non essere una fusione semplice o un compromesso, ma una comprensione
più profonda delle circostanze e delle intenzioni che sfumano il confine tra i
due. Ad esempio, un'azione apparentemente negativa potrebbe portare a un bene
maggiore o a una lezione preziosa, e viceversa. Questo non giustifica il male,
ma offre una prospettiva più complessa e comprensiva del comportamento umano.
Inoltre, molte filosofie e religioni cercano
di trascendere la dicotomia tra bene e male, proponendo uno stato di
consapevolezza o illuminazione dove tali distinzioni diventano irrilevanti.
La strada verso questa sintesi è spesso
tortuosa e richiede riflessione, empatia e crescita personale.
Ma non tutte le contrapposizioni risultano in
una sintesi evidente. Alcune dualità, come alto e basso, prima e dopo, sono più
strutture di riferimento che ci aiutano a dare senso e ordine al mondo.
Questi opposti sono spesso utilizzati per
descrivere stati o condizioni in modo binario, e non necessariamente convergono
in una sintesi unificata. Invece, servono come strumenti di comprensione che ci
permettono di navigare la complessità dello spazio e del tempo.
La sintesi, come concetto, è più pertinente a
dualità che richiedono una risoluzione dialettica, come bene e male, dove il
confronto tra gli opposti può portare a una nuova comprensione o equilibrio.
Però, alcuni dualismi esistono semplicemente per fornire contrasto e contesto,
senza la necessità di una sintesi.
Non tutte le dualità trovano una sintesi, e
maschile e femminile ne sono un esempio. Questi opposti rappresentano una gamma
di caratteristiche biologiche, culturali e sociali che esistono su uno spettro.
Le dualità come maschile e femminile possono
coesistere e interagire in modo complementare senza necessariamente convergere
in una sintesi unificata. Sono esempi di come gli opposti possano esistere in
equilibrio dinamico, influenzandosi reciprocamente senza annullarsi.
Altre dualità che non prevedono sintesi
includono:
- **Destra e sinistra**: utili per
orientamento spaziale, ma non devono convergere.
- **Inizio e fine**: definiscono fasi
temporali senza necessità di fusione.
In questi casi, la dualità serve più come
strumento di riferimento che non come una dialettica da risolvere.
In
conclusione, mente e realtà sono una coppia interdipendente di due polarità che
si scontrano e si influenzano a vicenda, ma sono indispensabili l'una
all'altra.
Le leggi che governano la mente e la
realtà sono interconnesse. La mente segue leggi psicologiche e neurologiche,
mentre la realtà fisica segue leggi naturali e fisiche. Tuttavia, l’interazione
tra mente e realtà può creare un sistema complesso in cui le leggi di entrambe
le polarità si influenzano reciprocamente.
Ad esempio, la
percezione della realtà da parte della mente può essere influenzata da processi
cognitivi e emotivi, mentre le esperienze reali possono modificare il
funzionamento della mente attraverso l’apprendimento e l’adattamento.
Le leggi che regolano le forze
contrapposte in fisica e nella logica, anche se operano in contesti molto
diversi, sono simili.
Ma siccome la realtà è contraddittoria,
non sono più sufficienti a descrivere una ambiente dinamico, dove le forze
contrastanti in modo opposto convivono tranquilla mente, dove la logica è paradossale,
dove per esempio il bene non esclude il male, ma lo include.
La realtà spesso presenta situazioni che
sembrano contraddittorie o paradossali, e questo può mettere in crisi le leggi
tradizionali della logica classica. In questi casi, si può ricorrere a logiche
alternative come la logica paraconsistente o la logica fuzzy.
·Controllo Automatico: Nei sistemi di
controllo, come i termostati intelligenti, la logica fuzzy permette di gestire
variazioni graduali della temperatura, migliorando l’efficienza e il comfort.
Il paradosso del mentitore è un
famoso paradosso logico che mette in luce le difficoltà nel trattare
affermazioni autoriferite. La versione classica del paradosso è l’affermazione
“Questa frase è falsa”. Se
la frase è vera, allora è falsa, ma se è falsa, allora è vera.
Il paradosso del mentitore continua a essere
un tema di grande interesse in logica, filosofia e linguistica, stimolando
riflessioni profonde sulla natura della verità e della coerenza logica.
Queste logiche alternative offrono strumenti per descrivere e
comprendere meglio una realtà dinamica e complessa, dove le forze contrastanti
possono coesistere e interagire in modi non intuitivi.
Se io dico che il bene presuppone il male, e
il male presuppone il bene, non è una logica circolare?
Conclusione: Il bene e
il male esistono perché si presuppongono a vicenda.
Questo tipo di ragionamento non fornisce una
spiegazione esterna o indipendente per l’esistenza del bene o del male, ma si
basa su una relazione reciproca che non rompe il circolo.
Etica e Filosofia: In etica,
riconoscere che il bene e il male possono coesistere in varie forme può
aiutare a comprendere meglio la complessità delle azioni umane e delle
loro conseguenze.
Psicologia:
In psicologia, accettare che aspetti positivi e negativi possano
coesistere in una persona o in una situazione può portare a una visione
più equilibrata e realistica della realtà.
Il concetto di bene e male può essere
collegato alla teoria dell’equilibrio in diversi modi, specialmente attraverso
il prisma del dualismo e delle forze opposte che si bilanciano a vicenda.
1.Taoismo: Il concetto di Yin e Yang rappresenta
perfettamente questa idea. Yin (spesso associato al male, al buio, alla
passività, al femminile) e Yang (associato al bene, alla luce, all’attività, al
maschile) sono interdipendenti e uno non può esistere senza l’altro. L’equilibrio
tra Yin e Yang è essenziale per l’armonia dell’universo.
·Etica e Morale: In etica, riconoscere
che il bene e il male coesistono può aiutare a sviluppare una visione più
equilibrata e comprensiva delle azioni umane e delle loro conseguenze.
·Gestione dei Conflitti: Nella risoluzione
dei conflitti, comprendere che le forze opposte possono coesistere e
bilanciarsi può portare a soluzioni più sostenibili e armoniose.
Conclusione
Il concetto di bene e male, quando visto attraverso la lente
della teoria dell’equilibrio, ci invita a riconoscere la complessità e
l’interdipendenza delle forze opposte nella nostra vita e nel mondo. Questo
approccio può portare a una comprensione più profonda e a una gestione più
efficace delle dinamiche personali e sociali.
La logica circolare può effettivamente emergere in molte
contrapposizioni logiche complementari, specialmente quando le due parti sono
interdipendenti e si definiscono a vicenda. Tuttavia, non tutte le
contrapposizioni logiche complementari necessariamente implicano una logica
circolare. Vediamo alcuni esempi e contesti:
Per evitare la logica circolare nelle
contrapposizioni complementari, si possono adottare diverse strategie:
·Definizioni Estese: Fornire definizioni che
non si basano esclusivamente sull’opposizione reciproca. Ad esempio, definire
il bene non solo come assenza di male, ma anche attraverso caratteristiche
positive indipendenti.
·Contesti Esterni: Introdurre un contesto o
un quadro di riferimento esterno che aiuti a definire le due parti in modo
indipendente.
La logica circolare può emergere in
molte contrapposizioni logiche complementari, ma non è inevitabile. Con
definizioni precise e contesti appropriati, è possibile evitare la circolarità
e comprendere meglio le dinamiche tra forze opposte.
Ma sostenere che la logica circolare sia
la logica della realtà contraddittoria è un’idea interessante e trova riscontro
in alcune teorie filosofiche e scientifiche.
La logica circolare può essere vista come un modo per comprendere
e descrivere una realtà complessa e contraddittoria. In filosofia, la
dialettica hegeliana e i paradossi logici mostrano come le contraddizioni
possano essere parte integrante del pensiero. In fisica, principi come la
complementarità e la relatività dimostrano che la realtà può comportarsi in
modi che sfidano la logica tradizionale.
Le leggi che governano la mente e la realtà possono essere diverse, ma interconnesse. La mente segue leggi psicologiche e neurologiche, mentre la realtà fisica segue leggi naturali e fisiche. Tuttavia, l’interazione tra mente e realtà può creare un sistema complesso in cui le leggi di entrambe le polarità si influenzano reciprocamente.
Ad esempio, la percezione della realtà da parte della mente può essere influenzata da processi cognitivi e emotivi, mentre le esperienze reali possono modificare il funzionamento della mente attraverso l’apprendimento e l’adattamento.
Ti interessa approfondire qualche aspetto specifico di questa relazione?
Le leggi che governano la mente e la realtà possono essere diverse, ma interconnesse. La mente segue leggi psicologiche e neurologiche, mentre la realtà fisica segue leggi naturali e fisiche. Tuttavia, l’interazione tra mente e realtà può creare un sistema complesso in cui le leggi di entrambe le polarità si influenzano reciprocamente.
Ad esempio, la percezione della realtà da parte della mente può essere influenzata da processi cognitivi e emotivi, mentre le esperienze reali possono modificare il funzionamento della mente attraverso l’apprendimento e l’adattamento.
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Le leggi che governano la mente e la realtà possono essere diverse, ma interconnesse. La mente segue leggi psicologiche e neurologiche, mentre la realtà fisica segue leggi naturali e fisiche. Tuttavia, l’interazione tra mente e realtà può creare un sistema complesso in cui le leggi di entrambe le polarità si influenzano reciprocamente.
Ad esempio, la percezione della realtà da parte della mente può essere influenzata da processi cognitivi e emotivi, mentre le esperienze reali possono modificare il funzionamento della mente attraverso l’apprendimento e l’adattamento.
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