Quando vediamo un terremoto,
assistiamo semplicemente all’orogenesi – alla genesi del mondo, della Terra, della
vita. Una vita che non sta mai ferma, che è in continuo divenire, che è
necessariamente violenta.
Ogni parto è un evento violento. Benvenuti
in questo mondo…
Questa è la verità-realtà. Tutto è
precario, tutto è impermanente, tutto finisce per essere distrutto – noi stessi,
il mondo e l’universo.
Per noi che siamo dotati di
coscienza, è una vertigine, la paura delle paure. E facciamo di tutto per non
crederci. Allora ci inventiamo Iddii protettori e altri mondi.
Questo non significa che tutto sia
nulla e che finisca qui. Significa piuttosto che ogni individualità è una formazione temporanea.
Il terremoto ci dà una grande
insegnamento. Ci scuote dal sonno della mente, ci toglie ogni illusione e ci
riporta al presente e al reale. Privandoci di tutto, ci dice che cosa sia
essenziale e quanto sia violento il
mondo in cui viviamo.
“Ecco il suo insegnamento: ‘Il grido «Ah!» Che si esclama allorché balena il
lampo e si chiudono gli occhi.”
Kena
Upanishad
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