Il filosofo Diego Fusaro sostiene che
questa non è una guerra di religione, ma una guerra contro la religione.
Secondo lui, è il capitalismo che attacca le religioni, perché vuole annientare
l’idea di trascendenza e renderci tutti schiavi.
Come se le religioni teiste ci
volessero tutti liberi e padroni della nostra vita.
Mi sembra, invece, che il mostro del
capitalismo sia proprio un prodotto delle religioni.
Basterebbe esaminare alcune parabole
di Gesù, dell’ebreo Gesù, per accorgerci che sono piene di padroni cattivi ed
egoisti (“il regno dei cieli è simile a un padrone…”), di amministratori che
chiedono i rendiconti, di re che dicono: “Qua comando io e faccio quel che mi
pare senza dover rendere conto a nessuno” e addirittura di banchieri e di
interessi bancari (“avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri”).
“A chiunque ha sarà dato e sarà nell’abbondanza,
ma a chi non ha sarà tolto anche quello che ha”: non è questo il manifesto dell’attuale
capitalismo finanziario dominato dai banchieri?
D’altronde, tutti dovrebbero sapere
quale sia stato il contributo dato dal cristianesimo allo sviluppo del
capitalismo e aver letto magari L’etica
protestante e lo spirito del capitalismo di Max Weber, dove si sottolinea
il nesso fra spirito religioso e spirito economico.
Dunque, non c’è nessun contrasto fra rapacità
del capitalismo e rapacità delle religioni teiste, tutte animate da volontà di
conquista, di potenza e di dominazione totalitaria.
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