Noi crediamo che la verità sia una
certa idea, un certo pensiero che sorge all’improvviso, come una luce che si
accenda.
Ma la verità non è un concetto – è la
cosa.
Se la verità ultima fosse soltanto un’idea,
ci sarebbe subito il suo contrario. E, invece, la verità è al di là dei
contrari, al di là del dualismo mentale.
Noi viviamo di queste
contrapposizioni. Alto e basso, giusto e ingiusto, bene e male, maschio e
femmina, destra e sinistra, vero e falso, essere e non essere, vita e morte,
identità e alterità, immanenza e trascendenza… Però la verità-realtà è un
continuo miscuglio di questi opposti, che non sono affatto contraddittori, ma
complementari.
Per esempio: siamo abituati a pensare
che il maschile e il femminile siano contrapposti e che si escludano a vicenda.
Ma poi vediamo che gli uomini hanno i seni e le donne un piccolo pene. Non
parliamo del livello psicologico e del comportamento sessuale, dove si possono
avere tante gradazioni e sfumature. A dimostrazione che il maschile-femminile,
al di là delle nostre astrazioni e distinzioni, è un continuum unico.
Non dobbiamo fermarci al dito, ma
cogliere la luna – e la luna ha una faccia illuminata e una oscura,
contemporaneamente.
Capire che uno dei due poli opposti è
già inserito nell’altro, ed è indispensabile all’altro, è avere una visione di
saggezza – la vera trascendenza.
La saggezza si accende, sì, ma come
una candela che brucia se stessa. Vede i contrasti, ma comprende la loro profonda
complicità.
Ovviamente non dobbiamo cogliere
tutto questo come una nuova idea. Dobbiamo esperirlo nella realtà.
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