La meditazione ci spinge a conoscere
e a sperimentare in prima persona - non a credere. E questo deve essere fatto
non solo per le cose più evidenti, ma anche per quelle più sottili, compreso
ciò che sta al di là dell’onnipresente dualismo.
Chi crede non è mai sicuro di ciò in
cui crede: ha sempre dubbi e la paura di riporre male la propria fiducia.
Perciò, quando qualcuno mette in crisi questa sua fede, attraverso critiche o atteggiamenti
di indifferenza, reagisce in modo ansioso e astioso. Il dubbio dell’altro
risveglia il proprio dubbio.
Chi invece conosce le cose per
esperienza diretta, è sicuro di sé – e non reagisce scompostamente a chi critica.
Si può ottenere una esperienza
diretta anche di cose molto dibattute ed astratte: Dio, l’anima, la religione,
ecc.. Purché non si pretendano risposte da manuale scolastico o da catechismo.
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