“Ineffabile”… bellissima parola. Può
significare ciò che non si riesce a cogliere, a definire. Può indicare Dio, la
Realtà Ultima, l’Assoluto.
Possiamo parlare a lungo dell’ineffabile
e magari scriverci un libro. Ma la cosa migliore per “parlare” dell’ineffabile
è starsene in silenzio cercando di centrarlo con il pensiero, anzi no – con la semplice
presenza.
Non possiamo parlarne, ma possiamo
tentare di sentirne la presenza.
Certo, dovremo partire comunque dalla
parola o dal concetto. E possiamo coglierne il senso. Che non è il significato,
ma la percezione.
Tutto ciò che è comprensibile è circondato
dall’ineffabile.
Puntiamo dunque sul comprensibile, e
poi guardiamo con la coda dell’occhio ciò che lo avvolge: l’ineffabile.
Ecco un bell’esercizio di
meditazione.
Ben detto. E' ottimo esercizio di meditazione. Se “ineffabile” significa “ciò che non può essere detto” allora mi viene in mente un sinonimo di questa parola, un termine ancora più efficace in quanto mi sembra che abbia un maggior potere evocativo durante la meditazione. Il miglior sinonimo che mi viene in mente è “mistero”.
RispondiEliminaLo si voglia intendere come si vuole, il mistero di ogni attimo, il mistero di ogni nostra singola vita, il mistero del tutto ...è sempre lui, cioè si capisce che è sempre la stessa inesprimibile cosa. E che cos'è il mistero? Chiaro che non si può definirlo ma nondimeno, è interessante notare come esso sia forse l'unica cosa di cui, nella nostra vita, possiamo fare esperienza diretta. Infatti ogni cosa che sia di fronte ai nostri occhi e che noi designamo con le parole del linguaggio, un fiore, una stella, una persona, sono cose non sostanziali. Come un pugno di sabbia che scorra tra le nostre dita, non hanno una identità loro propria, se non quella attribuita loro momentaneamente dal nostro linguaggio. Come quel pugno di sabbia, il fiore, la stella e la persona si dissolveranno.
Il mistero invece, nella sua apparente evanescenza è cio che è, più concretamente di ogni altra cosa, perchè esso esisterà sempre. Il mistero è adesso e c'era milioni di anni fa, nella stessa “misura”.
La paradossalità della natura del mistero è che esso si fa pienamente conoscere proprio rimanendo a noi sconosciuto. (infatti, esso si fa percepire come tale dal momento che sappiamo benissimo che cosa è, eppure si mantiene inconoscibile).
Esso appare come ciò che è privo di ogni determinazione specifica; esso è ciò che è dietro il sogno di questa realtà; esso è, per così dire, la Presenza che sente se stessa.
Centrarlo col pensiero, è un ottimo esercizio di meditazione perchè ci aiuta a dimenticare tutte le sovrastrutture umane che ci creano mille inutili preoccupazioni e appesantiscono la nostra vita.