giovedì 18 agosto 2016

La divina Singolarità

Dobbiamo capire che all’idea di Dio non corrisponde niente di reale, ma è la semplice proiezione di schemi mentali.
La mente infatti è costretta, per comprendere, a dividere, a separare, a contrapporre, a isolare. Ma la realtà non è fatta da monadi isolate. È un tutt’uno, un flusso continuo, in cui non c’è né un inizio né una fine. Ogni cosa si muove, cambia, si trasforma e, soprattutto, è collegata a tutto il resto. La vita, per esempio, è presente in tutto l’universo, e passa da un corpo celeste all’altro, attecchendo là dove ci sono le condizioni favorevoli.
È solo la nostra mente che ha bisogno di separare, di isolare e di concepire principi e fini. Ma si tratta di convenzioni artificiali.
In questi giorni si parla di buchi neri, e si dice che potrebbero essere passaggi verso altri universi. Naturalmente, in questi altri universi, ci sarebbero passaggi verso altri universi e così via, all’infinito.
Come si vede, l’idea che ci sia un unico universo, uscito da una Singolarità, è vecchia e superata, più o meno come l’antica idea dell’universo tolemaico.

Un’idea proveniente da una mente limitata, un’idea che sta alla base delle nostre infantili religioni.

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