In questo mondo costruito da una mente
bipolare, non c’è niente che sia buono o cattivo di per sé. Anche la
consapevolezza, per esempio, può avere un influsso negativo se viene concentrata
solo sui nostri difetti e sulle nostre mancanze, perché finisce per produrre
complessi di inferiorità, di sfiducia e di sottovalutazione.
Lo stesso per la concentrazione: se
viene diretta verso il potenziamento dell’ego, chiude e isola; se viene diretta
verso l’allargamento e l’interconnessione, produce espansione spaziosità.
Consapevolezza e concentrazione, se
convenientemente dirette, portano ad una visione profonda di sé e del mondo e
favoriscono la saggezza.
Occorre dunque saper osservare e
discriminare, in base ad un determinato criterio.
Il criterio di base è lo stato del
nostro benessere: se consapevolezza e concentrazione aumentano la nostra felicità,
sono ben dirette. Se invece non riusciamo ad uscire da uno stato di tensione e
di sofferenza, siamo sulla strada sbagliata.
Nè più nè meno, sintetizzato in 4 righe, quello che disse il grande Spinoza
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