Non si possono tagliare le radici
della rabbia (e degli altri sentimenti disturbanti) senza portare un’adeguata
attenzione a ciò che avviene dentro di noi. Inutile credere o aver fede:
occorre un atteggiamento di osservazione per capire che cosa si agita nella
nostra psiche: “Questa è rabbia, questo è odio, questa è paura, questa è
confusione, questa è agitazione, questa è ansia, ecc.”.
Tutto ciò non ha niente a che fare
con le religioni. Siamo ben lontani dalla visione religiosa (cristiana,
islamica, ebraica, ecc.) secondo cui saremo salvati (ovviamente da un Dio
Altro) se avremo fede – un atteggiamento che rientra nel vecchio rapporto
servo-padrone, dominato-dominatore.
Qui si tratta di guardare, di
ascoltare, di osservare, di capire… non di essere cani fedeli.
Un cane fedele sarà ricompensato con
un osso da rosicchiare o forse riceverà solo bastonate. Vive all’interno del
rapporto schiavo-padrone. Deve solo sottomettersi e affidarsi completamente al suo
signore. Non potrà mai essere autonomo, non potrà mai diventare padrone di sé…
a meno che si trovi abbandonato e ritorni ad essere un animale selvatico.
Che etica può esserci in un cane?
Semplicemente quella del recinto dei suoi istinti o dei voleri del padrone. Ma
non sarà mai un essere responsabile, libero.
Il detto " vita da cani"
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