La prima cosa da fare in meditazione
è prendere le distanze da sé e vedersi come esseri umani distinti, seduti lì,
che osservano se stessi, senza dare giudizi.
Questa presa di distanza da sé,
questa consapevolezza, è assumere la presenza mentale. Così facendo si prendono
le distanze dal proprio ego individuale (“Io, il il tal dei tali…”) e si
sviluppa una coscienza universale.
Immersi sempre nella contingenze, pochi
si rendono conto che prendere le distanze da sé, dal proprio io empirico, è
essere presenti in senso impersonale.
Questa è la meditazione: un superare
i propri limiti egoici per farsi più universali. Per incontrare l’universalità.
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