domenica 10 luglio 2016

La tragedia dell'uomo

La tragedia dell’uomo è che crede di essere “colui che pensa,” mentre sarebbe meglio dire che è “colui che viene pensato.”
Noi infatti abbiamo un controllo minimo sui nostri pensieri, che proliferano praticamente da soli, in un flusso continuo e caotico. Solo se ci concentriamo su un problema specifico, riusciamo per un po’ a indirizzare il pensiero dove vogliamo. Questo ci dice l’importanza della concentrazione.
E, se non riusciamo a scegliere i nostri pensieri, figuriamoci se riusciamo a non pensare.
Insomma, se la gloria dell’uomo è il pensiero, si tratta di una gloria in gran parte immeritata.
Eppure è proprio questo che dobbiamo fare. Primo, dare un ordine ai pensieri sparsi, che sono in realtà suscitati da mille condizionamenti, esterni ed interni. E, secondo, riuscire a fermarli.

Chi padroneggi questa capacità, ha in mano il mondo – tenuto conto del fatto che il nostro modo di vedere il mondo è in stretta dipendenza dal nostro modo di pensarlo.

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