Noi ci crediamo i re della Terra e,
in effetti, siamo gli esseri più dotati di coscienza e di potenza.
Ma nessuno può assicurarci che questo
sviluppo della coscienza e della potenza sia davvero un salto in avanti o un
errore evolutivo. Già in passato varie linee evolutive si sono rivelate
sbagliate e si sono estinte.
In fondo, la vita degli animali meno
“evoluti” appare molto più in armonia con la natura, priva di quelle ansie, di
quelle paure e di quelle violenze che sono tipiche degli uomini. Come diceva
Nietzsche, l’uomo è un animale malato.
Non basta essere più coscienti o più
intelligenti, non basta aver costruito aerei e computer, non basta essere
volati nello spazio, non basta avere concepito scienze, filosofie, religioni e
arti.
Ci vuole un salto ulteriore:
trasformare tutte queste conoscenze in saggezza.
I segni di follia dell’uomo sono
sotto i nostri occhi. Ci si ammazza perfino in nome di Dio, per un diverso
colore della pelle o per questioni ideologiche. E nessuno è più feroce
dell’uomo verso l’uomo stesso.
L’allontanamento dalla natura ha
creato squilibri che sono insanabili. Ma verso quale altra natura ci dirigiamo?
Più l’uomo si evolve, più perde di vista
l’unità del tutto e più da importanza al proprio ego. Non è qui l’origine d’ogni
violenza?
E se l'origine dì ogni violenza sta in questa separazione dalla natura, dagli altri e da se stessi, sappiamo anche quale sia la cura della malattia: recuperare l'unità del tutto in sé.
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