In meditazione si dice che dobbiamo
sospendere i pensieri e fare il vuoto della mente, e questa indicazione ci
porta a compiere sforzi. Ma non sempre è possibile, perché più cerchiamo di
fermare e pensieri, più questi proliferano.
Proviamo allora a fare il contrario:
cerchiamo di pensare ininterrottamente. Ma anche qui ci accorgeremo che la
mente è refrattaria ad essere imbrigliata e che ci saranno degli intervalli o
comunque delle digressioni.
Il problema è che, più che dare
ordini alla mente, ci dobbiamo mettere nella posizione dell’osservatore, di
colui cioè che osserva tutto ciò che avviene nella mente (pensieri e pause)
senza identificarvisi.
In sostanza, non importa se la mente
pensi o non pensi. L’importante è che sia attiva la nostra attenzione
distaccata, la nostra presenza mentale, che ci sposta per così dire su un altro
piano. Noi ci solleviamo al di sopra delle varie attività della mente e
guardiamo ciò che avviene.
Smettiamo di alimentare la mente con
il nostro coinvolgimento attivo e osserviamola sia che si muova sia che stia
ferma.
Nuda attenzione: solo essere.
È così che recuperiamo il nostro sé
originario, il “volto che avevamo prima di nascere.”
Difatti questo e' per me l'unico meditare possibile, osservare lo spettacolo senza aggiungere né togliere,,,,
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