Se l’obiettivo primario del
terrorismo è diffondere la paura, trova un formidabile alleato nei mass media,
in particolare nella televisione. Dopo ogni attentato, infatti, le televisioni
snocciolano ore e ore di noiosissime trasmissioni dove giornalisti ed “esperti”
si esibiscono in discorsi vaghi e fumosi. Nessuno sa nulla di preciso, ma in
compenso ne parlano. Intanto si trasmettono filmati degli attentati, dei morti,
dei feriti e delle devastazioni che contribuiscono a diffondere la paura anche nei
più remoti paesi, anche in persone che non ne sapevano nulla.
Come al solito, alla tensione si
risponde con la tensione, e così il ciclo si autoalimenta e s’ingrossa come una
valanga. La strategia del terrorismo è la strategia della tensione.
Qui ci vorrebbe equilibrio, non l’isteria
o la voglia di protagonismo di giornalisti e opinionisti. Qui ci vorrebbe
soprattutto la capacità di ricreare armonia e rilassamento – il contrario di
quel che vogliono i terroristi.
Rileggiamo il precedente post “Calmare
la mente.”
È così che si combatte non solo il
terrorismo, ma anche la sofferenza umana.
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