Per sapere che cosa sia la
meditazione non c’è che un modo: mettersi seduti e provare ad essere
consapevoli, attenti, presenti, calmi e vigili.
Quando ci sediamo in meditazione, i
casi sono due: o otteniamo più o meno questo risultato o perdiamo lucidità, presenza
e ci sentiamo intorpiditi, assonnati, annoiati, distratti.
Ora, la meditazione è vigilanza e
presenza mentale. Se quindi ci sentiamo assonnati, cadiamo nel torpore o non
riusciamo a concentrarci, vuol dire che abbiamo fallito.
Ma anche questo risultato può essere
utile. Abbassandosi infatti il livello di consapevolezza, ci avviciniamo ad uno
stato di torpore che può produrre rilassamento e quiete.
Simili stati di torpore sono utili
per esplorare ciò che bolle in pentola e possono riservare scoperte:
sensazioni, ricordi, paure ossessive, immagini, ricordi, ansie e così via.
Quando entriamo nell’ottica della
meditazione, nessuna esperienza è inutile. Diventiamo degli esploratori. E il
campo di esplorazione siamo… noi stessi.
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