sabato 30 luglio 2016

Prigionieri della mente

Quei musulmani che, vivendo in Italia, non mandano le figlie a scuola per non farle contaminare dalla mentalità e dal modo di vivere occidentali, sono prigionieri della loro cultura, e sono dannosi a sé e agli altri. Poiché sono abbarbicati a determinati valori, non possono capire quelli degli altri. Hanno la mente chiusa.
Si tratta in effetti di una prigionia culturale.
Noi li guardiamo con compatimento. “Poveretti, come sono limitati!” Ma non ci rendiamo conto che  siamo anche noi prigionieri della nostra cultura.
Tutti abbiamo credenze, convinzioni e schemi mentali che non mettiamo quasi mai in discussione. Siamo come fedeli soldatini che eseguono ordini senza mai chiedersi se siano validi.
Pochi riescono a vedere al di là dei propri condizionamenti sociali. Di conseguenza siamo prigionieri a vita della nostra mente.
La prima cosa, quindi, è riuscire a mettere in discussione i valori in base a cui ci muoviamo. Ed è questo che fa la meditazione. Non ti dice: “Questo è giusto e quello è sbagliato”. Ti dice: “Renditi conto, sii consapevole, prendi le distanze dalla tua cultura, dalla tua mente… sempre che tu voglia capire qualcosa del mondo e del modo in cui vivi e, possibilmente, andare al di là”.


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