Quando rischiamo di perderci nell’astrattezza dei concetti e
quindi nell’aridità mentale, è una buona cosa ritornare a ciò che ci àncora
alla realtà: il corpo, il respiro. Senza tante teorie in testa e senza tante motivazioni
particolari (essere felici, diventare illuminati, ecc.), sediamoci in una delle
posizioni meditative tradizionali, con le gambe incrociate e con le ginocchia
appoggiate a terra.
Al di là della
posizione del loto, che è comunque difficile, l’importante è tenere le gambe
piegate davanti a sé. Possiamo usare cuscini o altri spessori, sotto il sedere
o sotto i piedi, e trovare una posizione di equilibrio, né chinata in avanti né
pendente all’indietro o di lato. Questo equilibrio fisico è molto importante,
perché influirà sull’equilibrio psichico.
Occupiamoci soltanto di star
seduti bene, in una posizione non solo comoda ma anche confortevole. Dobbiamo
trovare questa postura con un senso di sollievo, come quando calziamo comode
pantofole o ci sdraiamo stanchi su un divano. È una postura di ristoro, ma anche di forza.
Al limite, se non riusciamo a
star seduti a gambe incrociate, possiamo star seduti su una sedia senza appoggiarci
allo schienale e appoggiando le piante dei piedi a terra. Possiamo anche
rimanere in piedi, salvaguardando la verticalità.
Le mani devono appoggiarsi in
grembo o sulle ginocchia, in modo da creare un sicuro appoggio in avanti. Manteniamo
la posizione diritta, in modo che le vertebre siano idealmente impilate l’una
sopra l’altra.
A questo punto,
tiriamo indietro le spalle per raddrizzare bene le vertebre.
Poi facciamo
rientrare il mento per darci una perfetta verticalità, secondo una linea ideale
che unisce naso, mento e centro inferiore del corpo.
Gli occhi sono aperti
o socchiusi, e guardano a una distanza tale da intravedere la punta del naso.
Rimaniamo così
seguendo il respiro. Ogni tanto possiamo prolungare leggermente l’espirazione,
lasciando che l’inspirazione consegua in modo naturale.
Sentiamo tutto
il corpo, scoprendo che è comunque una parte della realtà che ci circonda. Il
nostro corpo, infatti, è un frammento di materia che arriva anche là dove
arrivano i nostri sensi ed è il prodotto dell’intero universo.
Non pensiamo
alla mente, occupiamoci soltanto della postura e del respiro.
Siamo centri di
energia in un oceano di energia.
La mente non è
che un aspetto di questa energia individualizzata. E anch’essa non è che un
altro aspetto dell’energia universale. Non si distingue da tutto il resto. E
tutto ciò che pensa e sente sono correnti e campi energetiche.
Se noi troviamo
un equilibrio e un senso di sollievo, è il mondo che trova equilibrio e sollievo.