Abbiamo detto che la struttura della diade è presente in tutta la natura, fisica e mentale. Il concetto di diade è ben sintetizzato da Copilot:
“Il tuo
concetto di diade si basa sull'idea che ogni elemento o concetto esista in
relazione al suo opposto complementare. Queste diadi, come "alto e
basso" o "caldo e freddo", sono interconnesse e si bilanciano
reciprocamente, creando una simmetria inversa dinamica. Questo principio, che
tu chiami "diade", può essere applicato non solo ai pensieri e alle
sensazioni, ma anche agli eventi storici e sociali, suggerendo che periodi di
pace e guerra, apertura e chiusura, progresso e regresso si alternano in un
ciclo continuo. La tua teoria riflette l'idea che le leggi della natura, come
il terzo principio di Newton, operino anche nel mondo mentale e sociale,
creando un equilibrio dinamico tra forze opposte.”
Fra parentesi la legge di Newton era già stata intuita da Archimede nel suo principio di galleggiamento: che afferma che un corpo immerso in un fluido subisce una spinta verso l'alto pari al peso del fluido spostato
Tuttavia, possiamo dire che entrambi i
principi riflettono una comprensione delle forze e delle interazioni nel mondo
fisico. Mentre Archimede si concentrava sulle forze di galleggiamento e la pressione
nei fluidi, Newton ha formalizzato le leggi del moto che includono il concetto
di azione e reazione.
Quindi, anche se Archimede non ha formulato
il terzo principio di Newton, il suo lavoro ha comunque contribuito alla
comprensione delle forze e delle interazioni che sono alla base di molte leggi
fisiche. Onore al merito di questo scienziato di Siracusa, vissuto tra il 287
a.C. e il 212 a.C.
Quanto tempo ci vuole perché certe intuizioni
vengano capite da tutti? Pensate che anche gli antichi taoisti e un filosofo
come Eraclito avevano precorso lo stesso principio!
Ma lasciamo stare l’ignoranza degli uomini
che, per millenni hanno capito ben poco, non per mancanza di intelligenza, ma
perché ben pochi sono disposti a concentrarsi su queste leggi. Gli uomini sono troppo
occupati a vivere per pensare seriamente ai principi della vita.
Chiusa la
parentesi. Bisogna arrivare al pisano Galileo Galilei (1564-1642) per trovare
un uomo che si occupa di leggi dell’equilibrio. Sì, Galileo Galilei si è occupato di leggi
dell'equilibrio e ha dato importanti contributi alla fisica del moto e della
meccanica. Uno dei suoi contributi più noti è la legge dei corpi cadenti, che
afferma che tutti gli oggetti cadono alla stessa velocità indipendentemente dal
loro peso o forma. Inoltre, ha sviluppato il concetto di inerzia, che è alla
base delle leggi del moto di Newton.
Galileo ha
anche studiato il comportamento dei corpi in equilibrio e ha fatto esperimenti
che hanno sfidato le teorie aristoteliche prevalenti del suo tempo e le stupide
credenze religiose. Il suo approccio sperimentale e le sue scoperte hanno
gettato le basi per la fisica moderna e hanno influenzato profondamente il
pensiero scientifico successivo.
E così arriviamo a Newton (1642-1727), che conosceva gli studi di Galileo Galilei. Newton ha costruito molte delle sue teorie sulla base delle scoperte di Galileo che hanno gettato le basi per la comprensione del moto e della gravità, ampliando queste idee per formulare le sue leggi del moto e la legge di gravitazione universale
Infine
dobbiamo arrivare ad Einstein (1879-1955) il quale ha rivoluzionato
la fisica con diverse scoperte fondamentali:
1. Teoria della Relatività Ristretta
(1905): Ha
introdotto il concetto che le leggi della fisica sono le stesse per tutti gli
osservatori non accelerati e che la velocità della luce è costante in tutti i
sistemi di riferimento inerziali. Questa teoria ha portato alla famosa equazione
E=mc^2, che descrive l'equivalenza tra massa ed energia.
2. Teoria della Relatività Generale
(1915): Ha esteso
la relatività ristretta includendo la gravità, descrivendo come la massa e
l'energia curvano lo spazio-tempo. Questa teoria ha cambiato radicalmente
la nostra comprensione della gravità e ha predetto fenomeni come la lente
gravitazionale e i buchi neri.
3. Effetto Fotoelettrico (1905): Ha dimostrato che la luce può
essere vista come composta da quanti (fotoni) e che l'energia di questi fotoni
è proporzionale alla frequenza della luce. Questo lavoro ha contribuito allo
sviluppo della meccanica quantistica e gli è valso il Premio Nobel per la
Fisica nel 1921.
4. Moto Browniano (1905): Ha fornito una spiegazione teorica
del moto casuale delle particelle in un fluido, confermando l'esistenza degli
atomi e delle molecole.
Queste
scoperte hanno avuto un impatto duraturo sulla fisica e hanno aperto nuove
strade per la ricerca scientifica.
Ma non è
finita. Entra in campo anche la fisica quantistica. Ecco alcune tappe:
1. 1900: Max Planck introduce il concetto
di quantizzazione dell'energia per spiegare la radiazione del corpo nero.
2. 1905: Albert Einstein spiega l'effetto
fotoelettrico, dimostrando che la luce è composta da quanti (fotoni).
3. 1924: Louis de Broglie propone che le
particelle di materia possano avere proprietà ondulatorie.
4. 1925: Werner Heisenberg sviluppa la
meccanica delle matrici, una delle prime formulazioni della meccanica
quantistica.
5. 1926: Erwin Schrödinger introduce
l'equazione d'onda, un'altra formulazione della meccanica quantistica.
6. 1927: Heisenberg enuncia il principio di
indeterminazione, che stabilisce i limiti della precisione con cui si possono
conoscere simultaneamente la posizione e la quantità di moto di una particella.
7. 1935: Einstein, Podolsky e Rosen
pubblicano il paradosso EPR, sollevando questioni sulla completezza della
meccanica quantistica.
8. 1947: Richard Feynman, Julian Schwinger
e Sin-Itiro Tomonaga sviluppano l'elettrodinamica quantistica (QED), una teoria
quantistica dei campi.
Queste tappe
hanno segnato lo sviluppo della fisica quantistica, trasformando radicalmente
la nostra comprensione della natura e del comportamento delle particelle
subatomiche, e introducendo il ruolo fondamentale del soggetto che compie l’esperimento.
Nella fisica quantistica, il ruolo
dell'osservatore è cruciale. Uno dei principi fondamentali è che l'atto di
osservare un sistema quantistico può influenzare il suo stato. Questo è noto
come il "principio di indeterminazione" di Heisenberg, che afferma
che non è possibile misurare simultaneamente con precisione la posizione e la
quantità di moto di una particella.
Un altro concetto chiave è il "collasso
della funzione d'onda". Prima dell'osservazione, una particella
quantistica esiste in una sovrapposizione di stati possibili. Quando un
osservatore misura una proprietà della particella, la funzione d'onda collassa
in uno stato definito. Questo implica che l'osservatore gioca un ruolo attivo
nel determinare la realtà del sistema quantistico.
Questi principi sfidano la nostra
comprensione classica della realtà e suggeriscono che l'osservatore e il
sistema osservato sono interconnessi in modi profondi e complessi. La fisica
quantistica ci invita a ripensare il ruolo dell'osservatore e a considerare
come la nostra interazione con il mondo possa influenzare ciò che percepiamo
come realtà.
Questo solo per la fisica. Ma contemporaneamente
si sono sviluppate altre scienze (l’evoluzione di Darwin, la biologia, le
neuroscienze, l’astronomia, la psicoanalisi, la psicologia, l’informatica, l’intelligenza
artificile ecc.) che hanno arricchito e integrato le nostre conoscenze.
Adesso occorre una teoria che metta insieme i
vari apporti, riconducendo le leggi della natura alla loro unità.
Io vedo nella teoria delle diadi un sistema
per trovare principi generali validi in ogni campo. Dopo aver spiegato che alcune
leggi della fisica valgono anche per la mente, sono arrivato a vedere in unico
processo l’origine del nostro organismo fisico, del nostro cervello, della
nostra mente, della nostra coscienza, del DNA e del tempo, tutti fenomeni che
vedono in azione una stessa legge duale, che prende le mosse dalle antiche
intuizioni dei taoisti.
Tutto parte da quei due principi che sono il “maschile”
e il “femminile”, e che rappresentano l’origine duale (o diadica) dei vari
fenomeni naturali, esteriori ed interiori.
La diade si distingue dal semplice dualismo
perché vede in azione una particolare dialettica inversa tra due qualsiasi
polarità, fisiche e mentali. Infatti faccio notare che gli opposti complementari
seguono sempre una simmetria inversa.
La simmetria
inversa, nel contesto delle mie riflessioni, può essere vista come una
relazione dinamica tra due poli opposti e complementari. È un concetto che
riflette l'idea che ogni azione ha una reazione uguale e contraria, come nel
terzo principio di Newton. In altre parole, ogni elemento o concetto esiste in
relazione al suo opposto, creando un equilibrio dinamico tra le due forze.
Questo principio può essere applicato a vari ambiti, dai pensieri e sensazioni
ai sentimenti ed emozioni, fino alle dinamiche sociali e storiche, mostrando
come le forze opposte si bilanciano e si completano a vicenda.
In questa
teoria non posso introdurre il linguaggio matematico, perché non devo definire
delle dinamiche esatte, che non avrebbero importanza. A che mi servirebbe
sapere che, in una data situazione, ci sia un 30 per cento di bene o un 70 per
cento di male o che nel mio sentimento d’amore ci sia un 40 per cento di odio o
che il mio piacere stia al 60 per cento contro un 40 per cento di dolore? Forse
mi servirebbe sapere che le probabilità di guerra sono all’80 per cento e le
probabilità di pace stanno al 20 per cento. E mi servirebbe sapere in quanto
tempo un’azione positiva si trasformerà in un’azione negativa. Ma, in ogni caso,
so che ad un periodo di pace seguirà un periodo di guerra e che alla felicità
seguirà la sofferenza.
Non si può
sfuggire a questa legge, perché è una legge dell’equilibrio, della complementarità,
della trasformazione, e della conservazione del sistema cosmico. In qualsiasi
campo, da quello individuale a quello collettivo, storico, fisico, mentale,
sociale, emotivo, logico, biologico, psicologico ecc.
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