domenica 1 settembre 2019

Meccanismi pubblicitari


Quando l’industria fabbrica un prodotto, ecco che entra in campo la pubblicità che deve far conoscere le sue qualità (mai i difetti). I pubblicitari s’inventano mille pregi, anche quando il prodotto non ne ha in realtà nessuno; o, peggio ancora, quando è un vero e proprio imbroglio. Pensiamo alla pubblicità sulle sigarette che non sono nient’altro che fumo e anzi fanno male. Bisogna vantare qualità che non hanno e veicolare un’abitudine di cui non c’è nessun bisogno. Ma, se non c’è il bisogno, lo si induce. Se io ti convinco che la sigarette è un piacere sopraffino e ti faccio vedere un grande attore che fuma, tu vorrai essere come lui e comprerai quella marca… anche se in realtà non avresti avvertito il minimo bisogno di fumare e anzi, a pensarci bene, non ti piace affatto.
Ma il meccanismo della pubblicità non si limita a farci comprare prodotti industriali, utili o inutili. È entrato anche in politica, dove ti deve convincere che un determinato partito o un determinato politico ha la formula giusta per risolvere tutti i tuoi problemi e per renderti felice. E questo, per lo più, è una truffa.
E ora pensiamo a quel gran pubblicitario che è Dio. Lui deve convincerti che un prodotto decisamente scadente e pieno di difetti è una meraviglia, Quale prodotto? La vita stessa. Che non sarebbe possibile vendere se non ci venisse decantato almeno qualche piacere. Ora i piaceri della vita sono tanti, ma quasi tutti compensati dalla fatica che dobbiamo compiere per procurarceli.
Il più potente di questi piaceri è il sesso. E Dio ha prodotto un meccanismo diabolico per farci desiderare il sesso e con esso la vita. È un po’ come lo zuccherino che il domatore dà all’elefante per compensarlo della sua ubbidienza. Pur di ricevere lo zuccherino, il povero elefante conduce una vita misera e dolorosa. E diventa uno schiavo ubbidiente.
Lo stesso succede agli altri animali e agli uomini. Per far loro accettare un prodotto scadente, per tenerli alla catena, gli si inocula una droga (gli ormoni sessuali) e la convinzione che la vita sia meritevole, anche quando è una pena infinita. Si nascondono gli aspetti spiacevoli (la malattia, lo stress, la sofferenza, la vecchiaia, la morte) e si punta su sesso, potere, ricchezza e ogni altra illusione possibile. Così si tengono gli uomini prigionieri. E soprattutto si impedisce loro di esaminare freddamente, oggettivamente, distaccatamente quelli che sono i prezzi da pagare.
La pubblicità è un meccanismo cosmico che deve venderci un prodotto nocivo nascondendoci i suoi effetti collaterali. Dico “nocivo” perché porta sempre alla morte.

Ma questo aspetto sgradevole va nascosto o minimizzato. E, allora, ecco entrare in campo le religioni, quelle grandi agenzie pubblicitarie che ci devono convincere di un’altra vita, del paradiso – il più grande imbroglio del mondo. Anche perché nessuno torna indietro a protestare.

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