Quando l’industria fabbrica un prodotto,
ecco che entra in campo la pubblicità che deve far conoscere le sue qualità
(mai i difetti). I pubblicitari s’inventano mille pregi, anche quando il
prodotto non ne ha in realtà nessuno; o, peggio ancora, quando è un vero e
proprio imbroglio. Pensiamo alla pubblicità sulle sigarette che non sono nient’altro
che fumo e anzi fanno male. Bisogna vantare qualità che non hanno e veicolare
un’abitudine di cui non c’è nessun bisogno. Ma, se non c’è il bisogno, lo si
induce. Se io ti convinco che la sigarette è un piacere sopraffino e ti faccio
vedere un grande attore che fuma, tu vorrai essere come lui e comprerai quella
marca… anche se in realtà non avresti avvertito il minimo bisogno di fumare e
anzi, a pensarci bene, non ti piace affatto.
Ma il meccanismo della pubblicità non si
limita a farci comprare prodotti industriali, utili o inutili. È entrato anche
in politica, dove ti deve convincere che un determinato partito o un
determinato politico ha la formula giusta per risolvere tutti i tuoi problemi e
per renderti felice. E questo, per lo più, è una truffa.
E ora pensiamo a quel gran pubblicitario
che è Dio. Lui deve convincerti che un prodotto decisamente scadente e pieno di
difetti è una meraviglia, Quale prodotto? La vita stessa. Che non sarebbe
possibile vendere se non ci venisse decantato almeno qualche piacere. Ora i piaceri
della vita sono tanti, ma quasi tutti compensati dalla fatica che dobbiamo
compiere per procurarceli.
Il più potente di questi piaceri è il
sesso. E Dio ha prodotto un meccanismo diabolico per farci desiderare il sesso
e con esso la vita. È un po’ come lo zuccherino che il domatore dà all’elefante
per compensarlo della sua ubbidienza. Pur di ricevere lo zuccherino, il povero
elefante conduce una vita misera e dolorosa. E diventa uno schiavo ubbidiente.
Lo stesso succede agli altri animali e
agli uomini. Per far loro accettare un prodotto scadente, per tenerli alla
catena, gli si inocula una droga (gli ormoni sessuali) e la convinzione che la
vita sia meritevole, anche quando è una pena infinita. Si nascondono gli aspetti
spiacevoli (la malattia, lo stress, la sofferenza, la vecchiaia, la morte) e si
punta su sesso, potere, ricchezza e ogni altra illusione possibile. Così si
tengono gli uomini prigionieri. E soprattutto si impedisce loro di esaminare
freddamente, oggettivamente, distaccatamente quelli che sono i prezzi da
pagare.
La pubblicità è un meccanismo cosmico che
deve venderci un prodotto nocivo nascondendoci i suoi effetti collaterali. Dico
“nocivo” perché porta sempre alla morte.
Ma questo aspetto sgradevole va nascosto
o minimizzato. E, allora, ecco entrare in campo le religioni, quelle grandi
agenzie pubblicitarie che ci devono convincere di un’altra vita, del paradiso –
il più grande imbroglio del mondo. Anche perché nessuno torna indietro a protestare.
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