martedì 3 settembre 2019

Liberarsi dalle false identificazioni


Il nostro problema è che confondiamo esterno e interno, e che ci identifichiamo erroneamente. Per esempio, crediamo che il mondo che esperiamo comunemente sia esterno, mentre è una proiezione della nostra psiche. E crediamo che pensieri e sentimenti siano interni (perché sono invisibili agli altri), mentre sono qualcosa di esterno al nostro essere, una specie di rivestimento.
Con queste convinzioni, non vediamo come pensieri e sentimenti siano condizionati dalla società, dall’ambiente e dalla cultura generale e non capiamo quanto il mondo, con i suoi dolori e i suoi piaceri, sia modellato dalle nostre proiezioni. Se quindi ci troviamo in un mondo che ci fa soffrire, la colpa è spesso nostra. Siamo noi che lo abbiamo costruito e proiettato, salvo poi sentirci prigionieri in esso. Siamo vittime di noi stessi.
La soluzione è addestrarci a osservare il tutto e a distinguere ciò che è reale da ciò che è una semplice identificazione.
La mente è un strumento che ci avvolge in un bozzolo di false idee e il mondo è il prodotto di queste convinzioni e identificazioni.
Cominciamo a dire: “Questo è un pensiero che viene dall’esterno e che mi viene inoculato dall’esterno… Questo è un sentimento che mi viene provocato da un meccanismo esterno… Io li osservo, ma non li considero più “miei”… Piuttosto sono io che li associo ad un io (il mio) che considero reale… Ma l’io a sua volta è un costrutto artificiale… Ciò che è reale è la consapevolezza, il testimone, il puro essere – non i sentimenti, non i pensieri, non il “mio” io.”
Addestriamoci a prendere le distanze da ciò che crediamo reale, interno od esterno. Si tratta di luoghi comuni, di convinzioni errate, di abbagli. E' il distacco che ci libera.
Io non sono né questo né quello: si tratta di semplici idee. Io sono oltre, io sono il testimone di ogni cosa, e non sono né dentro né fuori, né nato né morto.


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