giovedì 5 settembre 2019

Il ricordo di sé


Di solito siamo convinti di essere dei corpi materiali, da cui nascono a poco a poco una mente e una coscienza. Ma qualche saggio dice esattamente il contrario: siamo delle coscienze che assumono questo o quel corpo.
Quest’ultima affermazione sembra essere contraria alla nostra esperienza. Noi vediamo un corpo che nasce e che muore, mentre non vediamo affatto la sopravvivenza di una consapevolezza di base.
Chi ha ragione e chi torto? Come uscire dal dilemma?
Se un re, per qualche malattia o amnesia, è giunto a credere di essere un mendicante, si comporterà come tale. Ma perché non cominciare a comportarsi da re e vedere come va, vedere se si risveglia qualche ricordo della vita passata?
C’era un leoncino che si era perso ed era stato allevato da un gregge di pecore. Quindi si era convinto di essere una pecora e si comportava come le sue compagne: belava e fuggiva spaventato quando c’era un predatore. Ma un giorno che era andato a bere un po’ distante in una pozza, vide all’improvviso alle sue spalle un terribile leone. A quel punto non poteva più fuggire, si aspettava di essere ammazzato da un istante all’altro e tremava come una foglia.
Però il leone si fermò e lo guardò meravigliato. “Perché hai paura?” gli domandò.
“Ho paura perché tu sei un leone e io una pecora.”
“Che sciocchezze dici?” gli gridò il leone. Poi lo prese per la collottola e gli ordinò di guardare nella pozza. La pecora guardò e vide con stupore la propria immagine: quella di un leoncino.
Allora gli ritornarono dei ricordi e capì che fino a quel momento si era sbagliato. Non era una pecora paurosa, era un leone!
Così ruggì per la prima volta e il suo atteggiamento cambiò di colpo: assunse una nuova identità.
Lo stesso vale per noi. Ci hanno detto che siamo poveri individui mortali, dominati da mille paure, ma noi siamo ben altro. Siamo esseri spirituali che non nascono e non muoiono, e che assumono di volta in volta corpi diversi.
Come fare ad appurarlo? Facendo come il leoncino: guardandoci bene e cercando di risvegliare i nostri ricordi.
Non pensiamo più: “Io sono un corpo, nato e destinato a morire”. Ma pensiamo: “Io sono una consapevolezza che non nasce e non muore, e che assume un rivestimento, un corpo-mente”.
L’addestramento consiste nell’assumere tale nuovo punto di vista, guardando se non si risveglia qualche ricordo della nostra vera natura. Che non è essere questo o quello, ma essere.
I tre passaggi della meditazione potrebbero essere: 1) Io non sono questo corpo-mente; 2) Io sono; 3) Sono... puro essere senza determinazioni.


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