Quanto
è difficile togliere dalla testa dell'uomo la convinzione che il Divino sia un Padre-Padrone
nei confronti del quale dobbiamo solo inchinarci, un Padrone da implorare, da
pregare, da blandire, da venerare, un Padrone che può fare tutto e a cui tutto
è permesso. La perfetta rappresentazione dei nostri potenti, qui sulla Terra.
Ma il Divino non è un Essere distaccato
che un bel giorno si è svegliato e ha deciso, per bontà, di creare il mondo. Il
Divino è esattamente il Tutto, e nel Tutto ci siamo anche noi. E c'è il bene e c'è il male - tutto contemporaneamente.
Quindi non chiedere al Divino di
intervenire a tuo favore, ma chiedi a te stesso come puoi intervenire a favore
del Divino, cioè di te stesso. Se sei te stesso, sei il Divino. Se cambi te stesso,
cambi il Divino. Non è una responsabilità da poco.
Ma salva la tua dignità. Non ti prostrare
davanti a qualche presunta rappresentazione del Divino. Non serve a niente ed è
idolatria. Tu sei il Divino che sta emergendo e si sta rafforzando.
Noi
cerchiamo lontano, presso Iddii o mondi immaginari, ciò che invece si trova in
noi, nella nostra interiorità. Tutti i problemi dell’uomo, tutta la sofferenza
umana, nasce da questo equivoco, ovvero da questa ignoranza, da questa
alienazione.
Diamo importanza alle cose esterne,
attribuendo loro un valore che non avrebbero. Percorriamo il mondo in lungo e
in largo, ignorando che il vero tesoro è dentro di noi. E così ci consegniamo
ad autorità terrene, che faranno il loro interesse, ma non il nostro.
Nessun commento:
Posta un commento