lunedì 16 settembre 2019

Il superconscio



Il superconscio
Possiamo dire che trascorriamo buona parte della nostra vita dormendo. Questa frase può essere interpretata in due sensi: uno negativo e uno positivo. Dormiamo in modo negativo quando, nella vita quotidiana, non siamo consapevoli di ciò che facciamo o pensiamo. Ma dormiamo in modo positivo - e necessario - quando ci riposiamo, quando ci distendiamo, quando lasciamo andare lo stress dell'esistenza e quando, la notte, ci addormentiamo.
       Quando dormiamo di notte, entriamo in un altro mondo: un mondo in cui prevalgono le forze dell'inconscio, su cui non abbiamo nessun controllo. Se abbiamo la necessità di dormire tutti i giorni, vuol dire che la natura non è soltanto quella che conosciamo, ma qualcosa di ben più vasto e profondo, in cui si aprono passaggi sconosciuti e forze immense. Noi proveniamo da un mondo del genere e, alla fine della vita, ci ripiombiamo dentro.
       Questo mondo inconscio è ciò che dirige anche il mondo conscio, che se ne sia consapevoli o meno.
       Ecco perché consigliamo di familiarizzarsi con esso, adottando una forma di meditazione che segua il percorso del processo di addormentamento fino ad un certo punto: la distensione fisica, la diminuzione dei pensieri, il rallentamento del respiro, il calo della pressione (fisica e mentale), il distacco, ecc. Insomma predisporsi ad una specie di sonnellino.
       Questo metodo può essere utilizzato per far emergere materiali e messaggi dell'inconscio. Recenti ricerche di psicologia hanno dimostrato, per esempio, che il nostro inconscio ci dice chiaramente se il nostro rapporto di coppia finirà bene o male, se ci sono difficoltà. Si tratta di sensazioni "di pancia", di intuizioni, cui però non sempre prestiamo attenzione.
       Se invece ci allenassimo ad "ascoltare" simili messaggi, capiremmo tante più cose su noi stessi e sul nostro rapporto con gli altri. D'altronde, già nel buddhismo zen, ci si addestra a respirare e a concentrarsi sul "tandem", ossia sulla zona tra pancia e addome, su cui si scaricano tante tensioni, in cui esiste per così dire un "secondo cervello". Se solo prestassimo attenzione a queste sensazioni, a queste emozioni, riusciremmo a captare i messaggi provenienti non dalla mente razionale, ma da quella inconscia. Che - lo ripeto - è ciò da cui proveniamo e cui torneremo.
       L'inconscio è una funzione sempre attiva, non solo di notte ma anche quando siamo desti. E diminuendo le difese e le tensioni diurne, adottando le tecniche di meditazione già dette, rilassandosi, riposandosi e concentrandosi sulla zona del respiro e del "tandem", possiamo arrivare a percepirne i messaggi... con enormi benefici, psicofisici e spirituali.
       Non esiste soltanto un conscio, un subconscio e un inconscio, ma esiste anche un superconscio, uno stato di grande chiarezza e luminosità che si ottiene proprio attraverso la meditazione.


La meditazione può essere vista come un'evoluzione concentrata e rapida dell'essere, un'evoluzione che lasciata ai soli mezzi della natura richiederebbe tempi lunghissimi e parecchie vite. Ma non è possibile introdurre di colpo una coscienza nuova in una mente abituata a pensare e a sentire in un certo modo. Per un certo periodo bisogna dunque svolgere un'opera di "purificazione" dedicandosi allo smascheramento di tre generi di falsità: le falsità dei sensi (adorazione di immagini, dualismo della sensazioni, ecc.), le falsità del cuore (desideri inutili, passioni fasulle, ambivalenza dei sentimenti, ecc.) e le falsità del pensiero (affermazioni o negazioni perentorie, pregiudizi, dogmi, fedi infondate, concentrazioni su aspetti parziali del divino).
       Bisogna insomma sgombrare il campo dalla maggior parte dei condizionamenti sensuali, sentimentali e mentali per ottenere uno stato di chiara coscienza.


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