Si
può sempre discutere su che cosa sia la vita e che cosa la morte e su che cosa
significhi essere vivo o essere morto. Di solito diciamo che uno è vivo finché
respira; quando smette di respirare lo dichiariamo morto. "Qui" è la
vita e "là" è la morte.
Ma le cose non sono così semplici.
Innanzitutto, vita e morte sono compenetrate e complementari, al punto che la
morte inizia nel momento in cui incomincia la vita. È dunque la vita che dà inizio alla morte o è
la morte che apre un passaggio alla vita? E, quando muore la vita, perché
diciamo che incomincia la morte? A rigor di logica, dovrebbe finire anche la morte.
Quello che c'è dopo non è la morte: è qualcosa d'altro. Non è vita e non
è morte: che cos'è?
Una volta un tizio andò a trovare il
Buddha tenendo un passero in mano e gli domandò: "Dimmi se questo passero
che ho in mano è vivo o è morto". Il Buddha si alzò, si mise sulla porta
della capanna in cui alloggiava e rispose: "Dimmi tu: sto entrando o sto
uscendo?"
Insomma, non possiamo essere sicuri né della vita né della morte.
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