Ci sentiamo continuamente dire: “Devi sforzarti,
devi impegnarti, devi lottare, devi competere, devi essere forte, devi vincere,
devi avere un pensiero positivo, devi esercitare la volontà… altrimenti sarai
un fallito, un perdente.
Ora, l’impegno va bene, ma non qualsiasi
impegno. Prima bisogna capire per che cosa siamo fatti, quale sia la nostra
vera natura.
Infatti, se ti sforzi di essere e di
fare ciò per cui non sei portato, se cerchi di seguire una via che non è la
tua, non arriverai da nessuna parte.
Tanti sono i perdenti, non perché non
avevano determinazione, ma perché cercavano di perseguire ciò che non era fatto
per loro.
Purtroppo, ci facciamo spesso convincere
dagli altri, da persone che non ci conoscono a fondo: famigliari, insegnanti,
amici, preti, psicologi, coach, ecc.
Il problema è che queste persone hanno
di noi un’idea sbagliata o superficiale e pretendono che noi realizziamo i loro
sogni, non i nostri. E se noi adottiamo il loro punto di vista, andiamo
incontro a un sicuro fallimento, di cui poi ci incolperanno.
Così, spesso, per senso di dovere, per
conformismo o per sottomissione, entriamo in lotta contro noi stessi. E non
serve a niente sforzarsi. Anzi, più ci sforziamo, più ci allontaniamo dalla
nostra natura. Se ci troviamo in una situazione di sofferenza e di tensione, se
a un certo punto ci sentiamo esauriti, la colpa è proprio di una simile lotta
interiore.
Allora, per uscirne, dobbiamo
spogliarci, liberarci, isolarci. Dobbiamo trovarci soli con noi stessi. E
cercare la nostra vera identità, che non è quella sociale.
Dobbiamo stare in quiete e in silenzio,
senza neppure indagare. È chiaro che abbiamo imboccato una strada sbagliata. E
dobbiamo trovare quella giusta.
Nessuna sa chi siamo veramente – talvolta
neppure noi stessi. Dobbiamo dunque liberarci da false identità, ricordi,
insegnamenti, valori, giudizi, critiche e autocritiche. E lasciare che ciò che
siamo emerga spontaneamente, senza inutili sforzi di volontà.
Questo è il potere del silenzio, della
quiete, della solitudine, dello sguardo contemplativo, del lasciar andare, del
non forzare le cose, del nostro autentico Sé che così a lungo abbiamo represso.
Il resto sono chiacchiere che ci sviano.
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