Quando parliamo delle virtù della calma,
della riflessione e della saggezza, sembra che parliamo di cose dell'altro
mondo, di principi - magari nobili - ma che non servono a niente nella vita di
tutti i giorni. Niente di più falso. Quando per esempio vediamo l'enorme debito
accumulato dall'Italia e la condizione disastrosa del lavoro giovanile, non
possiamo fare a meno di notare che si tratta delle conseguenze inevitabili di
comportamenti non saggi del passato. Vi sembra sensato accumulare debiti e
gettare sulle spalle delle nuove generazioni il loro peso?
La
situazione di oggi è il frutto malato di atteggiamenti basati
sull'improvvisazione, sull'irresponsabilità e su decisioni prese giorno per
giorno, senza una strategia, senza guardare al futuro. In passato si mandava in
pensione gente che aveva lavorato undici anni. Pensavamo di andare avanti così
per molto?
Ci
siamo comportati come le cicale, e ora i nodi sono arrivati al pettine, è
arrivato l'inverno e noi non abbiamo provviste. Persone sagge, riflessive e
responsabili non si sarebbero comportate così. La colpa prima è certamente dei
politici, ma anche il popolo ha accettato tutto e ha chiuso gli occhi. La colpa
è di una cultura che non ha valorizzato la saggezza.
Purtroppo
non c'è errore maggiore della mancanza di riflessione.
No,
il richiamo alla saggezza e alla consapevolezza non è un ideale astratto. Ma
serve a vivere meglio.
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