Ci sono cose che diamo per scontate, ma
che scontate non sono. Una di queste è il tempo.
Anche
il tempo, con la sua ordinata ma imprecisa suddivisione in passato, presente e
futuro, è una convinzione che può essere messa in dubbio. Quando infatti
rievochiamo qualche avvenimento del passato, lo facciamo in realtà nel
presente; e lo stesso avviene quando pensiamo al futuro. Non ci troviamo quindi
mai in un passato o in un futuro. Si tratta di costruzioni concettuali. Tutto
avviene nel momento presente. Ma il presente viene a sua volta pensato a
partire dalle idee di passato e di futuro; e, se tutto accade qui e ora, anche
il presente non può essere definito.
Aveva
ragione Einstein a parlare dello spazio-tempo come di un tutt'uno. Il passato è
qualcosa che sta dietro, il futuro qualcosa che sta avanti. Quando sto ne
passato, compio un passo indietro; quando sto nel futuro, compio un passo
avanti: mi sposto nello spazio.
Che
ora è? È qui...
Oh,
sì, siamo abituati a comprimere la realtà in precise camicie di forza, che sono
i nostri concetti. E crediamo che i nostri concetti corrispondano a qualcosa di
reale. Ma la meditazione dissolve anche questa certezza, abbatte le corazze
delle nostre convinzioni e dei nostri attaccamenti. Tutto è terribilmente o
mirabilmente inconsistente, effimero, labile, cangiante, impermanente. La
fisica aggiunge anche che ci sono tanti tempi e tanti spazi.
Dove
viviamo, allora? Che cos'è questa specie di mondo che nasce e vive nel vuoto? E
che cos'è questo universo che sembra fatto di nulla? Forse la risposta ci viene
da Shakespeare ne “La tempesta”:
"Questi nostri attori,
come vi ho già detto, erano tutti degli spiriti,
e si sono dissolti nell'aria, nell'aria sottile.
Come l'infondato edificio di questa visione,
così si dissolveranno le torri, le cui cime toccano le nubi,
i sontuosi palazzi, i tempi solenni, lo stesso immenso mondo
e tutto ciò che esso contiene,
e, al pari di questo incorporeo spettacolo svanito,
non lasceranno dietro di sé la più piccola traccia".
Tutto è maya, un'illusione magica. E, tra i responsabili di questo
gioco illusionistico, c'è la nostra stessa mente.
"Né futuro né passato esistono. È inesatto dire che i tempi sono
tre: passato, presente e futuro. Forse sarebbe esatto dire che i tempi sono
tre: presente del passato, presente del presente, presente del futuro. Queste
tre specie di tempi esistono in qualche modo nell'animo e non le vedo altrove:
il presente del passato è la memoria, il presente del presente la visione, il
presente del futuro l'attesa."
Agostino d'Ippona, Confessioni,
397-400
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