Secondo il buddhismo, dopo
la morte possiamo rinascere - in base al nostro karma, ossia in base al nostro
grado di evoluzione spirituale - in sei regni: il regno degli dei, il regno
degli dei gelosi, il regno umano, il regno degli animali, il regno degli
spiriti affamati e il regno infernale. Ora, il regno degli dei è caratterizzato
da una grande gioia e da una lunga vita. Andrebbe dunque tutto bene... se non
fosse che anche questo regno ha un grosso limite. Gli dei infatti sono dominati
dall'orgoglio, credono di aver raggiunto l'apice dell'esistenza e pensano di
non aver più nulla da conquistare. Errore catastrofico, perché prima o poi il
loro karma positivo si esaurirà e anche loro moriranno - e dovranno
reincarnarsi.
Forse la stessa cosa è capitata ai nostri dei che
si sono creduti onnipotenti e realizzati, ma che alla fine si sono estinti,
passando di colpo dalla soddisfazione alla disperazione. Ed eccolo il nostro
mondo, pieno di dei, ma sempre infelice.
Poiché questi sei regni sono in realtà stati
psicologici, sono presenti anche in questa vita. L'orgoglio degli dei è la presunzione
dei ricchi e dei potenti, che si credono padroni di tutto. Ma essere padroni
del mondo e degli uomini non significa avanzare sul cammino spirituale; anzi,
significa spesso un blocco di ogni ricerca, di ogni saggezza.
Ecco perché tutti - poveri o ricchi, potenti o
miserabili, felici o infelici - dovrebbero considerare la loro vita nient'altro
che un intervallo, nient'altro che un sogno, di cui dovrebbero approfittare per
acquisire un po' di vera sapienza.
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