La scienza ci conferma che siamo nati
tutti da polvere di stelle, ossia da immense esplosioni di supernove che hanno
sparso materiali dappertutto, fornendo i mattoni della vita. L’idrogeno,
l’elio, il carbonio, l’azoto del Dna, il calcio delle ossa e dei denti, il
ferro nel sangue, ecc. provengono da queste disseminazioni.
Ma se da lì, da quegli elementi che
consideriamo inanimati, è nata la coscienza degli animali, più o meno evoluta,
vuol dire che di inanimato non c’è proprio niente e che la coscienza è latente
in ogni cosa, anche nella pianta e nel sasso, il che era ben noto alla saggezza
antica.
“Alza una pietra e lì troverai il divino”
troviamo scritto in un testo gnostico.
Ma con questo non dobbiamo dedurre che
all’inizio vi sia una Supercoscienza, perché la coscienza è pur sempre
divisione e dolore. No, come dimostra il nostro concepimento, in principio c’è
un’unione estatica (quella dei nostri genitori) che solo in seguito diventa
coscienza.
È una diversa forma di coscienza dove
si perde o non c’è il senso dell’io e della separazione.
Questo ci insegni come meditare.
Nessuna parola, nessun ragionamento, ma unificazione al di là della mente.
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