Fra tutte le cose che sono, niente può
aspirare ad essere sempre: non la vita, non le montagne, non il mondo, non le
stelle, nemmeno l’universo. Tutto questo prima o poi sparirà.
Ma non il non-essere. Ecco l’unica
realtà che sarà sempre presente.
Le altre cose vanno e vengono, ma alla
fine non-saranno tutte. Noi stessi da
dove veniamo in essere? Ovviamente da uno stato di non-essere.
Quando nasciamo, non siamo consapevoli
e non ricordiamo, dunque non-siamo. E lo stesso avviene quando siamo nel sonno
senza sogni, quando perdiamo i sensi o quando moriamo. In quei momenti non
siamo perché non siamo coscienti.
Il non-essere precede tutto e, alla
fine, dopo aver dato origine all’essere delle cose, le riprende tutte. Se
fossimo dalla parte del non-essere, saremmo eterni.
D’altra parte, il nostro senso di
essere, l’ “io sono”, nasce soltanto dalla coscienza. Senza coscienza siamo
tutti nel non-essere, checché ne dicano gli altri.
Molti credono che all’origine ci sia un
Super-Essere, creatore di tutto. Ma c’è qualcosa che viene prima e che divora
ogni cosa che viene in essere.
Altrimenti, perché parleremmo di
essere?
Se vogliamo trovare l’Origine, dobbiamo
avvicinarci e utilizzare il non-essere, non l’essere. Anche in meditazione
dobbiamo fare così. Non-essere più che essere di più.
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