sabato 8 luglio 2017

L'amore per la guerra

È incredibile la gran quantità di film e spettacoli sulla guerra: c’è tra gli uomini – figli di un Dio esplosivo - il gusto della sparatoria, dell’esplosione, del bombardamento, della distruzione, del fracasso, delle torture, delle ferite, del sangue e dei morti ammazzati.
Può darsi che simili spettacoli siano catartici. Ma è più probabile che siano l’espressione profonda dell’animo umano, che ama la competizione, il confronto, lo scontro, il combattimento, i vinti e i vincitori. Del resto, le nostre società sono violente anche in pace e devono comunque competere e confrontarsi, se non altro nello sport o nella rivalità politica e sociale.
C’è sempre una guerra da condurre, magari quella contro i criminali o quella promossa dal desiderio di arricchimento. C’è sempre qualcuno che vuole prevalere, sconfiggere, vincere, essere più degli altri.
Stando così le cose, è difficile prevedere che sulla Terra possa scendere un giorno la pace, il silenzio, l’armonia, la tranquillità e la quieta contemplazione. C’è guerra dappertutto, anche tra i sessi, anche nella famiglie, anche nelle religioni.
È questa la grande maledizione umana: l’aggressività, costruttiva e distruttiva. Provate a mettere un po’ di pace negli animi degli uomini e subito vi troverete contro i sistemi educativi, gli Stati e le religioni.
Ma, se siamo fatti così, è perché l’evoluzione è una grande guerra – una guerra che si svolge anche a livello cellulare e genetico. Ognuno è in guerra perfino contro se stesso.
Tutto è un guerra, “tutto è in fiamme”.
Le fiamme che ci bruciano sono quelle del desiderio, della volontà di conquista, della bramosia di possesso, del sesso, dell’amore, dell’ “io” e del “mio”.

Come ridurre tale incendio? Ovviamente bisogna innanzitutto che gli interessati se ne rendano conto. Ma questo sembra essere uno sforzo di pochi. I più amano la guerra.

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