È incredibile la gran quantità di film
e spettacoli sulla guerra: c’è tra gli uomini – figli di un Dio esplosivo - il
gusto della sparatoria, dell’esplosione, del bombardamento, della distruzione, del
fracasso, delle torture, delle ferite, del sangue e dei morti ammazzati.
Può darsi che simili spettacoli siano
catartici. Ma è più probabile che siano l’espressione profonda dell’animo
umano, che ama la competizione, il confronto, lo scontro, il combattimento, i
vinti e i vincitori. Del resto, le nostre società sono violente anche in pace e
devono comunque competere e confrontarsi, se non altro nello sport o nella
rivalità politica e sociale.
C’è sempre una guerra da condurre,
magari quella contro i criminali o quella promossa dal desiderio di
arricchimento. C’è sempre qualcuno che vuole prevalere, sconfiggere, vincere,
essere più degli altri.
Stando così le cose, è difficile
prevedere che sulla Terra possa scendere un giorno la pace, il silenzio, l’armonia,
la tranquillità e la quieta contemplazione. C’è guerra dappertutto, anche tra i
sessi, anche nella famiglie, anche nelle religioni.
È questa la grande maledizione umana: l’aggressività,
costruttiva e distruttiva. Provate a mettere un po’ di pace negli animi degli
uomini e subito vi troverete contro i sistemi educativi, gli Stati e le
religioni.
Ma, se siamo fatti così, è perché l’evoluzione
è una grande guerra – una guerra che si svolge anche a livello cellulare e
genetico. Ognuno è in guerra perfino contro se stesso.
Tutto è un guerra, “tutto è in fiamme”.
Le fiamme che ci bruciano sono quelle
del desiderio, della volontà di conquista, della bramosia di possesso, del
sesso, dell’amore, dell’ “io” e del “mio”.
Come ridurre tale incendio? Ovviamente
bisogna innanzitutto che gli interessati se ne rendano conto. Ma questo sembra
essere uno sforzo di pochi. I più amano la guerra.
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