Tutti possono praticare la meditazione,
al di là delle loro religioni, in quanto si tratta di una pratica che permette
di vivere meglio. Per esempio, il solo controllo del respiro è un mezzo potente
per intervenire sugli stati d’animo e sulle emozioni negative.
Se siamo irritati, tesi, contratti,
preoccupati, ansiosi o stressati, per prima cosa calmiamo e allunghiamo il
respiro. Facciamo ogni tanto ampie e profonde respirazioni, lavorando in particolare
sull’addome e sulle narici. Allunghiamo e approfondiamo il respiro finché si
sblocca e ci permette di distenderci.
Quando ci accorgiamo che possiamo agire
sugli stati d’animo negativi, proveremo un senso di sollievo e di
soddisfazione. Finalmente scopriamo che non siamo più individui condizionati
dall’esterno.
Le emozioni negative possono essere
disinnescate, dominate e trasformate in un stato di calma. Le cose spiacevoli
esistono ancora, ma noi non siamo più sugheri sballottati dalle onde.
Abbiamo un certo controllo su noi
stessi. E questa esperienza genera un senso di gioia, qualunque realtà ci sia. Non
è vero che siamo soltanto soggetti passivi degli stati d’animo prodotti dagli
altri e degli eventi che accadono. Abbiamo il modo di cambiare la nostra
ricezione di questa stati d’animo.
Possiamo distaccarci, rilassarci,
raccoglierci e rasserenarci lavorando semplicemente sul e con il respiro, che è
l’interfaccia tra corpo e spirito.
Il senso di sollievo che si prova in
questa fase è il primo passo sulla via della liberazione. Perché la liberazione
è essenzialmente affrancamento dai meccanismi condizionati della natura e della
società che ci riducono ad automi eterodiretti.
Non appena possiamo, sblocchiamo il
petto e il respiro. E, poi, quando siamo sotto attacco, applichiamo questo
metodo. È un metodo che richiede pochi minuti e che può essere applicato in
qualunque ambiente, in qualunque situazione e in qualunque posizione.
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