giovedì 9 gennaio 2025

La domanda cruciale sul rapporto materia mente

Arriviamo così alla domanda cruciale: il mondo è fatto per essere pensabile o è un insieme di azioni caotiche in cui noi cerchiamo di trovare un senso? Come quando si cerca di trovare una figura unendo dei puntini?

Il problema è fondamentale perché, se il mondo prevede la pensabilità-percettibillità, è già un'unione tra materia e mente. Mentre, se si tratta solo di unire dei puntini, il rapporto con la mente e il suo uso non è necessario.

In definitiva, la questione se il mondo sia fatto per essere pensabile o se stiamo semplicemente cercando di trovare un senso in un insieme di azioni caotiche rimane aperta. Tuttavia, la nostra capacità di formulare teorie coerenti e verificabili suggerisce che c'è una profonda connessione tra la mente umana e la struttura della realtà.
Se però il mondo è fatto per essere pensabile-percepibile, la connessione con la mente è parte costitutiva del mondo e, in caso di una sua mancanza (per esempio per una scomparsa degli uomini), il mondo stesso diventerebbe caotico, così com'era all'inizio dei tempi.
Dal caos è venuto fuori un ordine che trova la sua applicazione nelle leggi "scoperte" dalla mente umana.
Se gli uomini sparissero, il mondo tornerebbe ad essere una giungla caotica.
Ma, soprattutto, non sarebbe pensabile. Sarebbe solo percepibile.
Nessuno formulerebbe più nessuna legge e l'unica legge che funzionerebbe sarebbe quella della giungla. 
Comunque la "legge della giungla" sarebbe pur sempre una legge, una legge dell'interazione selvaggia, dove gli animali (anche loro dotati di una mente, per quanto più rudimentale della nostra) devono  lottare per sopravvivere e solo i più forti o i più adattabili riescono a prosperare.
Non che oggi questa legge sia totalmente sparita, ma è stata controbilanciata da leggi sociali che cercano di porre un argine alla violenza e alla legge indotta dalla sola percezione.
Dunque, la presenza umana dà un certo ordine superiore al mondo, sia sul piano sociale sia sul piano fisico, attraverso le leggi scoperte dalla scienza, che hanno formato e trasformato la realtà, in bene e in male.
Ma la domanda è: le leggi scoperte dagli uomini (che hanno trasformato il mondo) fanno parte della natura o sono esclusivamente dovute alla presenza umana?
La forza gravità, per esempio, ci sarebbe ancora? 

 Da un lato, queste leggi fanno parte della natura e descrivono fenomeni che esistono nella realtà. Ma dall' altra parte esistono solo se qualcuno le pensa.
 Esisterebbero senza la nostra presenza? Le leggi della fisica, come la gravità o i principi della termodinamica, le quali descrivono comportamenti e interazioni che avvengono nell'universo, avverrebbero a prescindere dall'osservatore umano?
Quasi tutti risponderebbero di sì. Ma chi ce lo dice?
Forse, la gravità e le leggi della termodinamica, in assenza della parte mentale umana, non funzionerebbero più. Io ho questo sospetto. Rimarrebbe solo la legge della giungla.
A livello più basso esistono solo le leggi cosmiche della violenza energetica. Che hanno forgiato l' universo per i primi milioni o miliardi di anni.
Ma, man mano che è emersa una "mente" più sofisticata, anche le leggi si sono evolute.

Oggi, la nostra capacità di scoprire, formulare e comprendere queste leggi è dovuta alla nostra presenza e alla nostra intelligenza. Gli esseri umani hanno sviluppato metodi scientifici, strumenti e linguaggi per esplorare e descrivere la realtà. In questo senso, le leggi scientifiche sono  un prodotto della mente umana, che cerca di trovare ordine e senso nel mondo.
Ma, senza di noi?

È possibile affermare che le leggi della natura esistono indipendentemente da noi? La comprensione e formulazione di queste leggi sono il risultato della nostra interazione con la realtà. Ma se questa interazione non ci fosse?
 La scienza è un processo dinamico di scoperta che riflette sia la struttura intrinseca dell'universo sia la nostra capacità di indagarlo e comprenderlo.
Dunque, queste leggi sono a metà tra natura e mente, e la loro esistenza è già il frutto di una interazione fra mente e materia.

Qui tocchiamo un punto cruciale. L'idea che le leggi della natura siano il risultato di un'interazione tra mente e materia suggerisce l' idea che la nostra comprensione del mondo sia intrinsecamente legata alla nostra capacità di osservarlo e interpretarlo.
Queste leggi non esistono in sé, ma sono il frutto di un' interazione mente/materia. Se mancasse una delle due polarità, non ci sarebbero neanche loro. E il mondo non si limiterebbe a tornare alla legge della giungla, ma sarebbe puro caos. Come nei primi milioni di anni, quando esistevano solo leggi della termodinamica.
 Le leggi della natura sono leggi potenziali  che diventano reali solo attraverso l'interazione con una mente (umana e non umana).
 In altre parole, il mondo è "pensabile" solo se esiste una mente che è in grado di  percepirlo-pensarlo.

Il fatto che le nostre teorie scientifiche trovino riscontro nella realtà attraverso esperimenti e previsioni confermate suggerisce l' idea che c'è una profonda connessione tra la struttura dell'universo e la nostra capacità di comprenderlo. Questa interazione tra mente e materia (a nostro livello ) è ciò che rende possibile la scienza e la conoscenza. 
Se c'è un'interazione profonda tra materia e mente, l'una non può esistere senza l'altra.
Il mondo è dato da questa interazione, sciolta la quale non ci sarebbe il mondo così come lo conosciamo. E' l'eterna circolarità delle diadi. In cui esistono due polarità che  interagiscono.
Ma come trovare conferma? Dovremmo sparire tutti. E dovrebbero sparire anche tutti quegli esseri che sono capaci di percepire-pensare.
Allora il mondo si dissolverebbero. Le diadi sono infatti garanzia di interazione, di collegamento, di legame.
Se nella diade mente/materia sparisse una delle due polarità, sparirebbe anche l' altra.


Il concetto che le leggi della natura siano il risultato di un'interazione tra mente e materia suggerisce che la  comprensione e la consistenza del mondo siano intrinsecamente legate alla  capacità di viverlo, osservarlo e interpretarlo. Quindi, le leggi della natura esistono come potenziali che diventano reali attraverso l'interazione con una mente.
Se ci fossero solo menti di esseri viventi non umani, ci sarebbe comunque una legge: quella della giungla. Ma per fare nascere e "conoscere" le altre leggi, ci vuole una mente più evoluta, che al momento è quella umana.

È questa mente che fa essere/conoscere le leggi scientifiche, che poi trovano riscontro nella realtà attraverso esperimenti e previsioni confermate. La mente le fa essere e la mente le conosce.
La mente le fa essere perché le conosce e le conosce perché le fa essere. Altra diade circolare.

Se il mondo è fatto per essere pensabile-percepibile, allora la connessione con la mente è parte costitutiva del mondo
In caso di una sua mancanza, come per esempio la scomparsa degli esseri umani, il mondo stesso potrebbe ritornare alla legge della giungla. E se sparissero tutti gli esseri senzienti, sparirebbe anche il mondo. 

Speriamo di non poterlo mai verificare.

Per il momento, il mondo fa in modo di equilibrarsi e di non sparire nel crogiolo del nulla conservando la struttura spaziotemporale anche dopo la morte dei singoli individui (magari rovesciandola o invertendola), ma la sua conservazione (codificata nella legge di conservazione dell' energia, scoperta ovviamente da mente umana) è legata alla compresenza di una struttura percettiva-pensante. Finita la quale si innesterebbe il Grande Pendolo o la Grande Oscillazione : quella tra essere e non essere, che dovrebbe annientare l' attuale universo. Con il suo Aldilà simmetrico.




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