"Io m’abituo, mia rosa,
io m’abituo
al mare alla sabbia al sole alle mele alle stelle
è tempo di andare
mischiato
al sole alla sabbia alle mele alle stelle al mare."
Nazim Hikmet, poeta turco (1902-1963)
Siamo esseri infiniti che passano. Non facciamo a tempo ad abituarci a questo mondo (al mare, alla sabbia, al sole, alle mele, alle stelle...) che è tempo di ripartire e di rimescolarci al tutto: al sole, alla sabbia, alle mele, alle stelle, al mare...
Usciamo dal tutto e rientriamo, incessantemente nel tutto.
Entriamo e usciamo. Proprio come respiriamo.
Apriamo gli occhi, ci guardiamo intorno - e ripartiamo. No, non è questo il posto per noi.
Troveremo mai un posto dove stare quieti e stabili, per sempre?
Troveremo mai una casa?
"Il più bello dei mari
è quello che non navigammo.
Il più bello dei nostri figli
non è ancora cresciuto.
I più belli dei nostri giorni
non li abbiamo ancora vissuti.
E quello
che vorrei dirti di più bello
non te l’ho ancora detto."
No, non la troveremo mai, in questo mondo. Questo è un luogo di transito, un posto dove non mettere mai radici.
Quando ci svegliamo la mattina o a una nuova vita, imbocchiamo solo una delle tante strade che ci porteranno ad un' altra strada... finché non prenderemo la strada giusta, che non ci porterà a nessun' altra strada.
Perché li sarà il posto giusto per restare.
"Restare"... bel verbo che indica proprio il riposo.
L'etimologia del verbo "restare" è affascinante e ha radici profonde nella lingua latina. Deriva dal latino **"restāre"**, che è composto da due parti:
1. **"Re-"**: un prefisso che significa "indietro" o "di nuovo".
2. **"stāre"**: un verbo che significa "stare" o "fermarsi".
Insieme, "restāre" letteralmente significa "stare indietro" o "rimanere fermo", e nel tempo ha assunto il significato di "rimanere" o "restare" nel senso di rimanere in un luogo o di continuare ad esistere
(per la nascita di una bambina, che ha appena aperto gli occhi stupiti su questo mondo )
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