La meditazione Trascendentale che utilizzava il regista David Lynch si basava sulla ripetizione di un mantra, che di solito viene assegnato da un maestro. Ma il mantra è solo uno tra i tanti strumenti della tradizione orientale della meditazione. Si può raggiungere questo stato elevato di coscienza anche ascoltando qualche altro suono o musica. E si può raggiungere questo stato con il silenzio, l'isolamento o seguendo la respirazione. O in mille altri modi. Ognuno può inventarsi il suo. L'importante è uscire dal rumore, dal caos, dalla confusione del mondo, dal chiacchiericcio sociale e interiore. Io per esempio utilizzo le mie riflessioni, le mie idee, le mie intuizioni che non vengono da un posto definito, ma dall'origine del tutto. Anche queste sono un modo per uscire dalla nostra realtà abituale e per arrivare ad una dimensione dove regnano la pace, la consapevolezza e la chiarezza. Le vie della meditazione sono infinite e personalissime. Ma conducono tutte allo stesso punto: chiamatelo come volete o, meglio, non dategli un nome. Identificatelo dentro di voi. E basta.
Non crediate, però, che basti ripetere un mantra o contare i respiri in un certo modo per raggiungere questi stati di trascendenza . Non esiste una via uguale per tutti. Ognuno deve aprirsi la sua. La via è assolutamente individuale e unica, esattamente come siete voi.
La tradizione dello Yoga ha sempre distinto vari tipi di percorso, secondo i diversi tipi umani. Ma io vi dico che la via è individuale. Non può essere uguale per tutti. La via non è una religione standardizzabile.
Diciamo che ci vogliono comunque isolamento, consapevolezza e silenzio esteriore e interiore. Tutto il testo è affidato al singolo. Provate pure le varie tecniche, ma poi personalizzatele. Nessuno può illuminarvi, nessuno può farlo al posto vostro. Siete voi che dovete illuminarvi.
Due avvertenze: non crediate che l' illuminazione sia uno stato stabile, ottenuto una volta per tutte; dovrete rinnovarlo di continuo. E diffidate di maestri e sette.
"Sel io non sarò me stesso,
chi lo sarà per me?
E se non ora,
quando?"
(Vi riproduco questo articolo di Vanity Fair, dove si spiega bene il metodo di David Lynch, che ci ha appena lasciati.)
"Proviamo a fare un esercizio: se doveste chiedere a chi vi sta intorno, nella cerchia più stretta, un aggettivo che vi possa descrivere, quale sarebbe? Leggendo i migliaia di articoli o tributi usciti sul regista David Lynch, scomparso il 15 gennaio a 79 anni, di certo quell’aggettivo è «visionario». Di lui, lo si diceva anche prima della sua morte, a onor del vero.
A evidenza di questa definizione, vi sono numerosi film e serie tv ormai entrati nella storia dell’immagine e del cinema: Mulholland drive o Twin peaks, su tutti, per esempio non hanno bisogno di spiegazioni. Ancora oggi, dopo decenni, tengono incollati allo schermo milioni di persone, che non li guardano solo per la trama, ma per rimanerne affascinati e ispirati. Per non parlare del sodalizio con la band di Trent Reznor, i Nine Inch Nails: il video di Came back haunted è un viaggio, e non per modo di dire.
Un’altra frase a Lynch associata, in occasione della sua dipartita, è stata «Grazie, mi hai cambiato la vita»: tutti gli artisti che hanno incrociato il proprio destino con il regista di Missoula, in Montana, hanno dichiarato sui propri canali come Lynch abbia saputo vedere in loro una scintilla che loro stessi non vedevano o di come, introducendoli alla Meditazione Trascendentale, questa pratica abbia loro cambiato la vita.
Lynch, quando creava, vedeva oltre. Ogni idea che fluiva attraverso i suoi pensieri, la metteva nero su bianco. E poi la trasferiva in immagini. «Se lavoro a qualcosa di mio, mi siedo e dico quello che mi viene in mente. Non è un processo molto lungo», spiegava Lynch in un’intervista rilasciata nel 2015 al sito Creativescreenwriting.com. «Ho un'amica, che era la mia assistente, Gaye Hope, e mi sento a mio agio a dettarle. Quindi lei si siede al computer e io mi siedo su una sedia, e cerco di catturare le idee e dirle».
Sintonizzarsi, visualizzare e poi lasciare fluire: «È tutto astratto perché a poco a poco ti sintonizzi su qualcosa e inizia a fluire. Quando lei viene qui (Gaye Hope, ndr), all'inizio è lento. Poi inizia a fluire e così butti giù un bel po' di pagine. Quindi, quello che finisci in un giorno sono come undici pagine di una sceneggiatura […] L'idea è tutto. Che tu la prenda da un libro o da un'altra sceneggiatura, o dall'etere, l'idea ti dice come: quando leggi un libro, lo immagini, lo ascolti e ti fa un'impressione. Quindi rimani fedele a quell'impressione mentre la traduci in un film».
La connessione alla creatività, quindi, è tutto. Siamo connessi quando non pensiamo razionalmente. Perché se Lynch si fosse soffermato ad analizzare quello che la sua mente partoriva spontaneamente, certe scene bizzarre, certi capolavori non sarebbero mai nati. Uno dei modi più efficaci con i quali si connetteva alla Fonte era di certo la Meditazione Trascendentale: credeva nel potere di questa pratica a tal punto da creare una sua Fondazione – la David Lynch Foundation -, per fare in modo che quante più persone al mondo, di ogni età, potessero avvicinarsi a questa pratica.
«Ho iniziato a praticare la Meditazione Trascendentale nel 1973 e da allora non ho mai saltato una sola meditazione – scrive Lynch nel sito della Fondazione - Due volte al giorno, per 20 minuti, tutti i giorni. Mi ha dato accesso senza sforzo a riserve illimitate di energia, creatività e felicità nel profondo. Questo livello di vita è talvolta chiamato pura coscienza: è un tesoro. E questo livello di vita è nel profondo di tutti noi. Se non mediti ancora, segui il mio consiglio: inizia. Sarà la decisione migliore che tu abbia mai preso».
In cosa consiste la pratica della Meditazione Trascendentale
Cameron Diaz, Martin Scorsese, Katy Perry, Hugh Jackman e tantissimi altri sono testimoni diretti di come la Meditazione Trascendentale abbia cambiato la loro vita. Sviluppata da Maharishi Mahesh Yogi, è una forma di meditazione silenziosa, che prevede la ripetizione di un mantra o di un suono per tutti i venti minuti di pratica. Da ripetere due volte al giorno, mattina e sera, è un metodo non religioso, che può essere insegnato da insegnanti certificati, ed è dimostrato da numerosi studi scientifici che possa giovare al sistema cardiovascolare, così come al benessere psicologico, anche se con risultati analoghi anche ad altre forme di meditazione.
Quel che è certo è che la Meditazione Trascendentale promuove e favorisce uno stato di consapevolezza rilassata, mediante il quale si accede con la pratica costante a stati di coscienza superiori. Ma cosa significa trascendere e accedere a uno stato superiore del Sé?
La Meditazione Trascendentale spiegata da David Lynch
«Questa è una ciambella ed è molto dolce, ma finché non l’assaggi, non puoi dire quanto dolce possa essere. Allo stesso modo, è la Meditazione Trascendentale, la quale dà esperienza del nettare della vita più dolce, la pura coscienza di beatitudine». Sta in piedi con un doughnut in mano, il Maestro Lynch, al centro del suo studio di pittura a Hollywood, mentre cerca di spiegare con una metafora immediata e semplice quanto efficace sia la Meditazione Trascendentale nel documentario girato nel 2016 proprio per illustrare la potenza e i benefici di questa pratica millenaria, poi diramato sui canali della sua Fondazione. «Come sosteneva Maharishi, coloro che non conoscono, non sanno; ma coloro che conoscono, ne godono e gioiscono».
E allora a cosa serve la Meditazione Trascendentale, da dove origina? «Ciò che noi vediamo è la materia, ma a un certo punto gli scienziati, 300 anni fa, hanno iniziato a chiedersi di cosa fosse fatto questo legno, questo metallo (indicando le parti di cui è composta la lavagna su cui sta illustrando il suo ragionamento, ndr)», spiega Lynch in questo documentario. «Gli scienziati hanno quindi scoperto le molecole, poi gli atomi, poi elettroni, neutroni e protoni… E andando sempre più in profondità, scoprirono quattro forze, che si ridussero a tre, poi due, fino a che con la fisica quantistica, gli scienziati non arrivarono a identificare quello che chiamiamo campo unificato, l’Uno, dove tutte le particelle e tutte le forza si unificano. Tutto ciò che emerge da questo Uno è non manifesto: gli scienziati sanno che esiste, ma non possono arrivarci perché non è visibile».
Ecco che allora scende in campo la Meditazione Trascendentale, una tecnica che va a lavorare con la mente per manifestare l’immanifesto: «La Meditazione Trascendentale ci ricorda che la vera felicità non è là fuori, nella materia», prosegue Lynch. «Viene dato un mantra, un pensiero con una vibrazione sonora molto specifica, che fa da sostegno al pensiero nei vari livelli delle vita. Ecco, questa è la chiave che apre la porta, perché ha il potere di volgere la consapevolezza all’interno in modo naturale, cosicché man mano che la mente scende in profondità, raggiunge un livello di felicità sempre più profondo».
Fino a che non si raggiunge il confine della ragione, dell’intelletto. E qui avviene la trascendenza: «Trascendere è la parola chiave: significa andare oltre. Oltre il campo della dualità, sperimentando l’Unità, la coscienza pura, illimitata e infinita, laddove risiedono creatività, intelligenza, energia, amore, potere, beatitudine. Pace in azione. C’è sempre stata e sempre sarà, non ha inizio né fine: sarà sempre eterna, immutabile, immortale pienezza».
La Meditazione Trascendentale è quindi un veicolo per arrivare fino a qui: «Tutti possono farne esperienza e man mano espandere la propria coscienza: la coscienza è ciò che ci fa comprendere che noi siamo, esistiamo. È l’«io sono» della vita, è la vita stessa. Man mano che la coscienza si espande, si espandono i doni che l’Uno ci fa: pace, beatitudine, creatività, intelligenza, amore, energia. È come accedere a inconscio e subconscio, sempre di più».
Nel mentre, ciò che viene definito negativo decresce o si rimpicciolisce: «Ansia, depressione, paura, odio, rabbia non possono più coesistere con la luce manifestata dalla coscienza. Non si tratta né di concentrazione né di contemplazione, che ci mantengono in superficie. È l’Uno che fa tutto per noi, la coscienza trascendentale. Vi sono molti nomi per questo campo: Tao, Regno dei Cieli, Paradiso… È l’assoluto, la totalità. In lingua vedica si chiama Atma, il Sé. Conosci te stesso, portalo fuori, dispiegalo. Chi conosce davvero se stesso è un Illuminato».
Ciò non significa essere impermeabili agli stati emotivi spiacevoli, come rabbia, depressione o dolore: «Ma si dissolvono da soli, senza nemmeno provarci. Non si diventa insensibili o letargici, anzi al contrario, più energici e gioiosi nel fare. Ci si può ancora arrabbiare, benissimo, ma non è più quel tipo di rabbia amara ed egoista, che prosciuga. La negatività limita il flusso, non consente di lavorare bene».
Lynch meditava già dal 1973, ma è stato dopo 34 anni di pratica che ha deciso di rendere pubblica questa sua abitudine e fare qualcosa per coinvolgere sempre più persone: «Se una cosa nutre dal profondo e fa bene a una persona, fa bene al mondo. Si comincia da una manciata di persone: due persone che risuonano, creano un’interferenza costruttiva. L’essere umano è come una lampadina: si irradia dentro, producendo luce e calore, ma illumina anche tutto l’ambiente circostante. Se tu arrivi in una stanza in cui c’è stata una brutta discussione, la avverti, anche quando le persone coinvolte se ne sono andate. Così è con la gioia e la felicità. Ecco come si genera la pace, al punto che non vuoi e non puoi più ferire nessun altro essere umano. Per portare la pace, bisogna essere la luce di quella pace. Non c’è altra via».
FONTI:
David Lynch Foundation
David Lynch - Meditation, Creativity, Peace; Documentary of a 16 Country Tour
“Idea is Everything” – David Lynch
***
E siccome io sono l'uomo delle associazioni intuitive e analogiche, vi faccio anche leggere una poesia ispiratrice:
La pazienza mi ha fatto visita
E mi ha ricordato
Che le cose belle richiedono tempo per maturare
E crescono lentamente con stabilità.
La pace mi ha fatto visita
E mi ha ricordato
Che posso rimanere calma attraverso le tempeste della vita,
Indipendentemente dal caos che mi circonda.
La speranza mi ha fatto visita
E mi ha ricordato
Che tempi migliori mi aspettano
E che sarà sempre lì per guidarmi e sollevarmi.
L’umiltà mi ha fatto visita
E mi ha ricordato
Che posso raggiungerla
Non riducendo me stessa o facendomi piccola,
Ma concentrandomi sul servire il mondo
E sull’elevare chi mi sta intorno.
La gentilezza mi ha fatto visita
E mi ha ricordato
Di essere più dolce, indulgente e compassionevole
Verso me stessa
E verso chi mi circonda.
La fiducia mi ha fatto visita
E mi ha ricordato
Di non nascondere o reprimere i miei doni e talenti
Per far sentire gli altri più a loro agio,
Ma di abbracciare ciò che mi rende unica.
La concentrazione mi ha fatto visita
E mi ha ricordato
Che le insicurezze e i giudizi altrui
Non sono un mio problema.
Dovrei reindirizzare la mia attenzione
Dagli altri verso di me.
La libertà mi ha fatto visita
E mi ha ricordato
Che nessuno ha controllo sulla mia mente,
Sui miei pensieri e sul mio benessere,
Se non io stessa.
L’amore mi ha fatto visita
E mi ha ricordato
Che non ho bisogno di cercarlo negli altri,
Perché si trova già dentro di me.
Tahlia Hunter
Poesia dalla pagina facebook: CHARLES BUKOWSKI. MAESTRO DI VITA
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