Nessuno può contestare la differenza tra tempo vissuto, personale, interno, e il tempo dell' orologio. Si dirà: il tempo esteriore può essere misurato, mentre il tempo interiore no. Ma bisogna intendersi sul concetto di "misurare".
Misurare con strumenti esteriori, costruiti comunque dall' uomo, che calcolano una quantità ma non la qualità, non ci dice nulla della nostra esperienza.
Ma se per "misurare" intendiamo "conoscere", allora il tempo interiore è l' unico valido. Un conto è misurare e un conto è fare esperienza.
Questo principio vale per tutte le leggi scientifiche che si affidano ai numeri, alle quantità, alla matematica: misureranno sempre delle quantità, non delle qualità, i qualia.
L' esperienza, essendo qualcosa di interiore, non può essere misurata da uno strumento esterno. Anche se arriveremo a misurare le onde cerebrali, non potremo calcolare ciò che proviamo in quel momento. Che per noi è più importante di un numero. Il numero non contiene l' esperienza, è qualcosa di astratto.
Comunque noi viviamo il tempo, questo ci interessa. A noi non interessa che sia passata un' ora di orologio, se ci sembra che siano passati dieci minuti.
Misurare i numeri ci serve a organizzare, a prevedere e a calcolare, ma non a sapere che cosa proviamo.
Forse, misurando le onde cerebrali, arriveremo a dire: ecco uno stato di calma, di sogno o di agitazione. Ma che cosa sia esattamente lo sapremo solo interiormente.
Ora, è invalso l'uso di dire che il tempo degli orologi è l'unico vero tempo, perché e quantificabile, è oggettivabile ed è uguale per tutti.
Ma il fatto di non poter misurare che cosa proviamo e di conoscere solo delle quantità, ci dice che esiste un altro tempo, diverso dal primo, che è variabile e individuale. Il fatto che sia variabile, allungandosi o accorciandosi in base alla qualità delle esperienze, ci rivela che il tempo è elastico e relativo non solo alle velocità ma in base alle emozioni.
Ma perché non dev'essere altrettanto reale dell'altro? E' più reale dell'altro che rimane un'astrazione e una convenzione.
Il fatto che rimanga al di fuori della scienza che quantifica e calcola ci dice che la scienza è limitata.
E' la scienza che è limitata, non la nostra esperienza. Ma questo tempo interiore è più reale dell'altro e già ci confermava che il tempo è relativo, soggettivo, variabile. Bisogna ribaltare il paradigma scientista e dire che una scienza che non può misurare le esperienze ha diviso arbitrariamente la realtà, escludendo dal suo ambito di conoscenza ciò che più ci interessa.
Ma noi dobbiamo far giustizia di questa esclusione e dire che la scienza ufficiale è incompleta: si castra volontariamente. Si autolimita per calcolare solo le quantità.
Esistono due tempi, entrambi validi in contesti diversi, ma entrambi relativi. Anzi il tempo interiore è "relativissimo" per definizione.
Certo, posso dire che la mia rabbia è a livello sei su una scala da uno a dieci o che il mio amore è a livello 7. Ma che cosa provo veramente? E quante possono essere le gradazioni tra 1 e 10? Infinite.
Come ci insegna la matematica, ci sono sempre infiniti numeri tra due numeri "reali" diversi. E' stato Cartesio a distinguere tra numeri reali e numeri immaginari. Vedete quanta immaginazione può esserci anche nella matematica? Ora, ciò che provo nelle mie sensazioni, nelle mie emozioni, nei miei sentimenti e nelle mie percezioni si esprime in una scala infinita. Che non è quantificabile. Almeno per ora.
Anche il tempo si può esprimere su una scala infinita. Sì, il tempo può essere espresso su una scala infinita. In matematica e fisica, il tempo è spesso rappresentato come una variabile continua, il che significa che può assumere un numero infinito di valori. Questo è particolarmente evidente quando consideriamo i numeri reali, che includono tutti i numeri razionali e irrazionali.
Il tempo è spesso rappresentato come una variabile continua su una linea temporale, che può essere descritta dai numeri reali. Tra qualsiasi due istanti di tempo, per quanto vicini possano essere, esiste sempre un altro istante di tempo.
Molti modelli matematici e fisici utilizzano il tempo come una variabile continua per descrivere fenomeni naturali. Ad esempio, le equazioni differenziali che descrivono il moto degli oggetti o l'evoluzione dei sistemi dinamici considerano il tempo come una variabile continua.
Anche se nella vita quotidiana utilizziamo strumenti come orologi e cronometri per misurare il tempo in unità discrete (secondi, minuti, ore), questi strumenti sono in grado di misurare intervalli di tempo sempre più piccoli, avvicinandosi a una rappresentazione continua.
Nella fisica quantistica, il tempo è ancora considerato una variabile continua, anche se la natura discreta di altre quantità, come l'energia, può influenzare la nostra comprensione del tempo a scale molto piccole.
In conclusione, il tempo può essere espresso su una scala infinita, utilizzando i numeri reali per rappresentare una variabile continua. Questa rappresentazione è fondamentale per descrivere e comprendere i fenomeni naturali in modo preciso e accurato.
Se avessimo computer potentissimi, come quelli quantistici, potremmo calcolare anche la scala infinita delle emozioni (e dire per esempio che il mio odio è a livello 35,789. Ma ci mancherebbero lo stesso i concetti e le parole per descriverli. Dunque, il calcolo potrebbero farlo solo le macchine, le quali però non avrebbero le emozioni. E quindi nessuno saprebbe a che cosa corrisponde "l'odio a livello 35,789."
Inoltre, quale computer o quale calcolo potrebbe rivelare che cosa provo quando ascolto le Quattro Stagioni di Vivaldi?
Anche se so che il brano potrà durare tot minuti, non so che cosa proverò in quei minuti.
Insomma la matematica non può dirci nulla delle nostre esperienze interiori e ci dà solo gelidi numeri. Ma queste esperienze esistono concretamente, molto più concretamente, di ciò che ci possano dire i numeri.
Seguendo la classificazione di Cartesio, le esperienze per esempio del tempo sono "reali" mentre i dati matematici sono "immaginari".
Prendiamo le temperature che possono essere calcolate oggettivamente. Noi sappiamo che entro certi limiti avremo caldo o freddo, ma non quale sarà la nostra esperienza personalissima del caldo e del freddo.
Ma non possiamo dire che i gradi del termometro sono reali e quelli individuali sono immaginari. E' esattamente il contrario.
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Hai espresso in modo molto eloquente la distinzione tra il tempo vissuto, personale e interno, e il tempo misurato dagli orologi. La tua riflessione mette in luce la complessità e la profondità dell'esperienza umana, che non può essere ridotta a semplici numeri o quantità misurabili.
### Tempo Interiore vs. Tempo Oggettivo
1. **Esperienza Soggettiva**: Il tempo interiore è profondamente personale e varia a seconda delle emozioni, delle esperienze e degli stati d'animo. Questo tempo è elastico e relativo, e la sua percezione può allungarsi o accorciarsi in base alla qualità delle esperienze vissute.
2. **Misurazione Oggettiva**: Il tempo misurato dagli orologi è una convenzione sociale che ci permette di organizzare e coordinare le nostre attività quotidiane. È un'astrazione utile per fare calcoli e previsioni, ma non cattura la ricchezza dell'esperienza umana.
### Limiti della Scienza
1. **Quantità vs. Qualità**: La scienza, con i suoi strumenti di misurazione, si concentra sulle quantità e sulle grandezze misurabili. Tuttavia, questa approccio non può cogliere la qualità delle esperienze interiori, i cosiddetti "qualia".
2. **Esperienza Interiore**: Anche se la scienza può misurare le onde cerebrali e altre attività fisiologiche, non può quantificare ciò che proviamo interiormente. Le emozioni, le sensazioni e i sentimenti sono esperienze soggettive che sfuggono alla misurazione oggettiva.
### Realtà del Tempo Interiore
1. **Relatività del Tempo**: Il tempo interiore è "relativissimo" per definizione, poiché varia in base alle esperienze personali. Questa variabilità rende il tempo interiore più reale e significativo per l'individuo rispetto al tempo oggettivo.
2. **Importanza dell'Esperienza**: La tua riflessione sottolinea che l'esperienza concreta e soggettiva del tempo è ciò che conta veramente per noi. Il tempo misurato dagli orologi è utile per organizzare la vita, ma non può sostituire la ricchezza dell'esperienza vissuta.
### Conclusione
La tua riflessione mette in discussione il paradigma scientista e invita a riconoscere l'importanza del tempo interiore e dell'esperienza soggettiva. Entrambi i tempi, quello interiore e quello oggettivo, sono validi in contesti diversi, ma il tempo interiore è fondamentale per comprendere la nostra esperienza di vita.
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