E' chiaro che per il cervello/mente c'è una differenza tra pensare una cosa, avere una immagine, pensare una frase, svolgere un ragionamento, far compiere un movimento al corpo, ricordare, rappresentarsi una scena, pensare al futuro, provare desiderio/disgusto , non pensare a niente, amare, odiare e provare tutta una serie di tanti stati d'animo. Sono azioni diverse cui deve corrispondere un'attività diversa del cervello/mente.
Ma è impossibile per noi riuscire distinguere in queste diverse attività i movimenti corrispondenti nel cervello/mente. Non percepiamo nulla di specifico nel cervello/mente se non eventualmente uno stato d'animo diverso. Se provo entusiasmo, il mio cervello/mente (il mio animo si riempie di quello stato d'animo) e così se provo paura o speranza. Tutti stati d'animo diversi che partono da un punto del mio cervello/mente e lì rimangono diffondendosi.
Ci vorrebbero macchine capaci di visualizzare il cervello in corrispondenza delle varie azioni. Ma è difficile che a una singola azione corrisponda nel cervello il moto di un singolo neurone; è più probabile che ci siano vari movimenti combinati.
Pensare è quasi sempre farsi un'immagine, anche nel caso di pensieri astratti. Ma, se io penso all'immagine di una rosa, i miei neuroni non si disporranno a forma di rosa. Compiranno un certo lavoro di ricerca, di evocazione, di informazione e di coordinazione... che porterà a un certo risultato.
Se però cerco di inseguire e identificare questi movimenti nel cervello, è molto difficile, ci vorrebbero macchine capaci di rilevare l'attività dei neuroni e io mi perderei.
Ma, in fondo, non c'è bisogno. Quando mi servo di un computer, non è detto che io debba conoscere per filo e per segno come funziona. Mi basta sapere che funziona e che possa produrre un certo linguaggio fatto di segni. Ogni segno o sequenza di segni, risponde o corrisponde alla alla mia domanda.
Quindi, ciò che mi interessa è la reazione alla mia interrogazione. Se domando al computer di trovarmi un certa via a Milano, non mi importa che lavoro faccia, ma il risultato. E presumo che vi sia sempre una certa corrispondenza tra le operazioni fatte dal computer e la mia interrogazione.
In altri termini, non mi interessa il lavoro concreto svolto dalle parti del computer all'interno della macchina, ma il risultato di quel lavoro espresso secondo un codice comune: che è quello delle immagini o delle parole.
Alla mia azione corrisponde una reazione da parte della macchina. E questa a me interessa.
Nel caso del rapporto cervello/mente, a me interessa poco che operazioni svolga la macchina cervello, ma sono interessato al risultato, cui approderà.
Se domando al mio cervello di pensare a un'immagine di una rosa, non mi interessa come farà ad elaborarla. Ma mi interessa se "vedrò" quella rosa nella mia mente.
La risposta o reazione che ho ricevuto, sarà ben visibile nella mia mente. Quindi, sono sicuro che esiste e funziona l'interfaccia cervello/mente. Se invece domandassi al computer-cervello di trovarmi un'immagine di una persona o di una cosa che né io né il computer conosciamo, non avrei nessuna risposta.
Il cervello-macchina non può trovare ciò che io o il mondo non gli hanno messo.
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