Pensiamo alla capra di montagna capace di scalare rocce impervie, quasi lisce, come le grandi dighe. Ha una abilità prodigiosa e così può sfuggire agli orsi e ai leopardi che non riescono a seguirla su quei precipizi.
Pensate alla tensione e allo stress di dover stare sempre all' erta, di non potersi rilassare. Nemmeno quando si rifugia sulle pareti a picco, perché lì può arrivare l' aquila, contro cui non può difendersi.
Insomma, inseguita dai leopardi e assalita dalle aquile, fa veramente una vita dura.
Ma non è l' unica. Tanti animali devono vivere in continua tensione, fra l' incudine e il martello.
Tutto questa tensione fra prede e predatori non può essere il frutto di un Dio benigno. Ma di una asettica legge per la sopravvivenza, che mette gli uni contro gli altri. Dalla fisica che mette particelle contro antiparticella, o azioni contro reazioni, al mondo della mente dove si affrontano tutti gli opposti possibili e immaginabili.
Anche noi siamo prede e predatori e uccidiamo gli altri animali e gli altri uomini.
Questo è il mondo della contesa e della competizione. Non il regno dell' amore.
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