Mentre le religioni del pianeta si
trastullano con Iddii vari, angeli, peccati originali, messia, salvatori,
profeti, paradisi, inferni, simboli e miti, rimanendo nel mondo dell’immaginazione
umana e del condizionamento dualistico, noi pensiamo che il divino o la
trascendenza non sia una persona, ma ciò che non è condizionato da nulla. Che
cos’è questo stato ultimo non condizionato? Sembra un’idea fumosa o
semplicemente filosofica. Invece è qualcosa di molto concreto, di cui facciamo esperienza
tutti i giorni quando entriamo in uno stato di sonno senza sogni.
Lì non c’è più nessun dolore, nessuna
pena, nessun condizionamento, nessun corpo, nessuna mente. Lì siamo liberi e in
pace.
Prova e riprova. Schiaccia dei brevi
sonnellini. Se da sveglio avevi ansie, paure e inquietudini, se soffrivi per
qualche motivo, se eri teso, se eri infelice… per un po’ tutto scomparirà. Solo
al risveglio ritornerà tutta la tua sofferenza e ti ricorderai che stavi male.
Scomparirà anche la coscienza e l’idea
di essere una persona. Sarai nel vuoto, un vuoto in cui non avrai più nessuna
sofferenza.
L’idea di una mancanza della coscienza
ci spaventa. Ma non dobbiamo dimenticarci che la coscienza comporta sempre una scissione,
una dissociazione, una separazione e dunque un principio di malessere. Non
esiste una coscienza perfettamente o a lungo felice. La coscienza è per lo più
sempre infelice. Infatti ci devono essere un conoscente e un conosciuto - il
principio di ogni divisione, di ogni sofferenza.
Non a caso uno dei flagelli dell’uomo è
l’insonnia, ossia l’incapacità di distendersi veramente, di mollare la presa.
Ma la vita è così saggia che ci offre
ogni giorno “esperienze” di incondizionato. Ci dà la vita di veglia, ci dà la
vita di sogno (con dolori e gioie – cioè dualismo) e ci dà il sonno profondo,
che è un’ “esperienza” di al di là.
In questo stato siamo oltre il
dualismo (gioie-dolori, essere-non essere, conoscente-conosciuto, ecc.) e non
ci sentiamo affatto male. Anzi, per un po’ usciamo da tutto – da tutti i
coinvolgimenti, da tutte le beghe, da tutti gli attaccamenti e, quando ci destiamo, siamo più riposati.
Immergiamoci dunque il più possibile in
questo stato incondizionato, e utilizziamolo per capire quale lo stato in cui
ci troviamo e quale sia lo stato ultimo.
Gentile Lamparelli,
RispondiEliminama con un tempo di immersione, nello stato incondizionato di cui sopra, vicino al 100%, cosa succederebbe all'impegno quotidiano per migliorare la qualità del "sogno collettivo" di un post precedente? Grazie...
Il sogno svanirebbe e non ci sarebbe più bisogno di migliorarlo.
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