domenica 6 ottobre 2019

La vita come "dono" di Dio


Espressione senza senso. Per esserci un dono deve esserci un soggetto consapevole che possa accettarlo o anche rifiutarlo. Ma non risulta che nessuno ci abbia mai chiesto nulla. Voi ve ne ricordate?
Non sempre questo “dono” è piacevole. Che dire dei tanti bambini che nascono malformati o con terribili malattie in seguito alle quali moriranno in breve tempo?
Se uno ti regala una torta avariata, potrai dire di no? Più che un dono, dunque, è un’imposizione. Non c’è possibilità di scelta.
No, tutte queste idee di un Dio che crea a suo piacimento sono indubbiamente infondate. Potremmo mettere in evidenza che molte di queste creazioni sono sbagliate. Potremmo chiedere conto a Dio dei tanti frutti avvelenati o avariati.
Invece non possiamo farlo perché quel Dio è una fantasia dell’uomo.
È evidente che la vita funziona in base a un meccanismo d’interrelazione cui non ci si può sottrarre e che risponde solo a se stesso, compiendo molti tentativi falliti ed errori irrimediabili. Proteso alla semplice autoriproduzione, è indifferente ai singoli.
Non c’è neppure un principio di eticità. Quando un buco nero divora stelle e pianeti, dov’è l’etica? Quando ogni essere, per vivere, deve divorare altri esseri, dov’è l’etica?
L’etica nasce solo con la mente umana che si pone il problema. Ma il mondo non è stato fatto in base a un principio etico. Il mondo è al di là del bene e del male, così come è al di là dell’alto e del basso. Siamo noi che a un certo punto introduciamo questa regolazione, per motivi di ordine sociale.
Se dunque vogliamo capire qualcosa senza i devianti pregiudizi teistici, dobbiamo porci da un punto di vista che sia anch’esso al di là delle nostre piccole categorie mentali.

La realtà non è fatta secondo misure umane. La realtà è al di là dei concetti e delle parole umane, che la spezzano, la dividono e la limitano. La realtà è silenziosa. E, per capirla, bisogna entrare nel silenzio mentale.


Nessun commento:

Posta un commento