Meditare, nella sua essenza, non è nient’altro
che prestare attenzione. Infatti viviamo
sempre come se fossimo un po’ distratti, poco presenti, superficiali. La cosa è
paradossale perché noi siamo sempre in compagnia di noi stessi. Ma, distratti
dalle mille attività del mondo, non vediamo una parte fondamentale di noi
stessi. Questa parte è esattamente il centro, il nucleo di noi stessi, l’anima.
La religione ci ha parlato per secoli di
questa anima, ma non ci ha mai aiutati a percepirla. Come mai? Forse perché è
stato tutto esteriorizzato ed è stata rivolta la nostra attenzione nel guardare
fuori, nell’adorare un Dio esterno o nello svolgere un’azione sociale
caritatevole.
Dunque, ci perdiamo sempre qualcosa –
qualcosa che è sempre dentro di noi e che è in grado di guidarci ed ispirarci
dandoci una grande autonomia. Ma forse è proprio questo che le religioni
osteggiano. Esse vogliono mantenere il loro controllo su di noi, impedendoci di
essere in prima persona.
“Ma
se non sarò me stesso, chi lo sarà per me?
E,
se non ora, quando?”
Lo strumento per liberarci dai vincoli di
chi vuole imprigionarci e comandarci è l’attenzione, la consapevolezza. Quanto
più sarai te stesso, tanto più sarai libero.
Essere consapevoli significa rivolgere l’attenzione
verso l’interno, chiudersi come in un bozzolo e cercare di percepire il soggetto ultimo delle nostre azioni, delle nostre
sensazioni, dei nostri sentimenti e dei nostri pensieri. Questo soggetto ultimo
è il testimone di tutto, colui che osserva e rispecchia tutto, pur restando
distaccato. È come uno specchio che rimane se stesso pur riflettendo ogni
genere di immagine.
Non è qualcosa di astratto, è qualcosa
di molto concreto. Tant’è vero che noi possiamo percepirlo, non come un oggetto,
ma proprio come il soggetto ultimo. Si tratta di fare attenzione, di renderci
più sensibili e di identificare un giorno dopo l’altro questo nucleo interiore.
Dapprima lo avvertiremo con una certa
fatica. Apparirà velocemente e poi sparirà di nuovo. Ma, a lungo andare, se
insistiamo, se non molliamo la presa, se siamo determinati e seri, se
manteniamo la mente chiara e limpida, si delineerà sempre più chiaramente e
sempre più a lungo. Fino a rimanere come fonte di ogni ispirazione, come guida.
E come prova che siamo noi i creatori del nostro mondo.
Continuate a dirvi di non essere il
corpo, di non essere la mente e cercate di percepire il vero soggetto. “Chi
sono io?” Un giorno apparirà come una sensazione precisa e concreta, come una
luce o un centro, come una presenza viva e fresca. Allora non sarete più soli
in un mondo ostile e troverete la vostra guida spirituale e concreta che vi
aiuterà a risolvere tutti i vostri problemi.
Gentile Lamparelli,
RispondiEliminaquesto lavoro quotidiano di attenzione e consapevolezza, per arrivare a percepire il soggetto ultimo, può essere fatto da soli o abbiamo bisogno di una guida spirituale umana, visto che si parla di pericoli per la salute mentale e anche fisica di coloro che si addentrano profondamente nella propria interiorità? Grazie...
E, aggiungo, non servono delle tecniche precise da applicare man mano che si progredisce nel lavoro di scavo, che forse solo un maestro esperto può assegnare oculatamente al meditante? Grazie...
EliminaSarebbe bello avere un maestro. Ma dove sono queste guide illuminate? Spesso si tratta di persone non all'altezza o addirittura degli imbroglioni. Molto meglio allora ricordarsi che anche i maestri esteriori non sono che riflessi dell'unico vero maestro interiore, che va ricercato dentro di noi, facendo tacere ogni altra voce. Esistono anche i libri, dove i grandi maestri hanno lasciato importanti indicazioni.
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