Meditare è disidentificarci prima di
tutto dal corpo. “Io non sono il corpo”: il corpo è un semplice rivestimento.
Ma la sostanza è altrove.
Subito dopo, però, dobbiamo
disidentificarci dalla mente. Tutti questi pensieri, questi impulsi, questi
condizionamenti, che io posso vedere in azione, appartengono alla mente. “Ma io
non sono la mente”: io posso essere consapevole delle attività della mente e
dunque la mia essenza sta prima ancora: sta proprio in quel Testimone che è
capace di distaccarsi e di osservare corpo e mente.
Chi sono dunque
io? Retrocediamo come esercizio da tutto ciò con cui ci identifichiamo. E
ritroviamo ciò che sta prima di tutto. “Quello sono io!” Un Vuoto consapevole.
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