sabato 12 ottobre 2019

La pace nei cuori


Affidare la pace alle religioni è come affidare la custodia dell'agnello al lupo. Non abbiamo bisogno di ricordare il tipo di pace voluto dai fanatici islamici o da quelli induisti. Ognuno mira al proprio predominio, ognuno odia e vorrebbe distruggere chi ha una fede diversa, l' "infedele". 
Quanto alla pax Christi, è scritta in tutti i libri di storia: prendiamo il caso dell'invasione del Sud America in seguito alla scoperta dell'America. "Stimiamo cosa sicura e veritiera" scriveva Bartolomé de Las Casas, il missionario spagnolo domenicano che scrisse nel Cinquecento sulla brutalità degli spagnoli verso gli Indios dei Caraibi "che sono morti, nel corso di questi quarant'anni, più di dodici milioni di anime, uomini, donne e bambini, per la tirannia e le opere infernali dei cristiani..." Ma lo stesso comportamento si ebbe nei confronti dei nativi dell'America Settentrionale, dei negri in Africa, degli asiatici e degli aborigeni in Australia. Dove arrivava la civiltà cristiana, arrivavano l'intolleranza religiosa, l'imperialismo e la volontà di sfruttamento degli indigeni. Mai una civiltà fu più sanguinaria e sfruttatrice di quella cristiana, che fece la guerra non solo contro alle altre religioni, ma anche contro le diverse interpretazioni del messaggio cristiano. "Non sono venuto a portare la pace, ma una spada!" disse Gesù.
Ecco perché quando si dice che il crocefisso è un simbolo di pace, a me viene in mente una storia diversa. Le stesse opere di “evangelizzazione” non sono che attività di indottrinamento (e dunque di conquista) più o meno costrittive.
       La pace si può avere soltanto quando c'è pace nei cuori, non quando c'è volontà di prepotenza o presunzione di superiorità. Ma, per avere la pace nei cuori, ci vuole un’attenta opera di meditazione, il che si scontra con le fedi che pretendono lo spegnimento del senso critico e la sottomissione alle autorità.


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