lunedì 14 ottobre 2019

Il potere del singolo


Poiché sappiamo che l’universo ha un’origine unica (è un tutt’uno) e si trova in un equilibrio complessivo, dobbiamo concludere che ogni cosa influenza ed è influenzata dalle altre. Se una cosa cambia, cambieranno anche molte altre che la circondano.
       Ecco perché l’individuo ha un grande potere – se cambia se stesso, certamente cambierà ciò che lo circonda. Non c’è dunque bisogno di mettersi a cambiare le varie cose intorno (talvolta peggiorandole): basta anche solo cambiare se stessi.
Di solito noi preferiamo operare sulle cose esterne, anche per indurre cambiamenti interni. Siamo convinti che, per cambiare in meglio l’uomo e il mondo, ci si debba impegnare attivamente. Però è anche possibile – e ben più efficace ­- la sottile arte dell’influenzamento dall’interno all’esterno.
Questo è certamente visibile negli stati d’animo di una certa comunità. Se uno è felice, depresso, calmo, agitato o sofferente, avrà certamente un’influenza, positiva o negativa, sulle persone legate a lui. Ma quanto più importante sarà un individuo capace di mantenersi distaccato, silenzioso e imperturbabile in mezzo al caos giornaliero!
Non c’è bisogno di penitenze o di interventi divini – la vita è già una penitenza. E il divino è esattamente dentro di noi, non in qualche centro di potere nei cieli. Non disturbare lo spazio esteriore e quello interiore è già un atto potente, capace di cambiare la terra. Se poi diventiamo capaci di dissolvere l’ego interiore e di disidentificarci dalle solite configurazioni mentali, entrerà in noi una nuova energia, in grado di cambiare tante cose in noi e fuori di noi. Potremo infatti liberare il potere tenuto fin allora confinato in un io in gran parte sofferente.
      



2 commenti:

  1. Gentile Lamparelli,
    se per assurdo, l'umanità intera adottasse il sanscrito sia come lingua universale per la reciproca comprensione e sia, a detta di molti, per il suo carattere "sacro", il processo di dissolvimento e di disidentificazione che Lei auspica, ne gioverebbe? Grazie...

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  2. Non credo. Sarebbe sì auspicabile una lingua unica. Ma ciò che cerchiamo è al di là di nomi e forme consuete.

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