Quando ci sediamo sulla poltrona del dentista, siamo pieni di
tensione e di paura - tensione e paura che ci fanno sentire in modo orribile e
accrescono la nostra sofferenza. Se fossimo in grado di rilassarci, scopriremmo
che il dolore effettivo sarebbe inferiore a quello immaginato.
Il dolore nella vita è
inevitabile, ma la mente spesso lo ingigantisce. In realtà, oltre al dolore
fisico, esiste una sofferenza di natura mentale che consiste nell’immaginare il
peggio e nel cercare una sicurezza impossibile. Se riuscissimo a vedere la
realtà così com'è, senza aspettative e senza immaginazioni, senza pensieri e
senza parole, accettando sia la gioia sia il dolore, momento per momento, non
solo vedremmo le cose con chiarezza, ma soffriremmo di meno.
La comprensione è il
fondamento di tutto, e ci permette di utilizzare non una mente divisa, separata
dall'esperienza e tesa, ma una mente ben più vasta, che è aperta ad ogni
avvenimento e che è più vicina alla natura della realtà.
La sospensione della
mente abituale, con le sue paure e le sue anticipazioni, con la sua convinzione
di essere un io isolato che deve decidere il proprio destino, ci porta ad
un'apertura mentale, ad un'ampiezza di visione, che ci fa distendere e ci apre
enormi potenzialità. Molti uomini di genio hanno confermato che le idee
migliori le hanno avute quando la rigida razionalità taceva e la loro mente era
silenziosa, come sospesa.
In effetti quando ci
sediamo in silenzio e non pretendiamo di controllare noi stessi e il mondo,
quando non ci poniamo obiettivi inderogabili, quando siamo rilassati,
diventiamo più distesi, gioiosi e ispirati. Siamo soprattutto aperti a ciò che
è, a quella mente di fondo che si sente ed è parte del tutto.
Si attenua anche la paura
della morte, perché ci rendiamo conto che la morte è un ritorno a quella
sorgente da cui hanno origine la nascita e la vita.
Dicevano i maestri zen
cinesi: "Se vuoi vederlo, guardalo; se lo pensi, lo hai già perduto".
Bisogna dunque imparare a guardare con intensa concentrazione e
con obiettività, lasciando da parte le immagini della mente, che distorce sempre
la visione.
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