Tutti
i cosiddetti "libri sacri" sono pieni di violenza e incitano a
combattere gli "infedeli", quelli che non credono. Basta prendere la
Bibbia ebraica o il Corano per trovare un Dio che spinge i suoi fedeli alla
guerra, alla distruzione fisica di chi non condivide la loro stessa fede.
Un discorso a parte meritano i Vangeli,
in cui Gesù invita all'amore - perfino dei nemici. Da una parte... Perché,
dall'altra, anche lui è impregnato di dualismo, di buoni e di cattivi, di amici
e di nemici, di coloro che si salveranno e di coloro che si perderanno in
eterno (perché mai?). E la sua stessa storia è una vicenda di sangue, un
assassinio che, secondo l'interpretazione che ne danno gli stessi cristiani, è
voluto da Dio - un Dio ancora una volta violento e sanguinario.
Ecco perché la storia del cristianesimo è
stata una delle più truci della civiltà umana, piena di razzismo, di
schiavismo, di colonialismo, di discriminazioni, di antifemminismo, di
inquisizioni, di guerra sante, di crociate, di imperialismo, di guerre mondiali
e di bombe atomiche. Per una religione che predicava l'amore, non è un bel
risultato.
E qualcuno si ostina ancora a credere che
queste "sacre" scritture siano state ispirate direttamente da Dio. Sarebbe
un Dio violento che ispira violenze.
Il fatto è che nessuno di questi profeti
invita a superare il dualismo mentale di odio-amore o di bene-male, nessuno
insegna ad osservare il modo in cui la mente opera per dividere e contrapporre.
Nell’antica Persia esisteva un religione che postulava l’esistenza di due
principi (il bene e il male, la luce e l’oscurità) che si contendevano il
dominio del mondo. In realtà questa idea è presente in tutte le religioni – ed è
una concezione che sta alla base delle guerre, religiose e non. Ma sarebbe
ingenuo pensare che la distinzione sia netta e che sia possibile abbracciare chiaramente
il bene o la luce.
Bene e male sono complementari: l’uno
esiste perché esiste l’altro. E quindi nessuno dei due può avere il sopravvento
definitivo. La lotta tra bene e male è eterna perché i due principi in apparenza
si scontrano ma in realtà si
spalleggiano a vicenda.
Ecco perché è necessario prendere le
distanze da questo modo di vedere le cose e di comprendere una volta per tutte
che bisogna andare al di là del bene e del male. La lotta non finirà mai finché
non si prenderà coscienza che stiamo giocando un gioco scemo e ripetitivo, in
cui non c’è via d’uscita.
Qualcuno si prende gioco di noi. E si
diverte a guardarci scontrare senza risultato.
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