sabato 5 ottobre 2019

La guerra infinita


Tutti i cosiddetti "libri sacri" sono pieni di violenza e incitano a combattere gli "infedeli", quelli che non credono. Basta prendere la Bibbia ebraica o il Corano per trovare un Dio che spinge i suoi fedeli alla guerra, alla distruzione fisica di chi non condivide la loro stessa fede.
       Un discorso a parte meritano i Vangeli, in cui Gesù invita all'amore - perfino dei nemici. Da una parte... Perché, dall'altra, anche lui è impregnato di dualismo, di buoni e di cattivi, di amici e di nemici, di coloro che si salveranno e di coloro che si perderanno in eterno (perché mai?). E la sua stessa storia è una vicenda di sangue, un assassinio che, secondo l'interpretazione che ne danno gli stessi cristiani, è voluto da Dio - un Dio ancora una volta violento e sanguinario.
       Ecco perché la storia del cristianesimo è stata una delle più truci della civiltà umana, piena di razzismo, di schiavismo, di colonialismo, di discriminazioni, di antifemminismo, di inquisizioni, di guerra sante, di crociate, di imperialismo, di guerre mondiali e di bombe atomiche. Per una religione che predicava l'amore, non è un bel risultato.
       E qualcuno si ostina ancora a credere che queste "sacre" scritture siano state ispirate direttamente da Dio. Sarebbe un Dio violento che ispira violenze.
Il fatto è che nessuno di questi profeti invita a superare il dualismo mentale di odio-amore o di bene-male, nessuno insegna ad osservare il modo in cui la mente opera per dividere e contrapporre. Nell’antica Persia esisteva un religione che postulava l’esistenza di due principi (il bene e il male, la luce e l’oscurità) che si contendevano il dominio del mondo. In realtà questa idea è presente in tutte le religioni – ed è una concezione che sta alla base delle guerre, religiose e non. Ma sarebbe ingenuo pensare che la distinzione sia netta e che sia possibile abbracciare chiaramente il bene o la luce.
Bene e male sono complementari: l’uno esiste perché esiste l’altro. E quindi nessuno dei due può avere il sopravvento definitivo. La lotta tra bene e male è eterna perché i due principi in apparenza si scontrano ma in realtà  si spalleggiano a vicenda.
Ecco perché è necessario prendere le distanze da questo modo di vedere le cose e di comprendere una volta per tutte che bisogna andare al di là del bene e del male. La lotta non finirà mai finché non si prenderà coscienza che stiamo giocando un gioco scemo e ripetitivo, in cui non c’è via d’uscita.
Qualcuno si prende gioco di noi. E si diverte a guardarci scontrare senza risultato.


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