Il
presidente della Fnomceo (Federazione
nazionale degli ordini dei medici), Filippo Anelli,
dichiara solennemente che "il medico non abbandonerà mai a se stesso il
paziente, assicurerà sempre le cure si palliative per contenere il dolore sino
alla sedazione profonda e sarà presente fin dopo il decesso, che certificherà,
ma non compirà l'atto fisico di somministrare la morte".
Peccato
che la nostra esperienza sia diversa: quando un paziente si trova alla fine, gli ospedali lo rimandano a casa e i
medici si eclissano. Un modo come un altro per lavarsene le mani. Dai nobili
proclami in difesa della vita al più completo menefreghismo.
Se ne
fregano i medici e se ne fregano i parlamentari, che non trovano né il tempo né
il coraggio di fare una legge che stabilisca a chi spetti somministrare “l’ultima
cura”, quella che porrà termine alle sofferenze di chi sta per morire.
Eppure lo scopo dei medici non è solo quello di curare, ma anche quello di allievare le sofferenze.
Eppure lo scopo dei medici non è solo quello di curare, ma anche quello di allievare le sofferenze.
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